MONTALE-PANA. Un colpo d’occhio alla cronaca di stamattina ci permette di fare sùbito luce sulla verità vera dell’inceneritore. E sulla perfetta buonafede dei nostri solerti amministratori.
Il Tirreno titola Nuova diffida per l’inceneritore: dove quel nuova la dice lunga – se non tutta – sulla serietà di chi dovrebbe vigilare e non solo sulla correttezza di quegli affari che sono le partecipate, ma in primo luogo sulla salute della gente: quella di cui si occupano, insomma, la signora Scaramuccia, il sindaco Berti (dato per delfino aspirante direttore dell’Asl 3 nel post-Scarafuggi), i direttori delle Società della Salute; e quella che genera il deficit delle nostre tasche e non certo di quelle di sì bella e larga schiera di politici e di tecnici.
Poi, nel catenaccino, sempre Il Tirreno scrive: Registrata dall’Arpat una mancata immissione di carboni attivi.
Detta così, si capisce poco e male, ma il senso generale è questo: qualcuno dell’Arpat, di coloro cioè che dovrebbero attenersi scrupolosamente a certe norme e regole, non ha provveduto a immettere i carboni attivi (quelli che riducono e abbattono le emissioni dannose alla salute umana e non solo) nel ciclo dell’inceneritore.
Non ha immesso i carboni, ma ne ha registrata l’immissione: insomma, si è trattato di un vero e proprio falso; cosa già segnalata dai Comitati antinceneritoristi.
Ora I gestori hanno venti giorni per fornire spiegazioni e dati – scrive ancora Il Tirreno nel sommarietto.
Ma si può essere più teatrini della politica di così?
L’ultima botta viene dall’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra Cis e Asm.
Ancora Il Tirreno scrive: Nei forni il cdr pratese per produrre energia.
Anche questa, detta così, ancora una volta si capisce poco, ma il senso generale è questo: Cis e Asm, raccolta rifiuti contigui della Piana e di Prato, incrementeranno le fiammate dell’inceneritore di Montale (aumenteranno, cioè, la produzione dei forni) con il fine di produrre energia.
Magari dicendo di avere immesso i carboni anche quando non lo hanno fatto. Tanto chi se ne accorgerà, oltre a quei quattro gatti sparuti dei Comitati, alla dottoressa Gentilini e a qualche cane rabbioso della Piana?
E la Provincia?
Quella si limiterà a diffidare. Da qui all’eternità.
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[Mercoledì 3 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]
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