PISTOIA. Dopo la mobilitazione di stamattina, 6 agosto, e gli interventi dell’universo mondo pistoiese in veste di prèfica al letto del moribondo – ma alcune voci in dissintonia ci sono state: dalla Cisl con Patrizia Pellegatti, a Rosalia Billero della federazione della sinistra – cade l’occhio su un post, attento e calibrato, di Antonio Nardi, che scrive (vedi):
La Breda di Pistoia è davvero una azienda?
5 agosto, 2011
Se qualcuno si prende la briga di dare un’occhiata alla definizione di azienda di produzione, cioè di impresa, vede che essa è descritta come “sistema dinamico”, in grado cioè di cambiare e di adattarsi per sopravvivere o fare meglio.
Ansaldo Breda di Pistoia è una azienda. Lo è davvero?
Mi pare che nella concezione dei più non sia così, dal momento che ne viene ipso facto osteggiato l’aspetto dinamico.
Una azienda in vendita non è una azienda in liquidazione. Tutt’altro. Se vi sono delle mire, è chiaro che essa ha un valore e delle prospettive.
Una azienda si può vendere? Certamente. Anche la nostra Costituzione garantisce che l’iniziativa economica privata è libera.
Ansaldo Breda è di Finmeccanica, la quale, a sua volta, è posseduta per il 26% da investitori individuali, per un valore di circa 660 milioni di euro.
Il flottante risulta allocato per il 42 per cento in Nord America e per il 20 per cento in Europa, Italia esclusa.
Con queste percentuali, al di là della propaganda, non credo abbia molto senso trattare la politica aziendale di Ansaldo Breda a colpi di veti e di anatemi.
Veti e anatemi come quelli, appunto, dell’universo mondo pistoiese, che, così facendo, dà a vedere, con estrema chiarezza e certezza, di essere un ‘ammuffito continente comunista’, fermo alla rivoluzione di ottobre, ancora statualista, centralista e dirigista, ma soprattutto proprietario delle attività umane che si svolgono sul suo territorio – e degli uomini stessi.
Tutto questo anche se i Pd – come spiegavamo in un post di un paio di giorni fa – almeno sulla carta si sono gettati anima e core nel liberismo più sfrenato e cinico. Perché questo Pd ha solo l’idea, come scrivevamo, di un ‘futuro passato’ per questa marginale città di provincia dove niente si muove senza il beneplacito del partito (vedi).
E il Pd ha l’idea di questo ‘futuro passato’ non tanto perché si preoccupi – nei sui ranghi dirigenziali – che 900 famiglie pistoiesi possano perdere una fonte di decorosa esistenza dietro la smobilitazione di una azienda, quanto piuttosto perché teme di vedersi scippare – dai giochi di quel libero mercato a cui dice di aderire, ma che sostanzialmente aborre – una cellula di partito e di azione estremamente funzionale alle manovre del potere istituzionale. Tanto i dirigenti del Pd, quelli che sono passati per le sedie, le cattedre, le poltrone, gli scranni o gli strapuntini, troveranno sempre e comunque una nuova ri-collocazione in qualche altro baraccone – non foss’altro una partecipata di qualsiasi natura.
Cinici – ma vecchi quanto basta per non credere a Berti, a Fratoni, a Venturi, a Chiti, a Rossi, a Cristi & Madonne, se volete – la verità è che, se mutasse il vento della Breda e l’azienda se ne volasse altrove facendo girare quell’elica a vela che ha sui capannoni, forse potrebbero mutare anche le sedute di Palazzo di Giano ormai consumate e stinte da infinite schiere di back comunisti – primari o Pci durante la Prima Repubblica e secondari e/o derivati nella Seconda Repubblica – instancabili nel tenere il potere, nel tenerselo stretto, nel non mollarlo solo perché della Breda hanno sempre fatto il baricentro del potere stesso.
Alzi la mano chi non è d’accordo.
E a tal proposito, tiriamo due proiezioni ortogonali su Pistoia, a cominciare da queste parole:
Le principali scelte programmatiche in questo campo sono:
- La costruzione di un distretto avanzato per la produzione di mezzi di trasporto su rotaia che integri AnsaldoBreda, l’area dell’indotto, l’Università – con la facoltà di Ingegneria dei Trasporti – ed il Polo Tecnologico dell’Osmannoro e quindi un metodo di relazioni che consenta di affrontare le principali questioni del comparto: dalle aree per insediamenti produttivi alla formazione, allaricerca, ai finanziamenti.
Queste parole erano, per chi non lo ricorda, negli Indirizzi generali di governo
per il mandato amministrativo 2004-2009, presentati dal presidente Gianfranco Venturi
al consiglio provinciale il 30 giugno 2004.
Ora Venturi è qua, sulla Nazione, in veste di consigliere regionale, che dichiara: «Sono anni che Finmeccanica ha relegato AnsaldoBreda a un ruolo marginale nel gruppo, spostando il lavoro fuori da Pistoia». Ma dovremmo chiedere a Venturi: «E lei cos’ha fatto, in concreto, per dare seguito a quella indicazione che, nelle priorità, stava proprio in prima posizione?».
Berti, dal canto suo, è più chiaro. La colpa? È solo del governo, a cui è necessario e facile ricondurre ogni problema: «Le dimissioni [di Bianconi – n.d.r.] confermano la gravità e la delicatezza della situazione. Il Governo deve dire quale politica sottintende la dismissione». Un lampo di genio in tanta tenebra?
Ma la palma della vittoria per l’intervento migliore spetta – absit iniuria verbis – alla quota rosa della situazione. La grande Federica Fratoni, chiaramente incapace di mettere a fuoco strategie migliori dello sfodero degli artigli e del cavo degli occhi, si lancia in un triplo sarto mortale di grande levatura e portata politica: «Non faremo sconti. Saremo interlocutori agguerriti, difenderemo con le unghie e con i denti il grande patrimonio che abbiamo».
A questo punto sarebbe necessario il pronunciamento di una bella formula magica tipo simsalabim e abracadabra (Luigi Egidio di Tvl preferirebbe senz’altro il biblico mane, tekel, fares) per vedere trasformare la Breda in un turrito ‘castello di Alcina’: e saremmo a posto. Altro miracolo pistoiese, con piena soddisfazione di Chiti. Evidentemente il presidente della Provincia ha letto troppi romanzi fantasy.
Dunque torniamo all’origine, ossia al ‘futuro passato’ di questa piccola città marginale di marginale provincia.
Con i suoi politici alla hobbit o alla Harry Potter.
e.b. blogger
Leggi anche l’intervento della Lega a questo link.
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[Sabato 6 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]
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