di LUIGI SCARDIGLI
L’ultimo semplice capolavoro di Luis Sepúlveda
PISTOIA. Non è da escludere che stasera, intorno alle 22, i vostri
figli più piccoli inizino a dare segni, tangibili, di stanchezza e che voi
genitori prevediate che le loro bizze possano compromettere il vostro brindisi
di mezzanotte.
Beh, sono certo che se intorno a quell’ora chiamate a
raccolta i vostri pargoli e, messo loro il pigiama, iniziate a leggere loro Storia di un gatto e del topo che diventò
suo amico (che l’autore ha titolato Storia
di Mix, di Max e di Mex, edito da Ugo Guanda), l’ultimo semplice capolavoro
di Luis Sepúlveda – ottanta pagine costellate da alcuni meravigliosi disegni
infantili –, otterrete due grandi risultati, anzi, tre.
Il primo è che i vostri figli, per una sera almeno, si
addormenteranno con la musica, meravigliosamente suonata dallo scrittore cileno,
e non storditi dalle pubblicità televisive, da videogiochi cruenti o da chat debilitanti
connesse a facebook.
Il secondo è che voi genitori, contemporaneamente, non
starete con il pollice sul telecomando a fare zapping da un canale ad un altro,
ma inforcati gli occhiali vi accomoderete sulla poltrona e scoprirete, non
certo riscoprirete, perché non l’avete mai fatto prima, quel gusto meraviglioso
di coinvolgere i vostri figli e perché no, vostra moglie, che è anche la loro
madre, anzi, soprattutto, in qualcosa che impegni tutti nello stesso modo: voi
a leggere, con scrupolo e rispetto, tanto della punteggiatura che dell’umore,
la poesia narrativa di Sepúlveda (meravigliosamente tradotto in Italia dalla
lucchese Ilide Carmignani) e loro ad ascoltarvi in religioso silenzio,
interrompendovi casomai qualche volta per non aver capito qualcosa che voi
leggerete di nuovo per poi ancora spiegarlo in altri termini, semmai.
Ma il vero grande risultato di questa iniziativa, facilmente
realizzabile (il libro costa 10 euro, ne vale davvero la pena), consiste nel
suo effetto collaterale: che dopo aver letto ai vostri figli la storia di Mix,
che diventa adulto e va a vivere da solo, portandosi dietro il gatto di
famiglia, Max, che perde progressivamente l’uso della vista fino alla totale
cecità, ma che scopre di avere un amico meraviglioso, Mex, un topo messicano
che invece di fuggire in strada cerca e trova rifugio nell’appartamento al
piano di sotto, a mezzanotte, di fare brindisi al nuovo anno, non ne avrete
alcuna voglia, soprattutto perché i vostri figli dormiranno già da un’oretta
abbondante e voi, con le vostre metà, sentirete forte il bisogno di dare il
benvenuto a questo 2013 facendo l’amore, casomai sottovoce, per non svegliare i
pargoli, ma con una voglia che credevate sepolta.
Buona notte. E buon anno.
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[Lunedì 31 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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