di Luigi Scardigli
In provincia di Padova, a Loreggia, per l’esattezza, un
giovane di belle speranze – e illusioni – è costretto, proprio sul limitare del
conseguimento del diploma secondario, al termine di un quinquennio più che
decorso, ad abbandonare gli studi: il padre ha recentemente perso il posto in
fabbrica e la mamma è stata licenziata da tempo. Entrambi disoccupati, i
genitori sono stati costretti, non sapendo come poter pagare al proprio figlio
i libri scolastici e l’abbonamento per i mezzi pubblici, a sottrarre il figlio
dai banchi del liceo e vedere se almeno lui, giovane e forte, riesca a trovare
uno straccio d’occupazione.
Il Sindaco del Comune padovano, Fabio Bui – che non so a
quale gruppo politico appartenga, ma non me ne frega nulla –, ha pubblicamente detto che “è assurdo che possa andare a
scuola solo chi può permetterselo”.
Sono d’accordo. Ma bisogna correggere del tutto il tiro e
legiferare che è assurdo che possa andare a scuola chiunque se lo possa
permettere! I libri, come i pasti delle mense, gli abbonamenti ai mezzi
pubblici, ma anche l’assistenza sanitaria, non dimentichiamocela, devono essere
garantiti a tutti, ricchi e poveri: sono i padri dei ricchi a dover assicurare,
ai figli dei poveri, le stesse opportunità della loro prole, con una
dichiarazione dei redditi che corrisponda, letteralmente, ai reali introiti, ma
a patto che i fruitori facciano il loro dovere.
E invece – al di là della
cittadinanza onoraria che l’Italia offre a tutti i suoi evasori – la regola è letteralmente
il contrario: basta avere i soldi per poter andare avanti. Avanti invece devono
andare soltanto coloro i quali ne abbiano diritto, diritto conquistato sul
campo, dove chiunque deve avere il diritto di poter accedere.
E i migliori, che sono quelli che hanno studiato di più e si
sono sacrificati più degli altri – non quelli più intelligenti, naturalmente –
è bene che comandino e che legiferino: non si scorderanno di quelli meno
fortunati di loro e sapranno come fare per garantire che avanti ci siano sempre
i meritevoli.
Per tutti gli altri ci sono le sostanze esageratamente
stupefacenti: la televisione, il calcio, la moda, l’alcol, la droga, pasticche
che questo sistema guidato da furbi e ricchi, non da meritevoli, spaccia
costantemente, e spesso gratis.
Io continuo a crederci, come Beckett: Godot, un giorno, arriverà!
C’era una volta, in Italia, un partito
dei lavoratori. Con un sacco di difetti (quasi tutti) e pochissimi – ma davvero
pochissimi – pregi. Si chiamava Pci e aveva al suo interno anche gente che,
quando i Russi arrivavano a Budapest, applaudivano ai carrarmati perché ‘facevano
bene’ a schiacciare le rivolte antimarxiste. Ma ai lavoratori sembrava
pensarci, almeno a volte.
Poi dagli anni 90 quel partito cominciò
a tradirsi e a tradire i lavoratori.
Cadde il muro, ma non quello di
Berlino, quello che separava uomini e idee dai quattrini. E a forza di cose, di
querce, olivi, asini, e poi margherite bastarde e quant’altro, quelli di là – o
ciò che restava di quelli di là –, dopo aver fatto a fette la prima ingloriosa
(ma più dignitosa di quella di ora) Repubblica, annusato il profumo del soldo,
hanno abbracciato le banche e la finanza: era più comodo.
Forse sarebbe meglio che fosse vero il
calendario Maya.
Una vampata, a Natale, e via…
e.b.
blogger
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[Sabato 6 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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