di LUIGI SCARDIGLI
La
disperazione dei residenti che non possono neppure uscire di casa – Ancora un
incontro con l’amministrazione e subito dopo iniziative per bloccare l’accesso
alla via nel pieno rispetto del Codice della strada
PISTOIA. Anche ai tempi della
mulattiere, via di Bigiano e Castel de’ Bovani era un’arteria troppo angusta
per consentire un passaggio di mezzi tanto corposo.
I
carretti non ci sono più, in quella zona, da parecchi anni. In compenso, ora,
in quel budello di strada che collega la città di Pistoia con l’inizio della
sua periferia che guarda a nord-est, transitano, tutto il giorno e tutti i
giorni, centinaia e centinaia di automobili.
I
residenti, non moltissimi in verità, ma tutti cittadini di serie A, ne sono
certo e oltre ogni ragionevole dubbio, non ne possono più. Soprattutto da
quando, nell’èra Berti, la città li illuse che da lì, in quella redola
asfaltata, ci sarebbero passati solo e soltanto i residenti per terminare la
corsa, perché tutti quelli diretti a Montale, Candeglia e verso le primi
pendici di Iano, Baggio e frazioni limitrofe, si sarebbero serviti dell’ultimo
anello della superstrada che è nata e tanti lussi ha dato, con il primo tratto,
alla viabilità, quella che collega la zona antistante lo stadio con via di Collegigliato.
«Aspettiamo, ma è un
ultimatum, la data del 31 gennaio prossimo – informa uno degli abitanti della viuzza
tra i più arrabbiati –. Dopo di che, in base
al regolamento stradale che prevede che tra le auto in sosta e i muri delle
case ci sia almeno un metro di distanza, parcheggeremo alcune delle nostre
vetture nel primo tratto della strada dove è consentita la sosta, rispettando
tali crismi stradali. La nostra scrupolosa osservanza del codice impedirà, come
inevitabile conseguenza, il blocco della circolazione: e a quel punto,
qualcuno, dovrà pur prenderla una decisione che non sia una promessa, un
impegno; o vedremo cosa si può fare. È una strada abitata, essenzialmente, da
persone non giovanissime e spesso, i nonni e le nonne di via di Bigiano, prima
di richiudersi dietro le spalle il cancello dell’abitazione, è bene che si
facciano il segno della croce per sperare di arrivare, sani e salvi, fino all’incrocio
con via Antonelli o a quello di via Collegigliato».
Già,
occorre prendere una decisione. La decisione, in realtà, fu presa e anche in
tempi non sospetti. Si riferisce a quando la precedente Amministrazione
Comunale partorì e realizzò l’anello stradale di raccordo che avrebbe dovuto,
nei progetti, se portati a termine, snellire quasi del tutto il traffico di
transito perché depotenziandolo imponendo una circumnavigazione fuori dal
centro abitato, rendendo così pace e incolumità ai residenti.
A
qualcuno, però, quel progetto, non andò a genio perché costruendo l’ultimo
tratto della tangenziale, qualche signore residente in quel piccolo
tratto di paradiso (non ci sono case popolari, nella zona) avrebbe visto
stravolgersi la propria anonima quiete: un raccordo che passi sopra via di
Collegigliato significherebbe trasformare quell’attuale zona residenziale in un
inferno di scarico di combustibile.
«È per questo – dicono i residenti
dell’inferno di via di Bigiano e Castel de’ Bovani – che chiediamo, con
cortese sollecitudine, a questa Amministrazione Comunale che tanto tiene alla desmogizzazione,
che dopo aver già virtualmente chiuso il traffico in via Filippo Pacini, faccia
altrettanto poco più a nord e regali così ad alcuni dei suoi cittadini il
meritato riposo: dopo 30 anni di code ininterrotte e interminabili, anche i
pistoiesi di via di Biagiano meritano un premio. Promesso, tra l’altro».
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Foto
di Luigi Scardigli.
[Venerdì
11 gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]
La soluzione come è stato accennato c'era (nel vecchio PRG da cui è stata copiata) e c'è, ed è individuata nelle tavole 22 e 23 del Regolamento Urbanistico (quello famoso, adottato e mai approvato) della quale fa parte la porzione realizzata fra Viale Italia e lo sciagurato imbuto di via di bigiano. Il problema è che,come in uso a Pistoia, non è che si prosegue con un senso logico nella realizzazione delle opere, ma semplicemente si fanno "pezzi" di opere in cui si perde alla fine il senso del disegno finale (vedi dimostrazioni di genio sulle piste ciclabili). Nel caso "Bigiano" la cosa è estremamente grave, perchè già l'auspicabile anello della tangenziale di progetto ha a Pistoia dei punti assai critici, se poi non lo si chiude omettendo proprio il tratto fondamentale, si opera con un senso urbanistico semplicemente inesistente ed ai limiti anche del più basso livello di buon senso.
RispondiEliminaSemplicemnte non ci sono scuse, l'unica soluzione è chiudere l'anello, oppure chiudere la possibilità di andare da Viale Italia verso Via Antonelli/Porta San Marco. Perchè se si chiude solo Via di Bigiano il traffico finisce in strade con problemi anche superiori (a doppio senso e senza possibilità di scambio).
In conclusione qui non si riesce a far capire a chi amministra, di volta in volta, la città che un progetto non completamente realizzato è, spesso, molto peggio di un progetto mai realizzato e che quando ci si riempie la bocca di parole tipo "interesse pubblico", "valore sociale", "disegno della città" e qui arriva il ridicolo "vivibilità" bisognerebbe far corrispondere all'aria (fritta e rifritta) usata per far vibrare l'ugola dei politici azioni di una concretezza inattaccabile.