PISTOIA. Sebastiano Frosini, detto Frisinio, è stato in assoluto uno dei maggiori
poeti di sempre dell’illustre terra
toscana.
I suoi sonetti non sono stati magnificati nelle magniloquenti aule
universitarie o nei Circoli degli
Scipioni della moderna ed eclettica
borghesia letteraria nazionale. Almeno per ora.
Sono scritti in vernacolo, i
sonetti di Frisinio, la lingua parlata
sul mercato dove i contadini portavano i loro prodotti e nelle stalle dei
vitellai in porta Fiorentina.
Ce n’è uno in particolare, trai tanti dell’ acuto osservatore ed interprete
dell’umana commedia popolare locale, che rappresenta perfettamente la
percezione che i pistoiesi di oggi hanno della campagna elettorale e dei
relativi discorsi tenuti dai politici…
lo.cr.
COMIZIO ’N PIAZZA
Cittadini! – Comincia ’l deputato –
per ottené giustizia e libertà,
bisognerebbe... – O Peppe, viene uà!
Ti veggo giallo, … un tu se
’mia malato?
... e, siccome i proventi dello Stato
dòe vanno a finire nun si sa...,
–
Bada ’l signor Giovanni, o come sta?
–
Silenzio! Già, tu se’ un maleduato!
–
Pensa per te! – ... ma ’l popolo è più schiavo...
– Che biondona! – E’ la serva del
Prefetto!
– Che m'importa? ... anche dianzi lo
spiegavo...
E qui scroscianti evviva. Anche
Geppetto
si sbraccia e grida: bene, bene, bravo!
E domanda al vicino: –
o ’l che ha detto?
Pistoia, 7 settembre 1953
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[Martedì 15 gennaio 2013 | 17:00 - © Quarrata/news]
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