lunedì 11 giugno 2012

DISSESTO-ISTRUZIONE. «I NOSTRI GIOIELLI? LI VOGLIAMO SOMARI E RISARCITI»


In questi giorni stanno fiorendo – e rifiorendo – iniziative che riportano agli onori della cronaca don Milani e il suo famoso Lettera a una professoressa (1967 – vedi).
Mai c’è stato un libro più letto, abusato e travisato dopo la Bibbia.
Su quelle parole la sinistra (laica o cattolica non ha fatto differenza) si gettò fin dall’inizio: e scatenò una guerra santa che servì da fin troppo facile humus anche per il sessantottismo facilonistico universitario liberalizzato, laddove – appunto – il fatto quotidiano era che la scuola non poteva bocciare: né quella elementare, né quella media e superiore, né (alla fine) l’università.

I risultati si vedono oggi, con tante Cornelie che mostrano, orgogliose, i loro piccoli gioielli splendidamente ignoranti e somari (vedi). E se qualche ministro di sinistra ha osato definire i nostri giovani degli emeriti bamboccioni (vedi), ciò in gran parte è dipeso anche dal fattivo impegno della sinistra italiana che ce l’ha messa tutta, ma proprio tutta, per far sì che tutti, ma proprio tutti, potessero andare avanti in modo da ingrossare le file del corpo docente: un serbatoio di voti (per la sinistra) che oggi, santamente, scoppia, spesso e volentieri, di docenti a loro volta bamboccioni e che anche non sanno quello che insegnano; o che spiegano leggendo sul libro (può farlo anche un bidello); o non verificano i contenuti e passano gli studenti a larga mano per non avere problemi e contestazioni (anche perché nessuno li protegge, nell’amministrazione); o che in classe parlano di altro; o che, nell’arco di un quadrimestre (4,5 mesi, 135 giorni!) non riescono a interrogare almeno una volta al mese i loro allievi, ma finiscono con il tormentarli con assurdi compiti scritti anche nelle materie orali, non li fanno parlare, ne limitano sempre più l’aspetto espressivo della oralità e sono sempre indietro con le verifiche. E nessuno dice nulla.
Questa non è certo la scuola di Giovanni Gentile, nella quale i nostri insegnati, anch’essi per lo più di sinistra (ma alla Gramsci), ci rimediavano – come dicevamo da studenti – dei culi micidiali, dei bronzi, dei tanabròsi, delle statue equestri, delle capanne.
Questa è la scuola della sinistra progressista e democratica, il cui ultimo esponente da menzionare è stato quell’eccellente ministro Berlinguer che, tanto per okkupare quel che restava del potere universitario, dopo lo Statuto delle studentesse e degli studenti, inventò anche posti per 45-50mila nuovi docenti, da assumere, università per università, nell’orticello di parrocchia e – ovviamente – da trapiantare, come carotine o carciofi docg, nell’area politicizzata della società civile della cultura, destinata a produrre intensivamente eccellenti verdure a km zero. Lo abbiamo tutti sotto il naso: è inutile che si neghi.
Questa riflessione reazionaria – ma nondimeno verace e incontestabile – mi esce, stamattina, dalla protuberanza sinistra della profondità metafisica di uno dei lobi frontali di manzoniana memoria, leggendo la notizia-horror che segue da La Nazione, pagina 16:

Pontremoli. I genitori: ci devono risarcire
Prima elementare, cinque bocciati
C’è anche un bimbo disabile

PONTREMOLI (Massa Carrara). «Non ammessi alla seconda classe». In una parola: bocciati. E non uno solo, ma ben cinque bambini fra le due prime elementari dell’istituto comprensivo «Tifoni» di Pontremoli. L’amara quanto clamorosa sorpresa per alunni e genitori è arrivata dagli scrutini. Nel mirino degli insegnanti, tre bimbi stranieri e due italiani dei quali uno disabile, tutti con percorsi scolastici difficili e non in grado, a quanto pare, di proseguire il normale filone formativo. Allibiti i genitori che hanno trovato di fronte i risultati degli scrutini arrivati in anticipo rispetto alla tempistica usuale. Superato lo choc, hanno deciso di andare in fondo alla faccenda, anche a costo di schierarsi contro il ministero. «Dopo un esame della situazione e una consulenza legale — è il commento dei genitori — stiamo valutando se concretizzare una class action contro il Ministero dell’istruzione e i dirigenti scolastici. Chiederemo un risarcimento danni, oltre all’annullamento delle bocciature», considerate ingiuste e pericolose per la psiche dei bimbi. Ma la scelta della scuola viene difesa dal sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini, dirigente di un altro istituto. «Quanto deciso è frutto di un’analisi attenta a salvaguardare il percorso formativo di ogni singolo alunno». [Manuela Ribolla]

Che dire? Ricordiamoci che, dietro a tutto questo, tutti oggi si scandalizzano (sinistra in primis) del fatto che i migliori cervelli scappano dall’Italia.
Scusate, ma a ripensarci, non vi viene la nausea per non dire peggio?
Edoardo Bianchini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 11 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.