martedì 9 agosto 2011

«CARO RENZO, SCENDI ANCHE TU I TUOI GRADINI»



Carissimo Renzo.
Inizio con un carissimo perché è quello che ti dico tutte le volte che ci incontriamo; non moltissime, in verità, soprattutto in Palazzo, dove non mi hai mai voluto, nonostante la passione che avrei garantito, la mia comprovata fede laica, ma comunista e una discreta disinvoltura nel campo della cultura.
Il consiglio, fraterno, che ti do, in vista del rush finale del tuo secondo e ultimo mandato da primo cittadino, è quello di lasciare la politica. Quella dei bottoni, beninteso, dei compromessi, della diplomazia.
Non te lo dico alla luce di due lustri oggettivamente difficili e nei quali, qualcosa un po’ più di sinistra avresti anche potuto fare; te lo dico perché sono uno di quelli che sostiene che dopo due legislature è il caso che ci si metta da parte, nell’augurio che quello che si è seminato durante il nostro lavoro possa poi essere raccolto da quelli che ci seguiranno, che siano della nostra parrocchia o che appartengano ad altro tempio e si continui a restare a disposizione, laica e gratuita, della res pubblica, quella per la quale la città ci ha eletto porta bandiera per dieci lunghissimi anni.
Prima di essere sindaco, Renzo – ricordo piacevolmente e perfettamente – fosti uno degli spiriti nuovi e liberi che fu determinante per volere ed ottenere il Festival Blues, il Blues’In, come si chiamava allora, una di quelle cose che permetterà a Pistoia di essere, nel tempo, indelebile.
Ti consiglio di lasciare la politica attiva, Renzo e di iniziare a farla davvero la politica, perché, concorderai con me, in Palazzo e nei Palazzi, la politica è diventata ingestibile, una miriade di lacci e laccioli che finiscono per spodestare gli interessi in nome di equilibri con la gente, i cittadini, il popolo e soprattutto gli ultimi, quelli ai quali tu, io e quelli come noi, devono per forza di cose dare la precedenza, privilegiare.
Hai la possibilità, Renzo, di battezzare, senza immergere il capo nell’acquasantiera, beninteso, una nuova stagione, quella degli ex Sindaci che diventano portavoce del popolo; potresti insomma dare vita ad una nuova stagione e titolarla, proprio come vorrebbero fare Andrea Betti e Maurizio Tempestini con l’altro Festival, “Blues Off”.
Ti saluto Renzo, facendoti i miei migliori auguri nella speranza di non vederti presto su una poltrona figlia naturale della politica, ma in trincea, con l’eleganza che mi auguro continui a contraddistinguerti, a fianco di chi ha creduto in te.
Ti saluto con una poesia di Hermann Hesse, che si intitola Gradini e che dice

Come ogni fiore languisce e giovinezza
cede a vecchiaia, anche la vita in tutti
i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni
senno e virtù, né può durare eterna.
Quando la vita ci chiama il cuore sia
pronto a partire, ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso
ad altri nuovi vincoli e legami.
Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta:

dobbiamo attraversare spazi e spazi
senza fermare in alcun d’essi il piede,
lo spirto universal non vuol legarci,
ma su, di grado in grado, sollevarci.
Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo di fiacchire nell’ignavia,
sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.

Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a spazi nuovi;
della vita il richiamo non ha fine:
su, cuor mio, congedati e guarisci!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 9 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.