PISTOIA-PIANA. Se il coordinamento dei comitati e il locale comitato stesso ieri chiedevano una risposta ai loro dubbi dopo il comunicato-stampa dell’assessore provinciale Fragai comparso su Nazione e Tirreno, ecco che oggi la risposta arriva, immediata e chiara: da essa è possibile capire che l’impianto è un problema. E non si meni troppo il can per l’aia perché nessuno è stupido.
Stamattina Fragai ci racconta, in cronaca, che una parte dell’impianto resterà chiusa fino ad accertamenti ultimati, e che riaprirà solo se gli esiti saranno favorevoli.
C’è da chiedersi, però, quanto sia attendibile – sotto il profilo della sicurezza – un impianto che non passa mese che non presenti problemi o da una parte o dall’altra. È tutto uno sforamento.
Comunque, al di là degli eventi, l’aspetto più antipatico e sgradevole della questione sta nel succo dell’intervento di Fragai e dei responsabili dell’impianto, riassunto, come sembra, dal titolo del Tirreno: «Rifiuti a rischio esportazione. Se serviranno altri siti, i costi saranno a carico della collettività».
E quando mai i costi non sono stati a carico della collettività? Quando mai l’inceneritore è stato un guadagno per le popolazioni locali?
Le parole suonano come una minaccia e un rimprovero ai comitati che sembrano essere individuati come gli unici responsabili dell’aumento dei costi e dei problemi che si riversano sui cittadini.
Alla salute nessuno fa cenno.
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[Giovedì 10 marzo 2011]
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