sabato 2 giugno 2012

GINETTI E IL SOGNO RITROVATO


di Edoardo Bianchini

Liberato dall’incubo dei domiciliari, è tornato al lavoro, all’orto e all’oliveto «Adesso voglio/devo recuperare un po’ di tempo e gioie perse»

PISTOIA. «Non ho detto che non tornerò a parlare della mia situazione. Adesso voglio/devo recuperare un po’ di tempo e gioie perse. Ma la battaglia purtroppo non è finita. Ho vinto una battaglia ma la guerra è ancora lunga e piena di insidie…».
A scrivere queste parole è Antonio Ginetti, il recluso; quello che è stato confinato ai domiciliari, ma che il 30 scorso, è stato liberato dall’incubo dopo essere rimasto sostanzialmente inascoltato per mesi.

Ho iniziato una conversazione per mail con lui stamattina, per la festa della Repubblica, chiedendogli se c’erano novità. E mi sono visto arrivare una lunga e bella lettera piena di umanità, vibrante e venata di una sofferenza che si avvertiva chiara e palpabile.
Devo dirlo senza mezzi termini: sono rimasto senza parole. Perché sentivo che qualcosa andava oltre, in quelle riflessioni di Ginetti. Ho sùbito pensato di usare quella mail, ma mi sono trattenuto perché, un suo uso, se non gradito al Ginetti, sarebbe potuto essere, per chi aveva già sofferto abbastanza, un ulteriore, ma assolutamente inutile dolore aggiunto. E gli ho chiesto di autorizzarmi a pubblicare qualche stralcio della sua mail.
Me lo ha concesso ed ecco cosa mi aveva scritto quando gli avevo chiesto notizie:

La ringrazio di cuore del suo interessamento.
Il 30, come ben sapeva, avevo il Tribunale del Riesame chiamato a decidere in riguardo alla opposizione che i mei avvocati avevano presentato contro il rigetto del Gip alla loro richiesta del 12 aprile.
Il Tribunale del Riesame ha accolto le tesi degli avvocati ed ha deciso di togliermi gli arresti domiciliari. Praticamente mi ha scarcerato.
Ha mantenuto, quale forma di controllo, il solo obbligo di dimora entro il territorio della Provincia.
Ho dato notizia su fb, per posta elettronica ma solo nel Movimento e tra gli amici. Pensavo di scrivere un Comunicato Stampa, ma l’euforia di uscire, il desiderio di ritornare al mio orto e all’oliveto mi ha tenuto due giorni lontano dal computer. Se poi ci mettiamo anche la stanchezza psichica del periodo appena trascorso, nessun comunicato è venuto fuori. Mi dispiace, ma oramai è trascorso il tempo utile che la notizia poteva suscitare interesse.
La ringrazio nuovamente del suo personale interesse verso la mia vicenda […].
Come ha compreso non ho perso tempo a ritornare ai miei impegni sia di lavoro, e proprio venerdì ero ad affiggere locandine a Quarrata per conto del Comune, sia della mia passione per le coltivazioni, che comunque considero un lavoro anche se non retribuito, ma poi non è neppure vero, se consideriamo le verdure che mai compro o l’ottimo olio che produco.
Distinti saluti
Antonio Ginetti

Fra parentesi quadre ho tolto considerazioni che, riguardando la mia persona, non hanno alcun peso sulla vicenda umana di Ginetti, che è quella che in questo momento conta.
Come contano, credo, queste parole che concludono la mail con cui Ginetti mi ha autorizzato a scrivere: «Le lettere che scrivo escono dal cuore, quindi possono essere lette da tutti coloro che sanno amare. La lettera l’ho scritta a lei ed è sua, può utilizzarla come vuole. Sicuro della sua onestà professionale ma soprattutto morale».
Questo 2 giugno è stato un giorno all’insegna della polemica e della divisione, come abbiamo letto.
Per me – e spero anche per Ginetti – vi garantisco che è stata davvero una gran bella giornata.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 2 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

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