Il commissario arriva e dichiara che tutto va bene
PISTOIA. Non fa a tempo ad arrivare a Pistoia, e il nuovo viceré
dell’Asl, Bruno Cravedi, inaugura il triplo salto mortale senza rete: un bel
coraggio, non c’è che dire.
Un coraggio che sembra la caratteristica di questi personaggi a metà
strada (quindi, e senza offesa, in una posizione bastarda, che solo l’Italia
sembra conoscere) tra burocrati e politici: quelle figure professionali che,
invece di snellire l’amministrazione pubblica, hanno ottenuto solo il
beneficio, per il contribuente, di alleggerirgli ancor più le tasche di noiosi
pesi monetari.
Arriva – per riprendere –, non si è ancora seduto alla scrivania e
comincia a emettere responsi oracolari. L’Asl 3 un’azienda sana titola Il
Tirreno.
Frutto di proprietà extrasensoriali, questa brillante intuizione? Da
cosa scaturisce il giudizio? Cravedi sa tutto perché legge e comprende tutto
col semplice passare gli occhi sulle carte? Magari con occhi ai raggi-x come
quelli del glorioso Nembo Kid?
Ecco, è questo che mi scandalizza come cittadino in primo luogo, e poi
come giornalista.
Perché mi sento offeso alla radice: e non mi basta l’osservazione – critica,
ma non sufficientemente esplicita – di Fabio Calamati, che fa intendere cosa
pensi il cronista, ma forse in maniera non abbastanza chiara per un lettore di
media-stazza: «logico che Cravedi cerchi soprattutto di allontanare i sospetti
e creare una situazione di “normalità”».
Logico, viene da dire, ma assolutamente non avveduto: perché non siamo
qui a insinuare assolutamente il sospetto che qualcosa non vada, che c’è del
marcio in Danimarca, come dice Amleto, e che anche l’Asl di Pistoia sia una
nave nella bufera: questo assolutamente no.
Ma tra l’essere prudenti e l’avventurarsi sul trapezio senza la rete, c’è
una distanza stellare.
Un più cauto silenzio, una più misurata continenza, una più apprezzabile
riservatezza avrebbero garantito Cravedi in un qualsiasi tipo di futuro, solo
possibile o sicuro che possa essere. E gli avrebbe dato una più autorevole aura
di serietà professionale.
È il passo in più che disturba.
Provi, Cravedi, a rifletterci per un istante.
Edoardo
Bianchini
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[Venerdì 1° giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]
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