mercoledì 12 dicembre 2012

PROVINCE. E LA CRISI DÀ UNA MANO (PER NON TAGLIARE)


di LUIGI SCARDIGLI

A Groppoli, in casa Ballotti, Fratoni e Gestri in disaccordo – E Andrea Barducci? Non pervenuto (in tempo)

PISTOIA. Per entrambi, Federica Fratoni e Lamberto Gestri, Presidenti, rispettivamente, della Provincia di Pistoia e di Prato, quella che pare ormai del tutto sfumata fino a nuove elezioni è un’occasione persa. Manca l’opinione del collega di Firenze, ma all’appuntamento a Groppoli, dove il patrone di casa, Giampiero Ballotti, aveva dato appuntamento per parlare di questa grande rivoluzione implosa, è giunto come minimo con 40 minuti di ritardo e il suo pensiero ci impegnamo a raccontarvelo in altra circostanza.

L’ordine del giorno, nel salotto di uno dei più grandi e stravaganti ex comunisti di questa città, l’avvocato Ballotti, è quello della proposta, che tanti ha fatto tremare, dell’abolizione delle Province o di un loro corposo accorpamento, idea questa che pareva dover violentemente snaturare l’ordine paesaggistico della politica. Poi, improvvisamente, come se tutto fosse stato abilmente studiato a tavolino, ecco un’inaspettata crisi e improvvisamente, tutti i propositi, più brutti che buoni, del tecnico (più ricco e più tassatore) d’Italia si perdono nei rivoli delle parole.
«Dobbiamo decidere – afferma Lamberto Gestri, pratese – che cosa vogliamo fare: vogliamo mantenere un collant tra la Regione e i singoli Comuni o preferiamo bypassare il tutto? Bene, la prima risposta da dare è questa; senza aver risolto questa premessa è del tutto inutile e soprattutto fuorviante, immergersi in filosofie. Se dovessero decidere in base a quel che penso, sono fortemente convinto che l’ideale sarebbe creare dei ponti metropolitani tra alcune realtà; lasciato a Firenze tutto il suo prestigio e la sua difficoltosa incastrabilità con le altre realtà urbane della Toscana, le altre Province avrebbero, a mio avviso, il dovere di interfacciarsi e studiare come ramificare, proteggere e potenziare le specifiche peculiarità delle zone accorpate».
«So benissimo – incalza Federica Fratoni – che il mio pensiero non collima, letteralmente, con quello dell’amico stimato Gestri: a mio parere, Firenze, Prato e Pistoia potrebbero e soprattutto dovrebbero invece iniziare a dare vita a quel processo di area metropolitana di cui si parla ormai da troppo tempo».
In entrambi i casi, qualora una delle due fosse, Lamberto e Federica si troverebbero comunque a fronteggiarsi. Ma per entrambi, tra cavalleria e impegni mai interrotti e decisi a riprendere, il problema non sussiste.
«È l’ultimo dei miei pensieri – dice sorridendo Federica Fratoni –, anche perché sono sempre più convinta che anche la rappresentanze provinciali debbano essere il frutto di un suffragio diretto: è il popolo, la sua volontà, le sue prerogative, la sua visione a decidere e decretare chi siano i suoi rappresentanti a qualsiasi livello, sotto ogni forma di democrazia».
«Al di là di ogni forma di cavalleria che non mi permetterei di non osservare al cospetto di Federica – aggiunge Lamberto Gestri –, sono fortemente intenzionato a ritessere le fila dei miei interessi coltivati prima di questa meravigliosa avventura e non esiterei un attimo a riprendere in mano la mia vita trascorsa fino alla soglia della Provincia».
La domanda sorge spontanea: ma prima di questa crisi, più o meno pilotata, più o meno bancaria, non ricordo nessuno che abbia mai lasciato intendere o ventilato l’ipotesi che si sarebbe potuto fare decisamente meglio, spendendo parecchio meno, di come era stato fatto fino a quel momento. O no?

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[Mercoledì 12 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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