In questi giorni
stanno fiorendo – e rifiorendo – iniziative che riportano agli onori della
cronaca don Milani e il suo famoso Lettera a una professoressa (1967 – vedi).
Mai c’è stato un
libro più letto, abusato e travisato dopo la Bibbia.
Su quelle parole
la sinistra (laica o cattolica non ha fatto differenza) si gettò fin dall’inizio:
e scatenò una guerra santa che servì da fin troppo facile humus anche
per il sessantottismo facilonistico universitario liberalizzato, laddove –
appunto – il fatto quotidiano era che la scuola non poteva bocciare: né
quella elementare, né quella media e superiore, né (alla fine) l’università.
I risultati si
vedono oggi, con tante Cornelie che mostrano, orgogliose, i loro piccoli
gioielli splendidamente ignoranti e somari (vedi). E se qualche ministro
di sinistra ha osato definire i nostri giovani degli emeriti bamboccioni
(vedi), ciò in gran parte è dipeso anche dal fattivo impegno della
sinistra italiana che ce l’ha messa tutta, ma proprio tutta, per far sì che
tutti, ma proprio tutti, potessero andare avanti in modo da ingrossare le file
del corpo docente: un serbatoio di voti (per la sinistra) che oggi, santamente,
scoppia, spesso e volentieri, di docenti a loro volta bamboccioni e che
anche non sanno quello che insegnano; o che spiegano leggendo sul libro (può
farlo anche un bidello); o non verificano i contenuti e passano gli studenti a
larga mano per non avere problemi e contestazioni (anche perché nessuno li
protegge, nell’amministrazione); o che in classe parlano di altro; o che, nell’arco
di un quadrimestre (4,5 mesi, 135 giorni!) non riescono a interrogare almeno una
volta al mese i loro allievi, ma finiscono con il tormentarli con assurdi compiti
scritti anche nelle materie orali, non li fanno parlare, ne limitano sempre più
l’aspetto espressivo della oralità e sono sempre indietro con le verifiche. E
nessuno dice nulla.
Questa non è certo
la scuola di Giovanni Gentile, nella quale i nostri insegnati, anch’essi per lo
più di sinistra (ma alla Gramsci), ci rimediavano – come dicevamo da studenti –
dei culi micidiali, dei bronzi, dei tanabròsi, delle statue equestri, delle
capanne.
Questa è la scuola
della sinistra progressista e democratica, il cui ultimo esponente da
menzionare è stato quell’eccellente ministro Berlinguer che, tanto per okkupare
quel che restava del potere universitario, dopo lo Statuto delle studentesse e degli studenti,
inventò anche posti per 45-50mila nuovi docenti, da assumere, università per università,
nell’orticello di parrocchia e – ovviamente – da trapiantare, come carotine o
carciofi docg, nell’area politicizzata della società civile della cultura, destinata
a produrre intensivamente eccellenti verdure a km zero. Lo abbiamo tutti
sotto il naso: è inutile che si neghi.
Questa riflessione
reazionaria – ma nondimeno verace e incontestabile – mi esce, stamattina, dalla
protuberanza sinistra della profondità metafisica di uno dei lobi
frontali di manzoniana memoria, leggendo la notizia-horror che segue da La
Nazione, pagina 16:
Pontremoli.
I genitori: ci devono risarcire
Prima
elementare, cinque bocciati
C’è anche un
bimbo disabile
PONTREMOLI (Massa Carrara). «Non ammessi alla
seconda classe». In una parola: bocciati. E non uno solo, ma ben cinque bambini
fra le due prime elementari dell’istituto comprensivo «Tifoni» di Pontremoli. L’amara
quanto clamorosa sorpresa per alunni e genitori è arrivata dagli scrutini. Nel
mirino degli insegnanti, tre bimbi stranieri e due italiani dei quali uno
disabile, tutti con percorsi scolastici difficili e non in grado, a quanto
pare, di proseguire il normale filone formativo. Allibiti i genitori che hanno
trovato di fronte i risultati degli scrutini arrivati in anticipo rispetto alla
tempistica usuale. Superato lo choc, hanno deciso di andare in fondo alla
faccenda, anche a costo di schierarsi contro il ministero. «Dopo un esame della
situazione e una consulenza legale — è il commento dei genitori — stiamo
valutando se concretizzare una class action contro il Ministero dell’istruzione
e i dirigenti scolastici. Chiederemo un risarcimento danni, oltre all’annullamento
delle bocciature», considerate ingiuste e pericolose per la psiche dei bimbi.
Ma la scelta della scuola viene difesa dal sindaco di Pontremoli Lucia
Baracchini, dirigente di un altro istituto. «Quanto deciso è frutto di un’analisi
attenta a salvaguardare il percorso formativo di ogni singolo alunno». [Manuela
Ribolla]
Che dire? Ricordiamoci
che, dietro a tutto questo, tutti oggi si scandalizzano (sinistra in primis)
del fatto che i migliori cervelli scappano dall’Italia.
Scusate, ma a
ripensarci, non vi viene la nausea per non dire peggio?
Edoardo Bianchini
Cliccare sull’immagine
per ingrandirla.
[Lunedì 11 giugno
2012 - © Quarrata/news 2012]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.