Lettera aperta ai Sindaci della provincia
PISTOIA. Dai
responsabili di “Per un’altra Pistoia” ci giunge la seguente lettera aperta ai
Sindaci della Provincia
Dopo essere stato adottato dai Consigli
Provinciali di Firenze, Prato e Pistoia, il Piano Interprovinciale dei Rifiuti
dell’ATO Toscana Centro è in procinto di ricevere il via libera definitivo.
La Lista Civica Ecologista
“Per un’altra Pistoia”, pur apprezzando il lavoro compiuto da numerose
associazioni che hanno presentato puntuali osservazioni nei termini previsti
dalla legge, ha ritenuto che il piano adottato dalle tre province non sia
emendabile, ma debba essere ripensato radicalmente.
Esso si basa infatti su una
premessa infondata -un notevole incremento dei rifiuti, quale effetto di una
forte ripresa economica – e su una soluzione dannosa per la salute pubblica e
per l’ambiente, nonché antieconomica e in contrasto con la normativa vigente: l’incenerimento
dei rifiuti. Sulla base dei principi e delle indicazioni operative della
strategia internazionale Rifiuti Zero, introdotta in Italia da Ambiente e
Futuro e da Paul Connett, noi guardiamo ad una prospettiva che punta
decisamente alla messa al bando in tempi brevi dell’incenerimento.
Il Piano
Interprovinciale dei Rifiuti presenta elementi di forte contraddittorietà:
infatti aldilà dei buoni propositi enunciati in premessa, 2/3 delle risorse
totali, cioè oltre 190 milioni di Euro, saranno investiti per potenziare l’incenerimento,
mediante la realizzazione di due nuovi impianti e l’ampliamento di due
inceneritori già esistenti, fra cui quello di Montale. In esso si prevede di
passare dalle attuali 60.000 tonnellate annue di rifiuti inceneriti alle
250.000 previste per il 2015; questo significa aumentare la contaminazione dell’aria,
distruggere enormi quantità di materie non rinnovabili e dover comunque
smaltire in discarica qualcosa come 87.000 tonnellate di scorie, ovvero i
rifiuti speciali pericolosi che residueranno dalla combustione.
È evidente che questa impostazione rende del
tutto privo di credibilità un piano che si pone in teoria l’obiettivo di
raggiungere entro il 2015 il 65% di raccolta differenziata. È ormai infatti
ampiamente dimostrato che l’incenerimento non solo non è complementare al
recupero dei materiali, ma risulta antitetico a tale opzione. Non a caso
laddove si è davvero deciso di puntare su riduzione/riciclaggio i piani hanno
previsto la chiusura di inceneritori e discariche, non certo il loro
potenziamento (si veda ad esempio il piano predisposto dalla Provincia di
Reggio Emilia). Se l’intento fosse davvero quello dichiarato, le risorse
sarebbero prioritariamente destinate alla riconversione dei sistemi di raccolta
dei rifiuti (cioè al porta a porta, con sistemi di controllo e tassazione della
sola frazione indifferenziata) ed alla costruzione di filiere del riuso e del
riciclaggio dei materiali, che già potrebbero in parte realizzarsi mediante
modesti investimenti su industrie già operanti sul territorio. Se l’intento
fosse davvero quello dichiarato gli investimenti potrebbero generare nuovi
posti di lavoro ed un rapido processo virtuoso nella direzione dell’obiettivo
possibile “rifiuti zero”. Ma è evidente che non è così, e che a prevalere sono
stati gli interessi della lobby degli impianti, che punta sugli inceneritori
anche a causa dei notevoli incentivi di denaro pubblico ad essi indirizzati,
stante il fatto che lo Stato italiano assimila l’energia elettrica prodotta da
questi impianti a quella ottenuta da fonti energetiche rinnovabili, commettendo
in tal modo una grave forzatura che ci è già costata pesanti sanzioni comminate
dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. L’aspetto tuttavia più grave ed
urgente che motiva la nostra assoluta avversione al piano e questo nostro
appello ai Sindaci dei Comuni pistoiesi deriva dagli esiti di ricerche recenti
effettuate in ordine all’impatto sulla salute umana dei moderni impianti di
incenerimento dei rifiuti. L’esigenza di ridurre la formazione di diossine ed
altre sostanze altamente tossiche ha portato ad aumentare le temperature
raggiunte durante il processo di combustione. Tale scelta ha tuttavia
determinato un notevole incremento di polveri ultrasottili (PM <2,5)
rilasciate nell’atmosfera, note anche con il termine di nano particelle. Queste
ultime risultano particolarmente pericolose, non solo perché composte da
cocktail di molecole altamente tossiche, ma soprattutto per l’alta capacità che
hanno, una volta inalate, di penetrare direttamente nelle cellule dei tessuti
(sistema linfatico, organi, ossa ecc.), interferendo con i processi di
replicazione del DNA e causando patologie oncologiche di varia natura. È
superfluo ricordare che le nano particelle permangono a lungo nell’aria e sono
trasportate dal vento anche a diversi chilometri dalla fonte.
I neo-eletti Sindaci di Pistoia, Quarrata e
Serravalle Pistoiese hanno raccolto consensi sulla base di un indirizzo
gestionale radicalmente diverso da quello del Piano Interprovinciale:
“l’amministrazione comunale potrà
incentivare il mercato dei prodotti riciclati”, “trasformando il rifiuto in una
risorsa” (Bertinelli) con la “realizzazione dell’impiantistica necessaria a completare una
filiera virtuosa dell’area metropolitana” (Mazzanti), giungendo così al “superamento
delle pratiche di incenerimento dei rifiuti” (Mungai).
Chiediamo pertanto ai Sindaci della Provincia
di Pistoia che si esprimano in maniera chiara:
1 sulla necessità
di riconsiderare radicalmente il Piano Interprovinciale di Smaltimento Rifiuti;
2 sulla necessità
di far valere il principio di precauzione in ordine alle conseguenze della
dissipazione nell’aria di enormi quantità di polveri ultrasottili, e di
individuare una data certa per la chiusura dell’inceneritore di Montale.
Lista
Civica Ecologista
Per
un’altra Pistoia
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[Martedì 5 giugno
2012 - © Quarrata/news 2012]
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