martedì 8 gennaio 2013

REPOWER. E SE IL PD FOSSE SERIO RISPONDEREBBE A DOVERE


di EDOARDO BIANCHINI

Domani la maggioranza di Palazzo di Giano si riunisce per discutere sulla centrale e forse per dire di sì a Sua Altezza Reale il Granduca Enrico Rossi

PISTOIA. Domani, mercoledì 9 gennaio, è fissata la riunione della maggioranza di palazzo Giano per una discussione sulla Repower, le centrale elettrica-cogenerativa che ha ottenuto dalla Regione Toscana quella famosa ‘legge ad aziendam’ senza la quale non ci sarebbe stata la fattibilità nel sito ex-Radicifil di Canapale.
Ancora non si è capito bene quale siano le ricadute concrete derivanti dallo sviluppo di un simile progetto.
Il Sindaco Bertinelli sa perfettamente – e lo ha detto – che in questo caso non ci sono contraddizioni tra le ragioni del lavoro e quelle della salute, questo solo perché le ragioni del lavoro non ci sono.

Come già specificato infatti (vedi) – al netto del sacrosanto impegno per la difesa di anche cinque posti di lavoro, un impianto di produzione di elettricità e calore necessita unicamente, da che mondo è mondo, di neanche una decina di addetti alla manutenzione e controllo del generatore di vapore e delle apparecchiature elettriche. Ma soprattutto nel caso dell’impianto di Canapale non esiste ancora un progetto di reindustrializzazione dell’area che possa giustificare una richiesta di elettricità e calore così notevole.
Non si intravede cioè – e purtroppo si direbbe! – all’orizzonte una manifattura che garantisca nel futuro occupazione e sviluppo economico in attività produttive.
Lo stesso Sindaco si è limitato a dire che ci saranno misure compensative per l’area circostante, cifre milionarie, ma si aspetta una maggiore ufficialità.
Infatti da questo blog era stato detto che due e solo due potevano essere le giustificazioni. La prima, appunto, quella di entrate milionarie al Comune, sempre preziose in tempi di tagli e difficoltà a chiudere i bilanci; e la seconda, quella del capriccio arbitrario del granduca Enrico Rossi d’Asburgo-Lorena, fautore della legge ad Repowerem.
Questa seconda ragione era stata compiutamente illustrata da un comunicato degli Ecologisti e Civici, ma in precedenza anche dal M5S, ed è quella che si basa sul seguente principio della finanza reale: «È accettabile qualunque disastro economico purché le perdite siano addossate all’intera comunità e i guadagni rimangano nelle mani di chi gestisce l’operazione».
Su La Nazione di giovedì 3 gennaio c’è invece un intervento del capogruppo di Sel in consiglio comunale, Massimiliano Sforzi, che, coerentemente con il fondamento ambientalista del partito e con una moderna politica energetica basata sulla generazione diffusa anziché sulle grandi ma obsolete centrali, ha posto in luce delle perplessità di metodo e di merito. Manca all’appello la posizione dell’assessore all’ambiente e all’energia, Ginevra Lombardi, che potrebbe dire quanto quel progetto sia sostenibile secondo il criterio direttore della sostenibilità ambientale, economica e sociale. O se invece la carbon footprint di Pistoia vada, in compagnia delle smart grid e della grid parity delle energia alternative, sonoramente a farsi benedire.
A questo punto infine, sarebbe il caso che il Pd, dal momento che si definisce democratico, spiegasse ai cittadini come stanno le cose. Lo spieghi tramite i suoi dieci (più quattro incaricati) responsabili di aree tematiche della segreteria (vedi), lo spieghi tramite i segretario comunale o tramite il consigliere regionale Gianfranco Venturi, che evidentemente è fuggito alle isole Cayman – mandi almeno una cartolina – per non rispondere alle domande che da questo blog gli sono state rivolte (vedi). Che senso ha avere una struttura così ramificata, con addirittura tre dipendenti stipendiati, se non si sa dare risposte chiare ai pistoiesi?
Si ripete, per pignoleria, certo, la grande perplessità altrove evocata. Il quadro normativo e tariffario della cessione dell’energia elettrica di impianti cogenerativi – consultare Aeeg, alle voci “scambio sul posto”, “ritiro dedicato”, certificati bianchi” – non garantisce redditività ad impianti che non auto-consumano sul posto l’energia termica che producono.
Non è un dettaglio, è il semplice timore che questa operazione fallisca dal punto di vista economico, con relativo danno alla comunità che dovrebbe invece beneficiarne.
In sostanza da questo blog si chiedono risposte seriamente argomentate e tecnicamente approfondite.
La buona politica, la partecipazione e la democrazia si misurano in queste circostanze e non con i “proclami di Rimini” e la demagogia del fu Pci!

