di Giacomo
Del Bino [*]
QUARRATA. Martedì 30 luglio, ore 21:30.
Locali de “La Civetta”, Quarrata.
Sono venuto col collega ed amico
Maurizio Giorgi, per ascoltare e – eventualmente – dare un piccolo contributo
alla discussione. Pochi minuti d’attesa nel giardino ed entriamo. Primo piano,
locale piccolo e bollente. Da non respirare. Scendiamo, ma al piano terra è la
stessa storia. Torniamo in giardino e ci sediamo a semicerchio su sedie di
fortuna. Ci saranno un centinaio di persone, forse meno. Davanti, i vip
quarratini.
Inizia così la serata promossa
dal comitato “No-tares” di Quarrata – e dal suo responsabile Marco Monaco – sul
problema, appunto, “tares”.
Il Sindaco Mazzanti appare
tranquillo, ma è la prima volta che lo vedo di persona e il mio giudizio vale
il giusto. Risponde alle domande in modo non sempre pertinente, evitando le
buche più dure. Ma è solo di fronte alla folla – penso io – comprendiamo le sue
difficoltà. Sto tranquillo ed in silenzio nel semibuio. La serata è un po’
caotica, la gente piuttosto nervosa.
Decido che è il momento di
intervenire. Voglio rendermi utile. Vado dal moderatore e gli chiedo di poter
parlare, ma senza presentarmi (del resto non lo fa nessuno): non voglio fare
propaganda politica. Chi mi conosce mi conosce. Quando mi viene concessa la
parola, mi chiamano tra i vip. Sono contento, ma solo perché c’è più luce e
potrò leggere meglio. Non faccio in tempo a sedermi che il Sindaco chiede chi
io sia. Rispondo che sono un cittadino pistoiese. Lui insiste, domandandomi se
non fossi anche un amministratore. Provo ancora a schivare il colpo, ma il
Sindaco rincara la dose ed io non voglio far la figura di uno che si nasconde.
Mi tocca “confessare le mie colpe”. Volevo essere uno, nessuno e centomila, ma
non ci sono riuscito.
Prendo la parola ed imposto un
discorso con due riflessioni ed una proposta. Con la prima riflessione,
argomento la notevole forza propulsiva che negli ultimi tempi mostrano comitati
e movimenti, che sta conducendo ad ottimi risultati condivisi. Introduco poi la
seconda, dichiarando che avrei letto alcune frasi pronunciate dal Vice-Sindaco
di Pistoia, dottoressa Belliti, ricavate senza stravolgere né lettera né
spirito dal verbale (pubblico) del 03/06/2013, giorno in cui in Consiglio
Comunale abbiamo approvato la Tares.
Apriti cielo! Il Sindaco Mazzanti
mi interrompe, affermando che voglio fare il furbo.
Vien fuori un dialogo di questo
tenore (non ricordo le parole precise):
– Lei vuol
fare il furbo.
– Come
voglio fare il furbo?
– Cosa è
stato approvato?
– Come cos’è
stato approvato? Si parla di tares, no?
– No. Non è
stata approvata la tares... lei vuol fare il furbo.
– Non le
permetto di offendermi e mi lasci finire... io non l’ho interrotta.
– No, no,
lei vuol fare il furbo: non è stata approvata la tares. Detta così, sembra che
gli amministratori fossero contenti.
– (Leggo il
titolo del provvedimento approvato) Tributo comunale sui rifiuti e servizi
(tares).
– No, no.
Non è stata approvata la tares.
– Guardi,
stiamo perdendo tempo. Mi dica come vuole che la chiami e mi faccia concludere,
per cortesia.
– Non è
stata approvata la tares.
– Mi dica
lei, allora!
– Lei vuol
fare il furbo.
– Smetta di
offendermi. Non deve permettersi. Non deve permettersi.
A questo punto, si alzano i toni
per qualche attimo. Un vigile nascosto tra la gente si avvicina a noi, ma non
serve. La tempesta è già passata.
