di LORENZO CRISTOFANI
Il
progetto, inquinamento o non inquinamento, non rientra in nessun paradigma
energetico occupazionale e produttivo – Puntualizzazioni sull’intervento
del Consigliere regionale Pd Venturi
PISTOIA. Sovente la stampa
organica è incline a presentare visioni manichee, che non prevedono sfumature e
che consequenzialmente non facilitano la comprensione.
Il
bipolarismo sui singoli temi è del resto efficace dal punto di vista della
comunicazione, molto meno da quello dell’informazione. Spesso infatti l’argomento
è ostico e complesso, come la realtà, ma non per questo rimane immune dal
valzer delle semplificazioni.
Sulla
vicenda Repower di Bottegone la Coldiretti ha fornito una serie di
argomentazioni serie e articolate per chiarire i termini della questione (vedi). Altrettanto si può
dire per lo storico comitato di Badia-Bottegone-Canapale – si veda qui
il sito, costantemente aggiornato sugli sviluppi. E anche Riccardo Andreini ha
dato svariati e utili elementi di riflessione, non ultimo
quello in cui smaschera la forzatura autorizzativa della Regione Toscana e le
relative ipocrisie dei politici nel sostenere l’insostenibile (leggere qui, merita).
Nessuno di
chi ne propugna la realizzazione è riuscito invece a rivendicare una qualche
minima ragione. Sorprende anche che sia intervenuto – seppur in politichese e
con bizantinismi – il consigliere
regionale Gianfranco Venturi; sorprende perché in altre occasioni, ad esempio a
Pracchia, a un’assemblea partecipata da 400 persone che chiedevano alla
politica impegni per la ferrovvia Porrettana, era risultato un desaparecido – come
disse in sostanza Giampaolo Pagliai (qui), nel suo intervento :
“…la Regione Toscana non manda nemmeno un consigliere che è nato qui, a
Orsigna…[a 700 mt in linea d’aria, n.d.r.]”– confermando cioè il
generale scollamento tra eletti e territorio.
Nella
fattispecie della prevista centrale elettrica vale però la pena ribadire che
non si tratta di un’attività manifatturiera ma di un impianto di servizio
(servizio energetico, un servizio alle imprese) e come tutte gli impianti di
produzione d’energia necessita di nemmeno una decina di tecnici addetti al
controllo delle apparecchiature (termiche, elettriche) e alla manutenzione.
Ragione per cui non è corretto pensare di risolvere, tramite la Repower, la
questione occupazionale aiutando chi – in questo caso – ha vissuto il dramma di
perdere il lavoro alla Radicifil.
Ripeto però,
per evitare fraintendimenti: quando si parla di lavoro è fondamentale che gli
enti pubblici si attivino anche per salvare pochi posti; il lavoro è
costituzionalmente –al netto della Fornero, che con grande senso istituzionale
di ministro tecnico si tappa le orecchie come
neanche gli atteggiamenti più beceri e scurrili delle periferie romane – la priorità sociale e
politica e non si può arretrare nella sua difesa.
Personalmente,
ancora a scanso di equivoci, sostengo che risorse e investimenti vadano
destinate a favorire la sfera occupazionale. Anche dal lato ambientalista, per
riprendere uno scambio di battute avvenuto sul blog, è poi necessario
reindustrializzare il Comune, perché senza lavoro e senza industria non è
possibile una riconversione ecologica dell’economia, della produzione e del
consumo.
L’unico
conflitto di tutta questa storia allora, è quello, come è stato detto, tra un
settore che crea valore aggiunto all’economia locale e la prevista
infrastruttura energetica, che inevitabilmente comporterà espropri (e quindi
danni occupazionali) e la competizione per la risorsa suolo e per la risorsa
acqua – già attualmente emunta in maniera elefantiaca dai vivai. Per non parlare
degli scarti della centrale!
Tuttavia
questa infrastruttura, la centrale elettrica per intendersi, è completamente
disgiunta da un reale bisogno energetico delle aziende locali e non risponde ad
alcuna pianificazione energetica ufficiale (a meno che non sia stato deciso di
renderla il core-energy dell’area metropolitana, ma a questo punto qualcuno
dovrebbe pur dirlo).
Mi
riferisco al fatto che la pianificazione delle reti energetiche dovrebbe
competere a Terna e al GSE , che infatti gestiscono il sistema elettrico
nazionale, l’una dal punto di vista tecnico, l’altro da quello economico.
Il
consigliere Venturi potrebbe farsi raccontare queste cose dall’assessore della
provincia di Livorno Nista, che conosce bene le
problematiche dell’ approvvigionamento di gas metano e della produzione
elettrica.
Le
politiche energetiche non si improvvisano, specie quelle di una certa
dimensione e rilievo. La tendenza attuale in aggiunta, è quella della
cosiddetta generazione diffusa –la democrazia energetica (che personalmente
vedo però lontana) –, cioè di piccoli
impianti (di energie rinnovabili o meno), magari regolabili e asserviti a smart grid, e che centrali da 120 MW
elettrici sono, salvo in particolari contesti, superate .
È inutile
quindi dire che il gas metano è il combustibile fossile più pulito, quello di
transizione, che la centrale della Repower, un ciclo combinato gas-vapore in
cogenerazione, comporta l’uso più razionale possibile di energia primaria:
questo progetto, inquinamento o non inquinamento, non rientra in alcun
paradigma energetico occupazionale e produttivo di alcun tipo.
Si tratta
allora di una grandissima contraddizione tra quello che il Presidente assoluto
e autoritario (si veda qui per credere!) Enrico
Rossi dice – lo ha scritto lui in risposta a
Mauro Chessa “…salvaguardia del
territorio agricolo e rilancio del manifatturiero per far ripartire lo sviluppo…
” – e quello che fa.
Se non è
chiaro, si tornerà a breve sulle contraddizioni della Repower e di questo Presidente
che una mattina si è svegliato e ha deciso di imporre a Pistoia la Repower,
aiutato ovviamente dalle varie e fedeli pedine disseminate sul territorio
pistoiese.
Discorso a
parte, ma di completamento, sarà sull’associazione degli industriali pistoiesi,
che, parafrasando il prof. Paolieri, è riuscita negli ultimi anni a smantellare
il tessuto manifatturiero locale, una volta di livello e che ora si dà all’inseguimento
di chimere senza aver elaborato gli strumenti per leggere la crisi attuale e
superarla.
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica
23 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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