Il disegno Franceschini-Scalfarotto
rischia di privilegiare una minoranza e di danneggiare una maggioranza
PISTOIA. Il Pdl scrive:
Il disegno di legge che vorrebbe
introdurre nell’ordinamento giuridico italiano il reato di omofobia e
transfobia, fortemente voluto dal Pd con Dario Franceschini e Ivan Scalfarotto
e in discussione in questi giorni in Parlamento, attraverso l’applicazione
della Legge Mancino, rischia di essere un testo con intenzione liberticida,
volto a minare e limitare il diritto alla libertà di pensiero e di espressione
sanciti e tutelati dalla nostra Carta Costituzionale.
Infatti la Legge Mancino, mediante l’introduzione
del reato di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi
e quindi di sanzioni più gravi per lo stesso tipo di reato, non fa che
individuare certe categorie “protette”, destinatarie di particolare tutela,
andando a ferire il principio costituzionale secondo cui “tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzioni
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali” (art. 3).
Se il disegno di legge verrà votato,
anche gli omosessuali e i transessuali, saranno riconosciuti come categoria “protetta”,
e di conseguenza verrà riconosciuto come reato ogni opinione espressa in
pubblico o a scuola contro l’ideologia del gender, contro l’orientamento
sessuale disancorato dal dato biologico e contro il matrimonio e le adozioni
gay.
Tanto per fare un esempio, le
conseguenze penali per coloro che intraprendessero un’iniziativa pubblica per
ostacolare o contestare una legge che autorizzi il matrimonio omosessuale, così
come per coloro che definissero l’omosessualità quale atto intrinsecamente “disordinato”,
sarebbero la reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Allora non si capisce perché le persone
omosessuali, insieme a rom, stranieri, islamici o chiunque altro, dovrebbero
beneficiare per legge di un diverso trattamento più “favorevole”: valgono forse
più degli eterosessuali, degli italiani o dei cristiani?
Esistono purtroppo, adottando la logica
– a nostro avviso molto discutibile – delle categorie, anche i malati, gli
anziani e i diversamente abili, fino ad arrivare alla difficile se non
impossibile individuazione di “gruppi” (per esempio i “secchioni”, i ragazzi
timidi o quelli non vestiti alla moda che talvolta purtroppo sono bersaglio di
derisione e di discriminazione nelle scuole).
Gli atteggiamenti discriminatori nei
confronti di queste persone sarebbero meno gravi? Ciò induce a pensare che la tutela
offerta a determinate categorie piuttosto che ad altre sia meramente ideologica,
in quanto sarebbe sufficiente applicare gli strumenti giuridici vigenti in
materia di violenza e aggressione alla persona, lasciando al magistrato la
facoltà di considerare eventuali aggravanti nei casi specifici.
Inoltre, contravvenendo sempre al
dettato costituzionale, in base al quale un sistema penale deve fondarsi su
dati oggettivi, per la nuova normativa sarà penalmente rilevante un elemento
del tutto soggettivo e transitorio come l’orientamento sessuale, che si basa non
sull’identità del sesso biologico, bensì sulla percezione di sé e dell’attrazione
verso il proprio o l’altro o entrambi i sessi.
Che ci sia un “vizio” ideologico a ben
guardare risulta anche dall’ispirazione ai metodi di rieducazione dei detenuti
politici per quanto riguarda la previsione della pena accessoria, costituita
dalla prestazione d’opera non retribuita a favore della collettività, che nello
specifico potrebbe essere svolta presso le stesse associazioni gay, lesbiche o
transgender.
C’è veramente bisogno di questa legge o
è il tentativo attraverso il quale raggiungere anche in Italia il
riconoscimento giuridico delle coppie e del matrimonio gay (vista anche la fretta
con cui in Parlamento si cerca di arrivare alla meta bruciando le tappe
legittime della discussione degli emendamenti)?
Purtroppo, con il tacito consenso di
tanti cattolici, mediato dalla politica, si sta imponendo un tipo di cultura
laicista che, rivoluzionando totalmente la visione antropologica e privando i
soggetti dei diritti e delle libertà fondamentali, intende vanificare la
differenza sessuale al fine di abbattere uno dei pilastri su cui poggia la
nostra società, ossia la famiglia “naturale”, fondata sul matrimonio tra uomo e
donna.
Concludiamo facendo nostre le
dichiarazioni dei parlamentari del Popolo della Libertà Mariastella Gelmini,
Eugenia Roccella e Maurizio Sacconi in una lettera a la Stampa:
‘‘Noi facciamo politica liberamente, in
prima persona e mettendoci la faccia. Riteniamo che il rispetto, il valore e la
dignità di ogni singola persona siano principi inviolabili e irrinunciabili, e
che quindi quello alla vita sia il primo fra tutti i diritti, per tutti i
cittadini, in qualsiasi condizione versino. Crediamo che ogni bambino desideri
crescere con un padre e una madre. Crediamo che la volontà condivisa di
impedire le discriminazioni per l’orientamento sessuale non possa sfociare
nella limitazione della libertà di espressione e di associazione, che sono beni
irrinunciabili per una democrazia’’.
Elena
Bardelli
Patrizio
La Pietra
Sandra
Palandri
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[Martedì 6 agosto 2013 | 13:00 -
© Quarrata/news]
Condivido e voglio complimentarmi con Elena, Sandra e Patrizio che hanno finalmente rotto l'assordante silenzio di tutti i politici - in primis quelli cattolici - che per convenienza sono rimasti zitti su questo importante argomento. È vero che la politica è fatta di compromessi, ma è altrettanto vero che esistono valori che non possono essere messi in discussione. E se i valori della famiglia tradizionale o della libertà di pensiero diventano valori discutibili e disponibili, allora la politica è davvero indietro rispetto al Paese. C'è tanto da fare, abbiamo bisogno di provvedimenti economici urgenti, di riforme costituzionali, e non di ulteriori perdite di tempo. La politica (Pdl incluso) si svegli, o poi non ci potremo lamentare del voto di protesta al Grillo di turno.
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