di EDOARDO BIANCHINI
L’operazione fatta partire da Andrea
Bonechi (Publiservizi) ad agosto sta turbando il sonno dell’opposizione – Conferenza
stampa di Bartolomei (Pistoia Futura-Fli-Udc) – Un giro di una decina di
milioni di contributi pubblici
PISTOIA. Sono le 4 del pomeriggio di Santo Stefano e ci ritroviamo
con Alessio Bartolomei in Sala Maggiore in conferenza stampa. Siamo in tre:
Fabio Calamati, Simone Trinci e io. La conferenza è stata convocata d’urgenza,
come d’urgenza sarà il consiglio comunale di domani. Si parla di una vendita
pubblico-privato e, com’è facilmente intuibile, di un pasticcio.
Andrea Bonechi (Publiservizi), nello
scorso agosto, ha fatto pubblicare un bando di concorso per l’individuazione di
un compratore per la centrale idroelettrica Le Regine. Un bando da soli 15
giorni, che viene pubblicato nella seconda quindicina di agosto e che,
chiaramente, resta quasi invisibile.
Viene comunque individuato il
compratore che, dalla Step, società 100% pubblica di Publiambiente, acquista la
centrale per 30mila euro: il compratore si chiama Oida ed è una società a sua
volta composta di tre soci al 33,3% ciascuno: un privato (Simone Iozzelli), una
srl (la Sunrise al 100% di Filippo Corsini) e una terza srl (Mjara) posseduta
da tre soci: 20% Lucia Rindi, 30% Chiara e Massimo Ceccarini, 50% non-si-sa-chi
rappresentato dalla Cordusio Fiduciaria di Milano (Unicredit).
Il passaggio di proprietà è già
avvenuto il 2 novembre scorso, e praticamente nessuno si è reso conto di niente
– tantomeno il Consiglio Comunale –, quando all’improvviso spunta un inghippo
su un particolare e non di secondaria importanza: la realizzazione (insieme al
pacchetto Le Regine) di un impianto fotovoltaico nell’area di Bulicata, su un
terreno di proprietà del Comune.
E tutto sarebbe andato a buon fine,
sempre senza che nessuno se ne rendesse conto, senonché l’Enel, che deve realizzare
l’allacciamento del fotovoltaico alla sua rete di distribuzione, trova che la
cabina presente a Bulicata non è della società venditrice Step né tantomeno della
società acquirente Oida: è, perbacco!, del Comune di Pistoia. Quindi: fermi
tutti finché il Comune di Pistoia non avrà concesso una servitù sulla cabina di
cui stiamo parlando.
Bella mossa. Da qui sorgono i primi
dubbi – come ha sottolineato Bartolomei.
Perché da nessuna parte del bando di
vendita di agosto si parlava anche della realizzazione dell’impianto
fotovoltaico? E perché così tanta fretta da dover correre a spron battuto a
concedere servitù su beni comunali?
La seduta del consiglio comunale
precedente fu fatta saltare e fu chiesto di inviare tutti gli atti relativi
alla transazione Step-Oida alla Procura della Repubblica e alla Corte dei
conti. E per quale motivo?
«Perché – sottolinea Bartolomei – c’è
qualcosa che non quadra a cominciare dal fotovoltaico di cui nessuno ha mai parlato».
Ma la cosa non si arresterebbe qui,
secondo il consigliere di opposizione.
«Intanto – dice Bartolomei – anche se
la centrale Le Regine era in disavanzo, chi ha acquistato attività e impianto
di un valore di un paio di milioni di euro, potrà, domani, ottenere un cospicuo
vantaggio chiedendo un passaggio dei mutui da pagare dai 10 anni fissati agli
ottenibili 20 anni e riportando in breve tempo la centrale in attivo. Ma in
secondo luogo (cosa ancor più grave e sospetta per Bartolomei) la costruzione
dell’impianto fotovoltaico a chi porterà utili consistenti? Al pubblico o al
privato? Ai cittadini tutti o solo a un cittadino?».