Lo ammetto. Ho reagito forse
aspramente ad una provocazione, ma troppo tardi ho capito che di questo si
trattava, e ci son caduto come un pollo. Sbagliando s’impara. Già mi aveva
disturbato l’insistenza per sapere il mio nome, quando poi sono stato
interrotto brutalmente e appellato come “furbo”, mi sono un po’ accalorato. Mi
spiace. Ma la rabbia monta, quando un cittadino che ci mette faccia, tempo,
energie, si sente offeso da un Sindaco che oltretutto cavilla sul nulla
piuttosto che ascoltare con attenzione e rispetto chi, pochi attimi prima, era
stato invitato a declinare generalità ed incarichi. Mi sembra un gioco troppo
sporco. Ho sbottato? Bene. Un cittadino ha sbottato di fronte ad una
scorrettezza di un’autorità.
Il destino, a volte, è strano.
Se solo il Sindaco avesse avuto
la pazienza e la buona creanza di ascoltarmi senza interrompermi, avrebbe
ricevuto un assist su un piatto d’oro: le parole del Vice-Sindaco di Pistoia.
Non ero lì per far campagna elettorale, ma solo per dare delle informazioni che
ritenevo attinenti e dei suggerimenti operativi che ritenevo percorribili.
Finalmente, quindi, posso
riprendere il mio intervento. Leggo gli stralci di quanto affermato in
Consiglio Comunale dal Vice-Sindaco di Pistoia: “la tares va in direzione
esattamente opposta all’obiettivo del perseguimento di una più forte raccolta
differenziata. (...) anche noi giudichiamo questa una tassa profondamente
ingiusta per com’è concepita e per come si andrà a distribuire su tutti i
contribuenti. (…) è allo studio dell’Ato Toscana Centro una disciplina generale
della tares. (…) dopo anni di tante chiacchiere anche sul federalismo fiscale,
che ha portato a oggi al taglio netto dei trasferimenti dello Stato agli enti
locali, oggi si opera nel senso di un riaccentramento statale delle entrate e
delle imposte. (…) dovremo aprire a una riflessione complessiva sulla
riorganizzazione del sistema delle entrate e quindi anche su una
riorganizzazione del sistema che vede i comuni orientati su una reale autonomia
impositiva”.
Il Sindaco plaude a questo
intervento, arrivando persino ad offrirmi un caffè.
No comment. Se mi avesse fatto
parlare senza interrompere per un motivo tanto futile e pretestuoso sarebbe
stato più credibile. Sbagliando s’impara.
Terminate le due riflessioni,
giungo alla richiesta.
Chiedo al Sindaco di Quarrata di
esprimersi circa la seguente proposta: che i Comuni dell’Anci (associazione
nazionale comuni italiani), si coordinino e predispongano una battaglia dura
nei confronti dell’amministrazione centrale per ridiscutere l’iniqua ed
inaccettabile gabella tares, così come stanno facendo – anche a costo di venire
commissariati – per contrastare la richiesta di versare 700 milioni di Euro
allo Stato (a causa di mancate entrate derivanti dall’Imu). Nel frattempo –
aggiungo –, almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza, che sospendano i
pagamenti. Chiudo l’intervento augurandomi che la forza prorompente dimostrata
negli ultimi tempi da comitati e movimenti venga incanalata nella maniera più
produttiva, cioè stimolando l’utilizzo degli istituti di partecipazione
popolare (referendum, petizioni ecc.), nonché predisponendo, per esempio, una
sorta di bilancio partecipativo.
Il Sindaco prende la parola e,
rispondendo ad alcuni cittadini ed a me, confessa, in soldoni, di sentirsi
inerme, perché il Comune ha pochi margini di manovra – e questo è vero – e perché
le leggi dello Stato si applicano senza discutere – e su questo, invece, non
sono per niente d’accordo.
