di
Lorenzo Cristofani
Situazione insostenibile – Le istituzioni
devono porsi il problema di cosa fare e cosa non fare – Nel decidere deve
essere comunque coinvolta la popolazione
PISTOIA. «È
veramente inquietante il silenzio generale, del modo politico e dell’informazione,
attorno a questo obbrobrio e attorno alla questione del parcheggio di
superficie».
Mi dicono
così, in sintesi, alcuni amici di Valdibrana, incontrati dopo anni, che mi
hanno mostrato due situazioni, documentate nelle immagini qui riportate.
Immagini che non meritano ulteriori digressioni o preamboli, ma che
sollecitiamo l’attenzione del Sindaco di Pistoia e del Consiglio Comunale – nonché
delle autorità religiose – in merito al perdurare di questa degradante
situazione urbanistica, che penalizza, peraltro da anni, la qualità dell’abitare
di Valdibrana.
Nello specifico del parcheggio di superficie
incompiuto, infatti, la richiesta degli abitanti è semplicemente che le
istituzioni attivino tutti gli strumenti per imporre, ai proprietari dall’area
destinata a ospitare le macchine – che mi assicurano essere la parrocchia –,
di terminare i lavori di suddetta struttura, ultimabili con spesa irrisoria e
certamente non più dilazionabili.
Rispetto
invece all’ecomostro a fianco del Santuario della Madonna di Valdibrana, che ha
implicato lo sventramento, contro ogni buon senso, di una collina – la cosa fu denunciata
diversi anni fa da Legambiente, con una lettera scritta alla Soprintendenza,
che non rispose e che evidentemente era alle isole Cayman, insieme alla
Confcommercio – diversi sono i commenti.
Giova
intanto ricordare che si sarebbe trattato della Realizzazione di aula liturgica e locali di ministero pastorale per la
parrocchia di San Romano in Valdibrana, con il contributo della Cei,
Conferenza Episcopale Italiana/Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto e
della Fondazione Cassa di Risparmio.
Alcuni
chiedono se e come intende il Comune muoversi su questi due episodi, altri
pretendono di conoscere di chi sia la responsabilità del disastro edilizio e
paesaggistico e se ci siano provvedimenti verso qualcuno. Chi addirittura
propone – credo provocatoriamente – l’apertura di un museo
o l’affiliazione all’ecomuseo della provincia. Insomma, le esigenze di
chiarezza e concretezza sono varie, come pure le polemiche e le domande, ma la
cosa certa è che tutti auspicano risposte convincenti da chi di dovere, visto
che, ricorda qualcuno, “ il sì è il sì,
il no è il no e tutto il resto è del maligno …”.
Vale però
la pena di ritornare su di una questione cruciale, che qui, anche solo
marginalmente, riemerge in tutta la sua urgenza: quelle della priorità nella
destinazione delle risorse pubbliche e di un dibattito relativo.
In questo
caso infatti il Servizio per l’Edilizia di Culto/Cei beneficia dell’otto per
mille Irpef e per quanto riguarda la Fondazione non servono certo precisazioni.
Allora, si
vuole esser consapevoli che, se è vero che le risorse sono sempre meno, ogniqualvolta
sono in gioco soldi pubblici – movimentati in favore
della collettività – si deve valutare approfonditamente quali siano
le effettive ricadute?
Si vuole
capire che i cittadini devono da un lato potersi informare e dall’altro
partecipare però con attenzione ad una discussione su cosa può e deve essere
finanziato e cosa assolutamente non può e non può essere finanziato? Su quali
sono i bisogni reali e prioritari della comunità e quali invece non sono
prioritari e non danno ricadute?
Le
istituzioni e i rappresentanti dei cittadini dovrebbero favorire questo
particolare e delicatissimo dibattito e orientare sia scelte che risorse sugli
obiettivi strategici e veramente prioritari.
Quante
volte si dovrà ancora ripetere ?
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 15
ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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