di Niccolò Lucarelli
PRATO. L’umanità ha sempre chiara
davanti a sé la direzione che sta prendendo? E ancora, riesce a capire dove si
trova? Sono le riflessioni su cui è incentrato L’Isola, il dramma di Tommaso Santi
calorosamente accolto al Teatro Fabbricone in occasione della prima assoluta e
che ha segnato il prequel
della stagione di prosa 2012-2013.
Sette
personaggi si ritrovano su una scialuppa di salvataggio, in seguito all’affondamento
della nave da crociera che li ospitava. Sette personaggi fra loro molto
diversi: un inserviente della sala macchine e la cantante della nave (Andrea
Bacci e Monica Bauco); fratello e sorella legati da uno strano rapporto morboso
(Fabio Ma scagni e Valentina Banci); un cinico personaggio concentrato su sé
stesso (Mauro Malinverno); un uomo e una donna, forse amanti, forse amici
occasionali (Francesco Borchi ed Elisa Cecilia Langone). Nessuno ha un nome, in
mezzo alla sciagura l’identità è andata perduta.
Di
grande impatto la scenografia, minimalista ma costruita su un sapiente
contrasto di luci e ombre, e con l’oceano suggerito da un enorme telo di
plastica. Al suo apparire dall’oscurità profonda, questo gruppo eterogeneo
sulla scialuppa richiama, per la costruzione prospettica piramidale, il quadro La zattera della Medusa di
Théodore Géricault; a livello concettuale, la disperazione espressa dall’opera
pittorica riemerge negli atteggiamenti di deliberata follia assunti dai
personaggi del dramma.
Il
viaggio della scialuppa verso l’ignoto, in un oceano buio e vuoto, è in realtà
la metafora del peregrinare senza meta della società contemporanea, il cui
futuro appare sempre più incerto, nonostante si voglia continuare a illudersi. La
seconda parte dello spettacolo si svolge su un’isola, che nella forma ricorda
da vicino l’isola dei Morti, dell’omonimo quadro di Arnold Bocklin. Quella che
a prima vista sembra una terra di salvezza, è in realtà una terra sterile, un
non-luogo che non appartiene a nessuno. La scelta registica di Magelli è caduta
su un’isola interamente composta di rifiuti plastici, la quale, di per sé, è
già un’opera d’arte contemporanea di tipo concettuale.
A
nostro modesto parere L’Isola
presenta, fra tante luci, anche alcune ombre; non sempre, infatti, il testo
brilla per intensità drammatica, ma attraversa alcune fasi, brevi, di
stagnazione, che lo rendono macchinoso. Tuttavia, fra le tante luci, la più
significativa è legata al lungo e paziente lavoro di sintesi letteraria, che,
concettualmente, nel complesso funziona.
Interessanti
le citazioni di filosofi e pensatori politici, fra cui Voltaire, Feuerbach,
Gramsci, quasi a voler fare un bilancio del dove ci abbiano portato le loro
idee, quanto l’umanità abbia veramente potuto e voluto capirne, quali di esse
meritino di essere salvate dal naufragio della civiltà.
Molto
intensa la recitazione degli attori, con Banci, Langone e Malinverno sugli
scudi. Valentina Banci, nelle vesti di un’elegantissima Sibilla-Cassandra, è l’unica
ad aver compresa l’entità della tragedia, e spicca nell’oscurità della
scenografia come una Valchiria wagneriana, incarnazione della potenza, e della
bellezza, della Morte. Elisa Cecili Langone, interpreta una sofisticata e
annoiata gentildonna, che sembra uscita da certe pellicole espressioniste di
Pabst o Lubitsch. Malinverno, completamente vestito di nero, porta sulla scena
un personaggio à la Céline,
un narciso dalle pose tragiche e controverse, chiuso in un culto dell’Ego che,
ovviamente, lo porta a disprezzare gli altri. Ma la matura interpretazione di
Malinverno fa sì che nel personaggio si possa leggere l’intellettuale-dandy, in
eterna lotta contro la massa informe, e votato all’estetica dell’esistenza.
Nessuno,
tuttavia si salva, e l’interrogativo resta: dove stiamo andando?
P.S.
– Per la cronaca – e in perfetta linea con il contenuto dello
spettacolo – riportiamo l’episodio, a metà fra seccante e
grottesco, che si è verificato dopo un quarto d’ora dall’inizio: una donna, ha
abbandonato la platea irrompendo sul palcoscenico, dove, fra lo sconcerto del
pubblico e del personale del teatro, ha inveito pesantemente all’indirizzo
dello spettacolo, costringendo gli attori a una sospensione. Dopo venti minuti,
la donna, visibilmente alterata e emotivamente instabile, è stata allontanata
dal palcoscenico e affidata alle cure del personale medico e delle forze dell’ordine.
Cliccare
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[Martedì
9 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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