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[Martedì 8 gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]

1 commento:

  1. CONIDERAZIONI sull'energia:
    premesso che, è assurdo continuare a cercare di rsolvere i problemi con le logiche che li hanno generati , oltre ad aver generato dei problemi collaterali molto rilevanti come la perdita generalizzata di salute della popolazione e quindi maggiori costi sanitari per le finanze pubbliche
    voglio fare alcuni esempi di modalità adottare per avere una buona quantità di energia diffusa a costo quasi zero sotto tutti i profili

    1)-->se oltre 20 anni fa nella Foresta Nera hanno risolto con la modalità di produrre l'energia "dalla gente per la gente a km zero" e se hanno avuto un gran successo orse occorre COPIARE e ADATTARE al nostro territorio questa modalità https://www.youtube.com/watch?v=lQYM41XRO-s&list=PL2458FC97E378A377

    2)--> se la politica di un paese che sta in Europa , come ci stiamo noi, riesce a contribuire per mettere in atto azioni di abbassamento del fabbisogno di energia come si può facilmente evincere dal confronto fra Germania, Austria e Italia fatto in questa puntata di Presa Diretta di Riccardo Iacona http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e9c0c5ec-688a-4f53-aefa-97c2b268b4c3.html

    anche in questo caso si puo' ADATTARE e COPIARE le logiche che hanno fatto funzionare le SCELTE POLITICHE altrui , a partire dalla politica nazionale per finire a quella locale

    ULTERIORE CONSIDERAZIONE se negli statuti comuali fosse previsto lo strumento del REFERENDUM DELIBERATIVO di iniziativa popolare senza quorum sarebbe la popolazione a decidere per questi ed altri fatti limitati che riguardano il terriorio comunale e tutti i cittadini ch vi abitano, ecco che l'esercizio di comitati e associazioni sarebbe bn più interessante , perchè il loro compito sarebbe quello di acculturare la popolazione nel far vedere pregi e difetti di scelte come quelle di costruire un impianto come quello di REPAWER e al contempo di mostrare solusioni già adottare altrove e chiedere consenso per il cambiamento nella direzione di una società dove si fanno le scelte intelligenti con la testa e non con altro...

    in ultimo vorrei evidenziare che la produzione energetica nazionale http://www.autorita.energia.it/it/dati/ees1bis.htm

    è sostanzialmente sufficiente al fabbisogno interno quindi se la politica ( sia quella a livello nazionale che la politica locale) volessero finalmente ADATTARE e COPIARE ciò che viene fatto con successo in altri paesi, che , fra l'altro, non dispongono delle nostre "fortune climatiche" (apro una parentesi sull mare che ci circonda e che con la forza delle maree sarebbe un'altra delle fonti PULITISSIME che potremmo utilizzare) il nostro bilancio energetico diventerebbe una fonte di guadagno inimmaginabile ... va be ... se si vuole continuare a costruire REPOWER fate voi politici e cittadini ... ma sappiate che vivete nel medioevo oltre a ciò che è ancora più grave: sappiate che vi farete complici delle morti e delle malattie prodotte dall'aggravio inutile di inquinanti emessi da queste centrali, in situazioni già pesantemente contaminate come la piana di FI-PO-PT!...!

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