venerdì 21 dicembre 2012

SERRAVALLE. IL PDL SUL CODICE ETICO: «UN DOCUMENTO INUTILE E CHE ACCRESCE SOLO I SOSPETTI»


SERRAVALLE-CASALGUIDI. Il gruppo consiliare del Pdl interviene sull’approvazione del Codice etico di Serravalle:

Premettendo che con il voto contrario al Codice Etico espresso in Consiglio Comunale non vogliamo in alcun modo avallare l’illegalità e la disonestà in ambito politico-amministrativo, poiché sosteniamo con forza che certe condotte e certi atteggiamenti debbano essere chiaramente respinti, combattuti e penalmente perseguiti, tuttavia rigettiamo il concetto di “codice etico” per i seguenti motivi:

1) Secondo il nostro punto di vista non sono certo le norme contenute in un documento esterno che possono cambiare il modo di pensare e di agire di un amministratore. Sottoscrivere un testo di tale tenore non offre nessuna garanzia circa l’incorruttibilità e l’irreprensibilità morale di un cittadino che ricopre una carica pubblica: o un amministratore è animato dalla volontà di porsi al servizio del bene comune o sicuramente non lo diventerà in virtù di un codice etico. Noi riteniamo che un cittadino esprima pubblicamente tale intenzione al momento della candidatura, in occasione delle elezioni amministrative o politiche.
2) In secondo luogo, si tratta per noi di un documento superfluo, senza alcuna utilità sociale. Infatti per quei comportamenti che si profilano come reato sussiste ampia normativa a livello nazionale ed è a quella che nei diversi casi occorre far riferimento; esiste anche un codice di procedura penale che contempla le sanzioni e le pene per ogni tipo di reato contro la pubblica amministrazione: i reati saranno quindi valutati e giudicati dalla magistratura.
3) In terzo luogo, un codice che si rispetti esige sanzioni appropriate e un organo che faccia osservare le norme ivi contenute, comminando le pene, altrimenti non si può parlare di codice. Ma chi è il super-amministratore o chi sono i super-amministratori in grado di giudicare altri amministratori? Allora, secondo questa mentalità, occorrerà stabilire un codice etico per i super-amministratori e individuare dei giudici dei super-amministratori, cadendo in un inevitabile circolo vizioso da cui non si esce, e che evidenzia l’assurdità di questo modo di ragionare. Per quanto riguarda la moralità dell’agire politico di un amministratore, siamo convinti che nessuno possa erigersi a giudice. In questo caso sarà la coscienza dell’individuo ad ispirare le sue scelte in ambito politico-amministrativo; della sua condotta, in coscienza, egli renderà conto, responsabilmente, non solo ai propri elettori ma all’intera comunità civile.
4) Infine un codice etico per noi non fa che alimentare la logica pericolosa del sospetto, di cui si nutre l’antipolitica, secondo la quale tutti i politici e tutti gli amministratori sarebbero corrotti o corruttibili. Noi non sospettiamo e non vogliamo indurre a sospettare di nessuno; crediamo invece che ci siano a tutti i livelli, a partire dai Consigli Comunali fino ad arrivare al Parlamento, persone capaci di scelte politiche giuste, animate dalla passione per la cosa pubblica. Fino a prova contraria, anche nel nostro Consiglio Comunale.
[comunicato]
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[Venerdì 21 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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