di Alessandro Romiti
AGLIANA-PIANA. L’inceneritore di Montale è dichiarato fuori legge. Questo fatto è ben presente ai Comitati e questa volta anche certificato dall’Arpat, che ha presentato una denuncia all’autorità giudiziaria.
La notizia emerge in un documento pubblicato nei giorni scorsi nel sito web della provincia di Pistoia: Rapporto Arpat Anno 2010.
Il documento, firmato dalla responsabile dei controlli dell’Arpat di Pistoia, dott.ssa Perissi – la stessa che il 29 maggio era ad Agliana a rassicurare i cittadini affermando che l’inceneritore non era responsabile dell’inquinamento diffuso! –, è del 4 marzo 2011: il giorno prima si era svolta una riunione, presso la provincia, il cui verbale si legge sempre in linea sotto la voce Verbale del 03.03.2011.
A tale riunione avevano partecipato i rappresentanti della provincia di Pistoia, del comune di Montale, dell’Arpat e dell’Asl; ed è nota per essere stata molto animata, con l’Asl che riferiva della mancanza di carboni attivi nell’impianto, con conseguente mancanza di abbattimento della diossina, e che affermava testualmente che al momento attuale l’impianto non appare essere sotto adeguato controllo gestionale.
Giudizio condiviso anche dall’Arpat che denuncia l’evento alla procura della repubblica e va anche oltre, in quanto preannuncia (pag. 16 della lettera inviata il giorno successivo) una nota che sarà inviata ai vari Enti per le opportune diffide. Si noti il processo alla rovescia: prima, solitamente, si fanno le diffide, poi le denunce alla procura. Chiara l’intenzione/necessità di lasciare il cerino in mano a Scatragli?
A questo punto è possibile sapere perché – dopo oltre un mese da questa comunicazione, con l’impianto che ha continuato a emettere diossina oltre al limite di legge – non sono state emesse, da parte dalle amministrazioni pubbliche o dall’autorità giudiziaria, le necessarie ordinanze cautelative per la salute pubblica?
Eppure gli argomenti non mancano. Allegato alla lettera Arpat c’è anche il rapporto conclusivo degli accertamenti effettuati dalla struttura specialistica dell’Arpat di Firenze sui sistemi di controllo dell’inceneritore.
In questo rapporto si afferma che, nel corso del 2010, sono stati rilevati 10 casi di medie normalizzate con palesi errori di elaborazione; si segnalano, anche per gli ossidi di azoto, 7 casi di superamento della soglia e si dice inoltre che potrebbero sussistere violazioni connesse alla mancata comunicazione di eventi, e ancora che nelle impostazioni del sistema di elaborazione dati è presente un errore in qualche algoritmo di calcolo per il quale non è pervenuta comunicazione in merito alla risoluzione effettiva del problema.
Basta così oppure no?
E che cosa si aspetta ancora per chiudere il detestato e inquinante impianto di incenerimento di via Tobagi?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 26 marzo 2011]
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