Compito di un Sindaco è fare le
veci dei cittadini, non scodinzolare impaurito di fronte a poteri che senza
dubbio operano in contrasto con il bene comune, non subire le fregole di
qualche burocrate incompetente o per altre vie indegno. Non è vero che una
legge statale non può essere contrastata. Una legge deve essere contrastata
quando non rispecchia la volontà popolare e supera i limiti della decenza. I
cittadini hanno il sacrosanto diritto di opporsi a vincoli imposti da coloro
che essi stessi hanno eletto e che foraggiano lautamente. Gli amministratori
devono mettersi in testa che sono dipendenti dei cittadini, non i loro padroni,
e, in quanto tali, non possono agire contro il loro interesse! I Sindaci non
sono stati eletti dalle banche o dalle lobbies, ma dai cittadini: ad essi e
solo ad essi devono rispondere. I Sindaci devono ascoltare e sostenere le
battaglie di coloro che vivono all’interno del Comune, perché sono al servizio
della città ancor prima che dello Stato.
Inoltre, così come in aritmetica
una decina esiste solo se esistono le dieci unità che la compongono,
amministrativamente l’Italia esiste solo in quanto esistono le centinaia di
Comuni nei quali è suddivisa. Se i Comuni non ci fossero, non ci sarebbe l’Italia.
Dunque? Che senso ha aver paura? Se tutti i Comuni italiani si ponessero in
contrasto con questa legge, allora l’unica soluzione sarebbe metterla
seriamente in discussione e rivederne filosofia e contenuti. Se nessun Comune
facesse pagare la tares, cosa potrebbero fare le alte sfere? Buttare bombe su
tutti i Comuni italiani? Arrestare tutti i Sindaci? Commissariare tutte le
Municipalità?
È bene che capiscano, lor signori
– e non mi riferisco nello specifico al Sindaco Mazzanti – che siamo già oltre
la frutta e che urgono drastici provvedimenti nei confronti dell’Establishment
in senso ampio – che ha gettato nel baratro l’intera società –, per ripartire
dal basso, dalla comunità, da un’altra ipotesi di futuro. Ma va fatto subito,
non possiamo permetterci di perdere alcuna occasione. Una serrata di tutti i
Sindaci d’Italia contro la tares sarebbe un buon viatico. Perché rispondere
picche? Dichiararsi favorevole senza se e senza ma sarebbe stato – e qui mi
riferisco al Sindaco Mazzanti – un ottimo esercizio di democrazia ed un
pregevole atto di coraggio.
Chiudo questo articolo con una
chicca. S’infittisce il mistero “approvazione tares”. Afferma ad un certo punto
Mazzanti: “Noi abbiamo subìto la tares, non approvato”. Sono
pienamente d’accordo con lei, ma nel nostro contesto cosa significa? Si
spieghi, Sindaco Mazzanti. Avrei dovuto dire: “il giorno in cui in Consiglio
Comunale abbiamo subìto la tares” e non “approvato la tares”?
Quel termine sarebbe stato da lei accettato? O è lei che sta facendo il furbo?
A malincuore devo constatare che
questo primo incontro con il Sindaco di Quarrata mi ha lasciato tanto amaro in
bocca. Una vera e propria falsa partenza.
[*] – Portavoce
M5S Pistoia
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[Venerdì 2 agosto 2013 | 09:57 - © Quarrata/news]
Non te la prendere Giacomo, il Sindaco Mazzanti è un politico navigato, ogni tanto qualche giochetto gli riesce ancora, questa volta è toccata a te...
RispondiEliminaInvece penso che le tue parole sia sincere e ti fanno onore. Lascia perdere il Mazzanti, con i problemi che ha a Quarrata è normale che sia un po' nervosetto e poi prima del tuo intervento era stato pure offeso pesantemente da alcuni suoi cittadini ed ha tenuto un bel self-control, dopo con te gli è salita l'allergia ai grillini :D
Comunque circa la Tares non è una cosa gestibile ma solo applicabile dall'Amministrazione locale, però che i Comuni con i propri Sindaci, invece di fare i cavalieri serventi allo Stato a testa bassa, portassero invece la parola dei cittadini che li hanno votati, questo si è il minimo che la cittadinanza si aspetterebbe da un loro dipendente pubblico come il Sindaco.
Quando la gente capirà che la politica oggi è solo arroganza e repressione cambierà rotta e prima o poi accadrà che arrivi un vero cambiamento di fare politica, dove tutti insieme potremo decidere il futuro delle nostre città e dei nostri figli senza politici dediti al rimbambimento delle masse con fiumi di parole sterili che non servono a nessuno.