SERRAVALLE-CASALGUIDI. Il gruppo consiliare del Pdl interviene sull’approvazione
del Codice etico di Serravalle:
Premettendo che con il voto contrario
al Codice Etico espresso in Consiglio Comunale non vogliamo in alcun modo
avallare l’illegalità e la disonestà in ambito politico-amministrativo, poiché
sosteniamo con forza che certe condotte e certi atteggiamenti debbano essere
chiaramente respinti, combattuti e penalmente perseguiti, tuttavia rigettiamo
il concetto di “codice etico” per i seguenti motivi:
1) Secondo il nostro punto di vista non
sono certo le norme contenute in un documento esterno che possono cambiare il
modo di pensare e di agire di un amministratore. Sottoscrivere un testo di tale
tenore non offre nessuna garanzia circa l’incorruttibilità e l’irreprensibilità
morale di un cittadino che ricopre una carica pubblica: o un amministratore è
animato dalla volontà di porsi al servizio del bene comune o sicuramente non lo
diventerà in virtù di un codice etico. Noi riteniamo che un cittadino esprima
pubblicamente tale intenzione al momento della candidatura, in occasione delle
elezioni amministrative o politiche.
2) In secondo luogo, si tratta per noi
di un documento superfluo, senza alcuna utilità sociale. Infatti per quei
comportamenti che si profilano come reato sussiste ampia normativa a livello
nazionale ed è a quella che nei diversi casi occorre far riferimento; esiste
anche un codice di procedura penale che contempla le sanzioni e le pene per
ogni tipo di reato contro la pubblica amministrazione: i reati saranno quindi
valutati e giudicati dalla magistratura.
3) In terzo luogo, un codice che si
rispetti esige sanzioni appropriate e un organo che faccia osservare le norme
ivi contenute, comminando le pene, altrimenti non si può parlare di codice. Ma
chi è il super-amministratore o chi sono i super-amministratori in grado di
giudicare altri amministratori? Allora, secondo questa mentalità, occorrerà
stabilire un codice etico per i super-amministratori e individuare dei giudici
dei super-amministratori, cadendo in un inevitabile circolo vizioso da cui non
si esce, e che evidenzia l’assurdità di questo modo di ragionare. Per quanto
riguarda la moralità dell’agire politico di un amministratore, siamo convinti
che nessuno possa erigersi a giudice. In questo caso sarà la coscienza
dell’individuo ad ispirare le sue scelte in ambito politico-amministrativo;
della sua condotta, in coscienza, egli renderà conto, responsabilmente, non
solo ai propri elettori ma all’intera comunità civile.
4) Infine un codice etico per noi non
fa che alimentare la logica pericolosa del sospetto, di cui si nutre
l’antipolitica, secondo la quale tutti i politici e tutti gli amministratori
sarebbero corrotti o corruttibili. Noi non sospettiamo e non vogliamo indurre a
sospettare di nessuno; crediamo invece che ci siano a tutti i livelli, a partire
dai Consigli Comunali fino ad arrivare al Parlamento, persone capaci di scelte
politiche giuste, animate dalla passione per la cosa pubblica. Fino a prova
contraria, anche nel nostro Consiglio Comunale.
[comunicato]
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[Venerdì 21 dicembre 2012 - © Quarrata/news
2012]
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