martedì 2 agosto 2011

« CI SIAMO ANDATI INSIEME »

di Luigi Scardigli



BOLOGNA. Non conoscevo nessuno di quelle 85 persone che trentuno anni fa furono barbaramente uccise alle 10.25 alla stazione di Bologna per una bomba ad altissimo potenziale lasciata da qualche sbadato incustodita nella sala d’aspetto della seconda classe.
E nemmeno in questi 31 anni trascorsi senza che si sapesse praticamente nulla di quella porca mattanza ho conosciuto qualche parente di quelle vittime, ma stamattina, alle 10.25, quando per tre volte, nel piazzale della stazione di Bologna, ha sibilato la sirena che scandiva il minuto di raccoglimento, ho pianto e l’ho fatto forte.
Gli occhiali da sole hanno in qualche modo camuffato la tristezza, ma le lacrime sono scese giù fiere, ringraziando il cielo, orgogliose di urlare, a bassa voce, speriamo di non dimenticare.
Certo, a vedere chi ci fosse sul palco della memoria, a parte un nutrito stuolo di familiari dei caduti, il sindaco della città ferita e quello di un amico caro che sostiene il governo di Bari, parrebbe esattamente il contrario, che in questo paese si faccia di tutto per non ricordare e per dimenticare.
E non voglio tediarvi con la mia personalissima convinzione circa le stragi abilmente consumate in questo Paese, che somigliano maledettamente alle esecuzioni, apparentemente sommarie, dei nemici del proletariato; sono dell’avviso che dietro le bombe sui treni, nelle piazze e sugli aerei nei cieli di Ustica e nel piombo delle pallottole con le quali si eliminarono magistrati e giudici eccellenti, ci siano le stesse mani e soprattutto le stesse menti che sempre in quegli anni trucidarono Tobagi, Alessandrini, Bachelet, Rossa (l’elenco è lungo, la memoria fallace) fino ad Aldo Moro per poi completare il puzzle con l’eliminazione di Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, un’impeccabile strategia di annientamento che iniziò a militarizzarsi ed affermarsi con un martirio eccellente ma apparentemente scevro da diretti legami politici, quello di Pier Paolo Pasolini, forse il primo cadavere doc e sicuramente il più lungimirante di un progetto che parrebbe essersi subdolamente affermato.
Con me, stamattina, alle 10.25, nel piazzale antistante la stazione ferroviaria di Bologna, c’era, tra le migliaia di persone che non hanno voluto mancare a questo straziante compleanno, anche mia figlia Alagia, di soli 14 anni.
Ci siamo andati insieme, mano nella mano: io, per non dimenticare, lei, perché sappia.

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[Martedì 2 agosto – © QUARRATA/news, 2011]

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