PISTOIA. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato
stampa che la Rete13Febbraio, il comitato Se Non Ora Quando? di
Pistoia, ha inviato agli organi di informazione locale per ricordare la morte
di Beatrice Ballerini, l’ennesima vittima del femminicidio in Italia.
L’immagine ci è
stata inviata – su richiesta della dottoressa Eleonora
Gori del Comune di Pistoia e dietro iniziativa dell’Assessore Ginevra Lombardi – dall’ufficio Pari Opportunità della Provincia di Pistoia.
BEATRICE
BALLERINI, UNA COME NOI
Si allunga
quotidianamente il doloroso elenco delle donne vittime di femminicidio. Anche
questa volta, l’assassinio è avvenuto dentro le pareti domestiche ma è troppo
evidente che la violenza maschile sulle donne non può essere considerata una
questione privata ma un fenomeno di pericolosità sociale, che riguarda la
relazione fra donne e uomini. C’è un senso comune che collega gli assassinii di
donne all’amore o alla follia, impedendo di alzare il velo sulla vera ragione di
questa strage: l’insostenibile libertà femminile e l’idea arcaica, ma ancora
viva, che la donna sia proprietà dell’uomo.
C’è troppa
distanza fra come le donne vengono raccontate e come sono nella realtà, con la
loro nuova consapevolezza del proprio diritto alla scelta libera e a libere
relazioni.
Come donne della
Rete 13 febbraio da tempo, con le nostre parole e le nostre pratiche, abbiamo
indicato l’urgenza di un nuovo patto fra donne e uomini, fra donne amanti della
loro libertà ed uomini che hanno sentimenti civili ed hanno voglia di porre
fine a questo stato di cose, ritrovando il senso dello stare insieme, nella
consapevolezza che sull’infelicità niente si può costruire. Agli uomini abbiamo
chiesto di uscire dal silenzio per evitare che le strade si allontanino
sempre più e ritrovare invece la felicità di stare al mondo insieme e di averne
cura.
Domenica 25
novembre sono state piantate 105 rose nel giardino della Biblioteca San
Giorgio: ogni rosa ha il nome di una donna uccisa in questo anno. Torneremo,
con l’assessore Ginevra Lombardi, a piantarne un’altra, che porti il nome di
Beatrice.
È indispensabile
che l’attenzione resti alta, per evitare che ogni donna uccisa venga uccisa due
volte: da chi le ha tolto la vita e da chi non vede quello che accade.
[comunicato]
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[Giovedì 20
dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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