sabato 6 agosto 2011

QUATTRO GIORNI PER STACCARE LE SPINE NOIOSE


di Luigi Scardigli



Sono a Rimini, in vacanza.
Quattro giorni, giusto per staccare le spine noiose e lasciare accese quelle importanti: mia figlia, la libertà e questa straordinaria professione che si chiama giornalismo.
Vi scrivo dall’Hotel Ricchi, a San Giuliano, la zona meno caotica della ridente riviera Adriatica, sempre meno confusionaria e gaia, ad onor del vero. La crisi è arrivata anche qui, non poteva essere altrimenti, del resto.
Vi scrivo per dirvi perché ho deciso di fare oltre 200 chilometri, anziché 80 scarsi, per prendere un po’ di sole in panciolle; è vero, il mare qui fa cagare, come fa cacare in Versilia, ma il resto è un’altra cosa, completamente. Ad iniziare dai prezzi, che vi dirò da ultimo, come nella miglior tradizione dei racconti estivi.
Sono in un Hotel a tre stelle, più che dignitoso, molto pulito, parecchio efficiente, con un personale all’altezza e affabile al punto giusto, senza salamelecchi. Quattro piani serviti da ascensore, all’insegna del decoro e della dignità. Le stanze, seppur non enormi, hanno tutto il necessario, tv e aria condizionata incluse (non mi servo di entrambe e non ne sento la mancanza).
Tra la sala reception, che precede la grande sala da pranzo e un piccolo bar, c’è la piscina: non è una vasca olimpica, ma per tuffarsi, fare due bracciate e stendersi nuovamente al sole a provare a diventar più belli, va benissimo.
A bordo vasca c’è sempre un ragazzo, Filippo: un ragazzo a posto, si capisce guardandolo negli occhi, che tra poco più di un mese frequenterà il quinto ed ultimo anno di ragioneria. L’altro giorno leggeva “Il giorno della civetta”, di Leonardo Sciascia: mi sono complimentato con lui, siamo diventati immediatamente amici. I suoi genitori sono due operai ed è il primo di tre figli. Sopravvivere è difficile e d’estate, seppur promosso, è opportuno lavorare per mettersi da parte qualche soldino, non si sa mai.
Le cameriere che servono in sala sono quasi tutte dell’Est, come buona parte della popolazione che abita la Romagna, almeno d’estate; i gestori sono romagnoli doc. Parlano con disinvoltura l’inglese, il tedesco e il francese. L’Hotel infatti trasuda francesi: qualche famiglia romana e addirittura un’anziana coppia napoletana.
Ho scelto la formula all inclusive, come quasi tutti i clienti del Ricchi, del resto: colazione (europea, ore 7.30-10), pranzo (a scelta, tra tre piatti, tanto il primo quanto il secondo, 12.30-13.30) e cena (come per il pranzo, 19.30-20.30), con un buffet di contorni costantemente rifornito, bevande incluse, oltre l’uso della bicicletta. Sì, in un angolo del giardino che collega l’hotel a due vie parallele fra loro, ci sono una ventina di biciclette a disposizione dei villeggianti.
Sessantatre euro al giorno, 63 euro.
Dalle nostre parti, dove il mare fa cacare, a differenza di qui, che fa cagare, a questi prezzi, l’estate e le vacanze sono solo un’opinione, un’idea, un concetto…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 6 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]

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