PISTOIA. Qualche giorno fa, il 17 agosto, sul Tirreno, a proposito della proposta di Tommaso Braccesi circa la designazione di Pistoia come capitale della cultura, Renzo Bardelli scendeva in campo e scriveva:
Otto buoni motivi per Pistoia
capitale europea della cultura
La candidatura di Pistoia a “Capitale europea della cultura” proposta da Tommaso Braccesi, mi trova consenziente.
Una candidatura del genere non deve e non può derivare, per principio, solo dalle grandi metropoli. Altri sono i criteri e le valutazioni da fare e che rendono giusta, opportuna e stimolante la proposta di Tommaso, che dalla sua esperienza personale, contrassegnata da una inestinguibile passione ha derivato certamente il senso di un’idea da espandere e attuare.
Le candidature delle storiche ed affascinanti città d’arte sono ormai patrimoni mondiali consegnati alla storia. Indiscutibili ed ovvii. Una scelta del genere non può che valorizzare realtà di moderne, scelte di nuovo conio ovvero di città che uniscono volontà e ragioni moderne a strutture culturali antiche.
Questo mix non può che essere il motore decisivo di una scelta. Quali sono allora i punti forti di Pistoia?
Li indicava Tommaso, e sulla sua scia mi colloco ed argomento e sottolineo.
La biblioteca San Giorgio: è una scelta progettuale semplicemente straordinaria che centinaia di persone al giorno valorizzano e vivono in prima persona.
Villa di Celle: un privato che ha fatto una scelta del genere, con una intera collina che ha valorizzato diecine e diecine di opere d’arte, ha molti eguali? Non mi risulta.
Museo Marino Marini e la donazione di questo grande personaggio pistoiese, con l’analoga struttura fiorentina, merita di essere ulteriormente valorizzata e conosciuta.
La biblioteca Forteguerri come esempio di raccolta di testi antichi di una città media come Pistoia rappresenta anch’essa una specificità di grande rilievo culturale.
Il Festival Blues dalla ormai ultra trentennale esperienza non è forse una manifestazione abbastanza rara nel suo genere e nella sua attrattività delle masse giovanili? Le presenze annuali hanno ancora livelli notevoli.
La scuola di musica che si è data una tradizione ed una collocazione più adeguata non rappresenta anch’essa una scelta moderna che ha tali radici storiche da assurgere ad esempio di una scelta culturale locale ma di esempio da far conoscere ad un più vasto pubblico?
La piazza del Duomo, last but not least, che riesce a suscitare stupori in chi la può visitare (ancorché non valorizzata oggi nell’ascesa al campanile e nella apertura del battistero, è un’occasione per approfondire studi e realtà storiche di livello locale ma di importanza mondiale.
Richiamo le altre motivazione addotte dal proponente.
In conclusione: Pistoia deve meglio sfruttare ogni potenzialità, abbandonare ogni municipalismo, per proiettarsi su una ribalta che l’aiuti ad avere più fiducia e dare più credibilità alle proprie potenzialità.
L’iniziativa di concorrere ad una scelta per “Capitale europea della Cultura” sarebbe di per sé una espressione di una prospettiva ambiziosa. Complimenti, Tommaso.
A volte (o, come potrebbe scrivere qualche studente emerito di oggi, «avvolte»), chi ha fatto la storia di una città attraverso quella di un partito – pure nel diverso senso etimologico di «ormai andato/passato» – è davvero condannato a parlare secondo il tragico fatale impulso di una nemesi da Inferno dantesco.
Anche se, forse, sarebbe assai meglio che imparasse a esercitare un religioso silenzio…
Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Sabato 20 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]
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