PIANA PISTOIESE. Dopo la nota da noi pubblicata ieri sera 11 marzo, e dopo le notizie allarmate, comparse stamattina sulla stampa, ecco il testo del comunicato in base al quale oggi, ad Agliana, durante la conferenza-stampa sull’inceneritore e sui suoi reali pericoli e danni, si discuterà l’ormai insostenibile situazione che si è venuta a creare a séguito del continuo minimizzare i dati (se non anche nasconderli) da parte della provincia, dei gestori e delle amministrazioni inceneritoriste.
COMUNICATO STAMPA
Cosa è accaduto all’inceneritore di Montale
Una ricostruzione dei fatti a cura dei comitati
La legge dice che per revocare un’autorizzazione integrata ambientale (AIA) devono esserci reiterate violazioni della stessa autorizzazione, tali da “determinare situazioni di pericolo o di danno per l’ambiente” – (e questo dovrebbe dirlo l’ARPAT) – o “situazioni di pericolo o di danno per la salute” – (e questo lo dovrebbe dire l’ASL).
Quello che di nuovo è accaduto per l’inceneritore di Montale è che proprio la ASL ha scritto (nero su bianco) che siamo di fronte ad una situazione di concreto pericolo per la salute.
Da qui discende l’ostinazione con cui alcuni Organi di controllo, non vedono, non rilevano, non contestano: questa volta la partita è grossa, è in gioco la revoca definitiva dell’autorizzazione.
Gli organi di controllo non hanno visto nell’autocontrollo del gennaio 2011, trasmesso dalla Ladurner il 10 febbraio alla provincia dei Pistoia ed all’ARPAT, che per ben due volte, (le notti del 15 e del 24 gennaio), è mancato il carbone attivo alla linea1. Nessuno ha visto, nessuno ha rilevato, nessuno ha contestato.
Questo almeno fino al 7 marzo quando la ASL si è accorta che qualcosa non andava e ha rilevato che nella notte del 15 gennaio l’impianto funzionava con un “rilevante deficit di carbone attivo”.
Questa È UNA EVIDENTE VIOLAZIONE DELL’AUTORIZZAZIONE ma la Provincia di Pistoia non contesta nulla, la ditta non viene nemmeno diffidata, e l’ARPAT di Pistoia in un rapporto ufficiale che manda all’ASSESSORE REGIONALE all’ambiente non fa menzione di questa anomalia.
Per quanto riguarda le diossine il valore limite di attenzione (pari a 50 picogrammi) era stato superato al secondo controllo annuale fatto da ARPAT il 9 dicembre del 2010 e comunicato solo il 20 gennaio.
Il superamento riguardava la linea 3 (valore 51 picogrammi) ma è solo dopo altri 12 giorni (il 2 febbraio) che la Provincia impone alla ditta l’attivazione delle procedure di manutenzione ad impianto funzionante che, secondo l’autorizzazione, avrebbero dovuto scattare entro 24 ore.
Il 24 gennaio 2011 l’ARPAT fa un nuovo controllo solo alla linea3, i risultati che sono del 28 gennaio e sono trasmessi, con un nuovo inspiegabile ritardo solo il 3 febbraio, sono clamorosi.
Il valore della diossina arriva a 121 picogrammi, anche oltre il limite di legge dei 100 picogrammi.
Questi risultati non vengono resi pubblici, anzi esce un comunicato stampa tranquillizzante della provincia che riferisce di un primo superamento del limite di attenzione (che in realtà è il secondo) pari a 87 picogrammi (la provincia omette il conteggio dell’incertezza analitica, che invece è esplicitamente previsto nell’autorizzazione).
In questo secondo episodio sarebbe dovuto scattare il fermo della linea ed invece nulla, ancora nessuna contestazione di violazione dell’autorizzazione da parte della Provincia.
Per fermare la linea si deve aspettare il risultato delle terze analisi, fatte il 17 febbraio, e trasmesse dall’ARPAT il 7 marzo, anche questa volta il risultato supera il valore di legge: siamo a 113 picogrammi.
Questa volta la Provincia è veloce, e il giorno stesso che gli viene trasmesso il risultato fa fermare la linea 3 (che però avrebbe dovuto fermare un mese prima, quando aveva saputo del secondo superamento del limite di attenzione).
Nello stesso giorno, il 7 marzo, l’ASL scrive una lettera indirizzata al comune di Montale ed alla provincia di Pistoia dove, oltre alla segnalazione della mancanza dei carboni attivi, che ha causato fuoriuscita di diossina e PCB, e che è una violazione dell’autorizzazione, si legge di una ulteriore probabile violazione dell’autorizzazione, questa volta legata alla procedura di accettazione dei carboni attivi, lo stesso tipo di violazione, avvenuta nel 2008, per cui proprio la scorsa settimana si è aperto un processo a carico degli allora responsabili dell’inceneritore al Tribunale di Pistoia.
Ma c’è di più nella lettera dell’ASL si legge che, al momento attuale, l’inceneritore non è sotto “adeguato controllo gestionale”.
Questa, oggi, è una condanna senza appello che ARPAT e Provincia sembrano voler ancora ignorare.
Non sappiamo più cosa pensare, non ci resta che sperare nell’intervento di altri controllori e a questo punto le note del Ministero dell’Ambiente sembrano giungere a proposito.
Nei documenti 1-2 la lettera dell’Usl inviata al sindaco Scatragli e all’amministrazione provinciale.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 12 marzo 2011]
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