martedì 5 giugno 2012

RACCOLTA DIFFERENZIATA PER MEGLIO INCENERIRE O PER RIDURRE I RIFIUTI E RECUPERARE I MATERIALI?


Lettera aperta ai Sindaci della provincia

PISTOIA. Dai responsabili di “Per un’altra Pistoia” ci giunge la seguente lettera aperta ai Sindaci della Provincia

Dopo essere stato adottato dai Consigli Provinciali di Firenze, Prato e Pistoia, il Piano Interprovinciale dei Rifiuti dell’ATO Toscana Centro è in procinto di ricevere il via libera definitivo.
La Lista Civica Ecologista “Per un’altra Pistoia”, pur apprezzando il lavoro compiuto da numerose associazioni che hanno presentato puntuali osservazioni nei termini previsti dalla legge, ha ritenuto che il piano adottato dalle tre province non sia emendabile, ma debba essere ripensato radicalmente.
Esso si basa infatti su una premessa infondata -un notevole incremento dei rifiuti, quale effetto di una forte ripresa economica – e su una soluzione dannosa per la salute pubblica e per l’ambiente, nonché antieconomica e in contrasto con la normativa vigente: l’incenerimento dei rifiuti. Sulla base dei principi e delle indicazioni operative della strategia internazionale Rifiuti Zero, introdotta in Italia da Ambiente e Futuro e da Paul Connett, noi guardiamo ad una prospettiva che punta decisamente alla messa al bando in tempi brevi dell’incenerimento.
Il Piano Interprovinciale dei Rifiuti presenta elementi di forte contraddittorietà: infatti aldilà dei buoni propositi enunciati in premessa, 2/3 delle risorse totali, cioè oltre 190 milioni di Euro, saranno investiti per potenziare l’incenerimento, mediante la realizzazione di due nuovi impianti e l’ampliamento di due inceneritori già esistenti, fra cui quello di Montale. In esso si prevede di passare dalle attuali 60.000 tonnellate annue di rifiuti inceneriti alle 250.000 previste per il 2015; questo significa aumentare la contaminazione dell’aria, distruggere enormi quantità di materie non rinnovabili e dover comunque smaltire in discarica qualcosa come 87.000 tonnellate di scorie, ovvero i rifiuti speciali pericolosi che residueranno dalla combustione.
È evidente che questa impostazione rende del tutto privo di credibilità un piano che si pone in teoria l’obiettivo di raggiungere entro il 2015 il 65% di raccolta differenziata. È ormai infatti ampiamente dimostrato che l’incenerimento non solo non è complementare al recupero dei materiali, ma risulta antitetico a tale opzione. Non a caso laddove si è davvero deciso di puntare su riduzione/riciclaggio i piani hanno previsto la chiusura di inceneritori e discariche, non certo il loro potenziamento (si veda ad esempio il piano predisposto dalla Provincia di Reggio Emilia). Se l’intento fosse davvero quello dichiarato, le risorse sarebbero prioritariamente destinate alla riconversione dei sistemi di raccolta dei rifiuti (cioè al porta a porta, con sistemi di controllo e tassazione della sola frazione indifferenziata) ed alla costruzione di filiere del riuso e del riciclaggio dei materiali, che già potrebbero in parte realizzarsi mediante modesti investimenti su industrie già operanti sul territorio. Se l’intento fosse davvero quello dichiarato gli investimenti potrebbero generare nuovi posti di lavoro ed un rapido processo virtuoso nella direzione dell’obiettivo possibile “rifiuti zero”. Ma è evidente che non è così, e che a prevalere sono stati gli interessi della lobby degli impianti, che punta sugli inceneritori anche a causa dei notevoli incentivi di denaro pubblico ad essi indirizzati, stante il fatto che lo Stato italiano assimila l’energia elettrica prodotta da questi impianti a quella ottenuta da fonti energetiche rinnovabili, commettendo in tal modo una grave forzatura che ci è già costata pesanti sanzioni comminate dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. L’aspetto tuttavia più grave ed urgente che motiva la nostra assoluta avversione al piano e questo nostro appello ai Sindaci dei Comuni pistoiesi deriva dagli esiti di ricerche recenti effettuate in ordine all’impatto sulla salute umana dei moderni impianti di incenerimento dei rifiuti. L’esigenza di ridurre la formazione di diossine ed altre sostanze altamente tossiche ha portato ad aumentare le temperature raggiunte durante il processo di combustione. Tale scelta ha tuttavia determinato un notevole incremento di polveri ultrasottili (PM <2,5) rilasciate nell’atmosfera, note anche con il termine di nano particelle. Queste ultime risultano particolarmente pericolose, non solo perché composte da cocktail di molecole altamente tossiche, ma soprattutto per l’alta capacità che hanno, una volta inalate, di penetrare direttamente nelle cellule dei tessuti (sistema linfatico, organi, ossa ecc.), interferendo con i processi di replicazione del DNA e causando patologie oncologiche di varia natura. È superfluo ricordare che le nano particelle permangono a lungo nell’aria e sono trasportate dal vento anche a diversi chilometri dalla fonte.
I neo-eletti Sindaci di Pistoia, Quarrata e Serravalle Pistoiese hanno raccolto consensi sulla base di un indirizzo gestionale radicalmente diverso da quello del Piano Interprovinciale:
“l’amministrazione comunale potrà incentivare il mercato dei prodotti riciclati”, “trasformando il rifiuto in una risorsa” (Bertinelli) con la “realizzazione dell’impiantistica necessaria a completare una filiera virtuosa dell’area metropolitana” (Mazzanti), giungendo così al “superamento delle pratiche di incenerimento dei rifiuti” (Mungai).
Chiediamo pertanto ai Sindaci della Provincia di Pistoia che si esprimano in maniera chiara:
1 sulla necessità di riconsiderare radicalmente il Piano Interprovinciale di Smaltimento Rifiuti;
2 sulla necessità di far valere il principio di precauzione in ordine alle conseguenze della dissipazione nell’aria di enormi quantità di polveri ultrasottili, e di individuare una data certa per la chiusura dell’inceneritore di Montale.
Lista Civica Ecologista
Per un’altra Pistoia
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[Martedì 5 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

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