di EDOARDO BIANCHINI
Gli elettori non scelgono liberamente i
candidati, ma solo gli uomini che il partito preconfeziona per loro
PISTOIA. Alle 15:00 ho ricevuto questo sms: «Stamani assemblea provinciale Pd: al marini è stato impedito
di candidarsi, nonostante le regolari firme. Per la piana solo magnanensi,
sponsorizzata dalla fratoni».
Ho fatto la trascrizione filologica
così come il messaggio mi è giunto: con Magnanensi al femminile, forse perché –
per lapsus freudiano – Paolo è figlio di sua figlia, più o meno,
rovesciando i termini, come un Gesù dantesco della preghiera alla Vergine che
tutti i comunisti conoscono a menadito grazie al loro Mentore Roberto Benigni,
che una volta ne fece un cavallo di battaglia, beccando (all’epoca) non 5
milioni di euro come l’altra sera, ma qualche miliardo delle vecchie lire.
Ho voluto, però, approfondire un po’
meglio questa frammentaria, ma interessante notizia. E – credo – sono riuscito
a giungere, più o meno, al nòcciolo della questione.
Sembra che siamo arrivati a questa
conclusione con un voto di appena 9 favorevoli dei molti che fanno parte della
direzione provinciale del Pd.
Di maschi sono passati Scarpetti,
Fanucci e Magnanensi (quest’ultimo, appunto, sponsorizzato, come mi è stato
suggerito, da Federica Fratoni).
Di donne la previsione era per due.
Caterina Bini risulta – anche dopo questa infelice battuta della direzione
provinciale – inattaccabilmente certa, ferrea e garantita sotto ogni profilo.
Si badi bene che non sto esprimendo
giudizi di merito: sto solo raccontando, almeno per ora, quello che mi sono
sentito raccontare ed esporre.
E la seconda donna? Qualcuno ha pensato
alla Stefania dipendente del Pd di Pistoia, che non avrebbe dato fastidio a
nessuno/a, nemmeno a Caterina Bini. Il Pd di Montale, a questo punto, se non
altro per brindisi della staffa, ha proposto di far passare il nome di
Barbara Innocenti. Ma la cosa non è piaciuta punto punto – tanto per usare un francesismo.
Ci sono stati – tutto sommato – parecchi
momenti di tensione in senso all’assemblea di coloro che muovono il sole e
l’altre stelle, sempre per abusare del padre Dante.
A questo punto anche Paolo Bruni, pur
con la sua aria da gentile/delicato/ritroso curato di campagna, avrebbe perso
la sua espressione imperturbabile e mite (alla Bertinelli degli auguri…? – vedi)
e avrebbe dato il meglio di sé, imponendo la Cheli di Montecatini e così blindando
in assoluto la candidatura di Caterina Bini.
Ora vengo al commento e quindi entro
sia nel merito che nel metodo comunista.
Dirò, in primis, che mi dispiace
sinceramente per Stefano Marini: amico da un quarto di secolo e di cui, a
prescindere da tutto, ho stima. Ma non deve prendersela. Come Sindaco di
Quarrata ha fatto un milione e mezzo di errori, e glieli ho sempre detti tutti,
ma è stato (e tutti sanno che io non sono comunista – scusate l’anacronismo,
ma io sono antico anche nella terminologia) un vero Sindaco e come tale io lo
ricordo da suo concittadino.
Stefano, le firme, le aveva o non le
aveva. Se le aveva, i comunisti di turno, che contano oggi, mi devono spiegare
come hanno fatto a rovesciare la frittata escludendolo: ma forse lo hanno fatto
con la stessa autorità con cui fecero passare il broglio delle primarie di
Bertinelli al Ponte alle Tavole; ovverosia, in termini molto espliciti,
l’autorità della legge del Menga.
Non se la prenda Stefano: ma a Pistoia
preferiscono altra gente. Come Scarpetti, che – dicono – molto tempo passa a
giocare alle macchinette, o Magnanensi che niente ha fatto per liberare
Agliana, con calma e nel tempo, dagli spari di cacca in aria dell’inceneritore
di via Tobagi. A Stefano io auguro di sentirsi sereno e pago già per quello che
ha fatto e che sta ancora facendo.
E questo era il merito.
Ora tocca al metodo e dico che sistemi
di questa forza e portata indicano solo una cosa: che l’èra Bersani non
differirà in niente e per niente dall’èra Stalin.
Perché le primarie dovessero dare esiti
democratici, c’era solo una via: permettere a tutti (anche duemila persone) di poter
entrare in lista. E lasciare che gli elettori Pd (di centro-Pd, di destra-Pd e
di sinistra-Pd) votassero a ruota libera e in piena libertà di coscienza.
Messe in questi termini, le primarie Pd
per il Parlamento sono come l’enunciazione di un diritto universale che riconosce
l’uguaglianza a tutti i maschi ma non a quelli che hanno il pisello più corto
di cm. 30,2 come standard di base.
Signori comunisti, signor Paolo Bruni e
signor Marco Niccolai, non pigliateci per il culo.
L’uomo è uomo e voi siete uomini. E voi
siete qui, nel Pd, perché non siete di là, nello schieramento del Pdl. Ma tutto
questo è un puro caso, un accidente e non una sostanza, come
potrebbe sapientemente spiegarci il nostro Vicepresidente del Senato con la sua
scienza filosofica.
E il pensiero – anche il vostro – è sempre lo stesso: affermare un proprio potere ed
esercitarlo in ogni modo fuorché in quello democratico.
Come avete incontrovertibilmente mostrato
oggi, i candidati non li sceglie il popolo lavoratore: il popolo lavoratore deve
solo votare i candidati già scelti da voi e pre-impacchettati in confezione “regalo
di Natale” sugli scaffali della Coop.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 23 dicembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Un lettore mattacchione – di cui non riporterò il nome finché non mi avrà autorizzato – mi scrive, firmando con uno pseudonimo illustre:
RispondiEliminaRagassi non schersiamo, non siamo mica qui per aver chiamato Magnanensi a cambiare l’acqua ai canarini, ma perché… ora mi sfugge la motivassione, ma ci deve pure essere…
Pier Luigi Bersani
[Sent from my BlackBerry® wireless device]
e tutto in nome della DEMOCRAZIA ...
RispondiEliminaITALIA, BENE COMUNE ... vedi Comunità Montana -
Più bene comune di così! ...