domenica 14 agosto 2011

BERTI E IL ‘GIORNALISTA PUBBLICISTA’. UNA SELEZIONE SU MISURA?


PISTOIA. Scrive stamattina, 14 agosto, La Nazione:

Palazzo di Giano
Un incarico per il rendiconto di mandato
Il Pdl: «Uno spreco»

A meno di un anno dalla fine del mandato del sindaco, il Comune di Pistoia ha indetto una selezione pubblica per un incarico di collaborazione coordinata e continuativa della durata di sette mesi a cui affidare la realizzazione e la comunicazione del rendiconto di mandato. Tra i requisiti richiesti al candidato ci sono la formazione universitaria, l’esperienza maturata nel campo del giornalismo e l’iscrizione all’elenco pubblicisti dell’Ordine dei giornalisti. Il compenso previsto per l’incarico è di 15mila euro. I candidati interessati devono presentare la domanda entro il prossimo 31 agosto.
La selezione, che arriva proprio mentre ovunque si tagliano le spese, fa insorgere il consigliere comunale Pdl Alessandro Tomasi, che grida allo scandalo. «Sembra uno scherzo ma in realtà mentre in tutta Italia si cerca di razionalizzare le spese dell’amministrazione pubblica il nostro sindaco pensa di dare un incarico a un collaboratore esterno per fare un rendiconto dei miracoli da lui compiuti nel corso dei suoi mandati. Il nostro bilancio è in grave difficoltà e si fatica anche a trovare poche migliaia di euro per fare interventi urgenti, ma quando c’è da autoincensarsi e iniziare e la campagna elettorale saltano subito fuori. Ovviamente lo si fa in agosto sperando che tutto passi sotto traccia. Al sindaco domando: tra quasi 900 dipendenti comunali non ce sia uno in grado di fare questo lavoro?», si domanda Tomasi.

Tomasi ha perfettamente ragione a scandalizzarsi, ma a nostro avviso, da oppositore qual è, vede solo l’aspetto più superficiale e berlusconista della questione – o per insufficiente informazione o per eccessiva distrazione determinata da ‘amor di parte’.
In fondo 15mila euro – rispetto ai 13 milioni che Berti ha buttato in Porta Nuova – sono una lacrima in un Oceano Pacifico o, per meglio dire, men che una bazzecola.
Il vero problema è un altro ed è ben visibile – e perciò poco notabile – sotto gli occhi di tutti.
Berti, con il suo bando, non cerca un giornalista, ma vuole un giornalista iscritto all’Ordine nell’Elenco Pubblicisti: il che restringe il campo.
La formazione universitaria dell’ipotetico aspirante e la sua esperienza maturata nel campo del giornalismo (requisiti generici, ma facilmente riconducibili a criteri di massima discrezionalità di una commissione esaminatrice), risultano elementi ancor più selettivi e orientanti nella direzione di una scelta di fine-agosto addomesticata e pilotabile.
Ciò premesso, le domande che Tomasi dovrebbe porre – a Berti in primis – sono queste:

  1. perché l’aspirante deve essere necessariamente iscritto nell’Elenco dei Pubblicisti e non semplicemente all’Albo?
  2. quale ne sarebbe la ratio che, a colpo d’occhio, appare viziata da illogicità manifesta?
  3. non è discriminatoria – e pertanto illegittima – questa distinzione fra Pubblicisti e Professionisti, che vengono così esclusi senza alcun motivo plausibilmente documentato o documentabile?
  4. non sarà che il bando di selezione pubblica è tagliato come un abito di lusso sulla misura di un’unica persona?
  5. perché, con più onestà e trasparenza, il sindaco non assume per chiamata diretta senza tante liturgie che sembrano riprodurre quelle sconcezze sinistresi dei concorsi universitari, nei quali si producono complicatissimi bandi pubblici, ma alla fine vincono solo i cooptati e gli unti del Signore?
E queste stesse domande andrebbero poste anche all’Ordine dei Giornalisti. Perché intervenisse in maniera opportuna, con decisione e senza mezzi termini.

e.b. blogger
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[Domenica 14 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]

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