Documento di Parrocchia e Diocesi
sul progetto di parcheggio interrato – «La decisione finale spetta all’Amministrazione
Comunale: qualunque sia l’accetteremo con serenità»
PISTOIA. «Nessuno
sfruttamento speculativo, solo il tentativo trasparente di affrontare le spese
ingenti per restaurare il complesso di San Bartolomeo. La decisione finale
spetta al Comune e qualunque essa sia, sarà accettata con serenità e senza
riserve».
In sintesi, è questo il senso di
una nota che Parrocchia di San Bartolomeo e Curia di Pistoia hanno rilasciato
sul progetto teso a costruire un parcheggio interrato (300 posti circa di cui
100 per residenti e 200 a rotazione cui vanno sottratte le 50 auto oggi
parcheggiate nella piazza) nell’area sud del complesso di San Bartolomeo. «Vedere definita come speculativa questa operazione –
scrive la nota – non solo non risponde al vero, ma amareggia ed è
oggettivamente un giudizio ingiusto».
L’obiettivo di Parrocchia e
Diocesi («comunque nell’ottica del bene
comune») è infatti solo quello di
affrontare i lavori di restauro nel complesso di San Bartolomeo («La spesa per tali lavori è infatti ingente, almeno per
le risorse parrocchiali e diocesane, mentre si stanno assottigliando le fonti
di finanziamento su cui, fino in tempi recenti, si poteva fare affidamento»).
Aggiunto di trovare «normale esercizio di libertà, di democrazia nonché di
amore per la nostra città» i giudizi diversificati e talora
contrastanti sull’operazione, il documento rinvia alla decisione finale del
Comune. Sarà questa a dovere «fare sintesi di
valutazioni e opinioni diverse su questo progetto nel quadro del bene comune
della città che rimane il decisivo valore di riferimento».
Si aggiunge poi che «qualunque sarà la risposta dell’Amministrazione
Comunale noi l’accetteremo di buon grado, con serenità e senza recriminazioni o
riserve. Possiamo tranquillamente anticiparlo – conclude la nota – perché
consapevoli di come la motivazione che ci ha spinti non ha quegli intenti speculativi
di cui siamo stati accusati ma, al contrario, un trasparente reperimento di
risorse finalizzato al restauro del complesso di San Bartolomeo, un bene
culturale che qualifica e promuove l’immagine dell’intera città».
Nella premessa il documento precisa
aspetti più tecnici. Si sottolinea che quel parcheggio risulta previsto negli
strumenti urbanistici comunali di Pistoia con la parallela eliminazione della
sosta in piazza San Bartolomeo. Diocesi e parrocchia, su regolari previsioni
urbanistiche del Comune, si sono dunque limitati a presentare un piano di
recupero «avendo effettuato una accurata e
preliminare indagine archeologica sotto il controllo della Soprintendenza
nonché una approfondita analisi geologica che, entrambe, hanno reso possibile
la fattibilità dell’intervento».
Si ricorda anche che il progetto
è stato «vagliato e approvato» da tre Conferenze dei Servizi nonché condiviso dalla
Giunta comunale precedente, quella guidata dal sindaco Berti.
Il testo integrale della nota
La Parrocchia e la Curia
ritengono doveroso esprimere le seguenti valutazioni in merito al parcheggio
interrato di San Bartolomeo su cui, negli ultimi tempi, si è sviluppato un
ampio confronto nelle cronache locali e sugli spazi web.
1) La realizzazione di un parcheggio interrato nell’area
sud, oggi degradata, del complesso di San Bartolomeo è prevista dal Piano della
Città Storica e dal Piano Urbanistico della Mobilità (Pum) del Comune di
Pistoia. Quest’ultimo strumento urbanistico, oltre a prevedere il parcheggio
interrato, indica la eliminazione della sosta da piazza San Bartolomeo quale
azione prioritaria per l’attuazione degli interventi di riqualificazione del
centro storico.
2) Alla luce di tale previsione e in relazione all’utilità
pubblica dell’intervento, Diocesi e Parrocchia hanno ritenuto opportuno
cogliere questa opportunità – prevista dagli atti comunali - innanzitutto per
riqualificare un’area oggi degradata restituendola al pieno godimento della
città.
È stato dunque presentato un
Piano di Recupero avendo effettuato una accurata e preliminare indagine
archeologica sotto il controllo della Soprintendenza nonché una approfondita
analisi geologica che, entrambe, hanno reso possibile la fattibilità dell’intervento.
Il progetto, vagliato e approvato da tre Conferenze dei Servizi, è stato
condiviso dalla Giunta comunale precedente.
3) Non esistono certo intenzioni di “sfruttamento
speculativo” da parte della Parrocchia e della Diocesi. Vedere definita
“speculativa” questa operazione non solo non risponde al vero, ma amareggia ed
è oggettivamente un giudizio ingiusto.
L’ obiettivo che ci siamo posti,
comunque nell’ottica del bene comune, è affrontare i lavori di restauro del
complesso di San Bartolomeo, chiesa e locali dell’ex monastero Benedettino di
nostra spettanza: la spesa per tali lavori è infatti ingente, almeno per le
risorse parrocchiali e diocesane, mentre si stanno assottigliando le fonti di
finanziamento (statali e locali) su cui, fino in tempi recenti, si poteva fare
affidamento.
4) Che attorno a questo progetto la cittadinanza esprima
giudizi diversificati e talora contrastanti, che gli stessi specialisti in
materia si confrontino in dibattiti e con valutazioni anche opposte, ci pare
normale esercizio di libertà, di democrazia nonché di amore, che anche noi
abbiamo, per la nostra città.
5) La decisione finale spetta istituzionalmente all’Amministrazione
Comunale che dovrà fare sintesi, di valutazioni e opinioni diverse su questo
progetto, nel quadro del bene comune della città che rimane il decisivo valore
di riferimento.
Attendiamo dunque una risposta da
parte di chi è legalmente e democraticamente deputato a fornirla.
6) Qualunque sarà la risposta noi l’accetteremo di buon
grado, con serenità e senza recriminazioni o riserve.
Possiamo tranquillamente
anticiparlo proprio perché consapevoli di come la motivazione che ci ha spinti
non ha quegli intenti “speculativi” di cui, siamo stati accusati ma, al contrario,
un trasparente reperimento di risorse finalizzato al restauro del complesso di
San Bartolomeo: un bene culturale che qualifica e promuove l’immagine dell’intera
città.
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[Martedì
5 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]
E' doveroso precisare che l'analisi idrogeologica della falda idrica è tuttora in corso, pertanto dichiarare la fattibilità dell'opera è sintomo di pressapochismo e non conoscenza dell'intero iter procedurale. A breve ulteriori precisazioni.
RispondiEliminaL.C.