Non al pubblico – sembrerebbe – perché l’affare
è già stato venduto, ma certo a un privato che nel giro di 20 anni, producendo
energia elettrica con il fotovoltaico, potrebbe contare su contributi pubblici
di circa 500-550mila euro all’anno, per oltre una complessiva decina di
milioni.
«La fretta con cui il Comune ha
convocato il consiglio per domani – dice Bartolomei – è determinata solo dal
fatto che gli acquirenti perderebbero, se non completassero l’iter burocratico
per la servitù sulla cabina elettrica comunale, 130-140mila euro l’anno di
contributi pubblici, e finirebbero per rimetterci, nel ventennio ‘protetto’
dalle previdenze pubbliche, circa 1 milione e mezzo di euro».
Ma questo – si chiede Bartolomei – è
interesse pubblico o interesse privato? E se domani il consiglio procederà, lo
farà a vantaggio dei cittadini o di uno sconosciuto privato che si cela dietro
alla Cordusio Fiduciaria?
I conti di Bartolomei – tra l’altro – sembrano
abbastanza convincenti. L’affitto del terreno comunale (40mila metriquadri), su
cui dovrebbe sorgere l’impianto fotovoltaico, è di 1 € a metroquadro, per un
totale di 40mila euro all’anno: ma su 8 metriquadri di pannelli si produce, in
un anno, energia per circa 550 € di guadagno. E al Comune che ne viene? Solo 8
€? E chi guadagna alla fine – si chiede Bartolomei – il Comune o i privati? E
questo è fare l’interesse pubblico o tutto il contrario?
Sembra proprio un gran bel pasticcio un
po’ simile al gioco delle tre carte.
Solo che una di queste carte si è
inaspettatamente rovesciata: e il problema della cabina elettrica di Bulicata
sembra aver portato un cadavere in superficie.
C’è da aspettarsi che domani in
consiglio ci sarà maretta.
O forse anche tempesta.
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[Mercoledì 26 dicembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
non so bene quanto ci sia da preoccuparsi anche se non capisco perché si dovrebbe mettere in vendita un bene, seppure non in grado di produrre utili, durante il mese di agosto (nella seconda quindicina d'agosto, a esser sicuri che chi non ha motivo di sapere continui a sguazzare beatamente in qualche mare), insomma il tutto suona sinistro ma mettiamo che domani in consiglio comunale Alessio Bartolomei faccia le sue rimostranze e così forse altri rappresentanti della minoranza, poi con i voti della maggioranza, il provvedimento necessario passa, i cittadini pistoiesi non sanno, non sono tenuti a sapere...tutto prosegue come previsto e chi doveva fare il suo business l'ha fatto gli altri si arrangino.
RispondiEliminaChe lo dico a fare? Lo dico perché se domani in palazzo comunale ci fossero una ventina o trenta cittadini inc...uriositi forse le risposte potrebbero essere più attente e le scelte più ponderate. E' una regola generale, controllare de visu, da vicino che cosa si compra con i nostri soldi, che cosa si vende e a chi dei beni della comunità, occuparsene, perché nessuno sa bene il proprio interesse quanto il diretto interessato.
Buone Feste.
Cara Paola,
RispondiEliminabuongiorno e buone festività, intanto.
C’è un altro particolare che mi era sfuggito e che può essere di sostanzioso contorno.
C’è una clausola, nel contratto di compravendita, che prevede che – attenta – a insindacabile decisione del compratore, quello che è stato comprato può essere risbolognato al venditore pubblico (e quindi ai pistoiesi) all’85% del valore commerciale e venale del momento (se non ho capito male dalle parole di Bartolomei).
Obiettivamente a me sembra di vedere quello che è successo in Russia dopo lo sfacelo: i capipartito si sono appropriati dei beni dello Stato e, mentre il popolo sta male, certi signori degli anelli se la spassano grassa tanto da fare feste al Forte dei Marmi a suon di 40mila euro per volta…
Se la Seconda Repubblica è questa – anche nei suoi strascichi – era meglio quand’era peggio.
O no?
e.b.blogger
Anche meglio dunque!? :-(
RispondiEliminaComplimenti e Auguri a te e a tutto il tuo team.