Con un foro più piccolo di un’asola eseguita
una isterectomia radicale – È stato usato il bisturi a ultrasuoni – Un momento formativo per molti medici e chirurghi
PISTOIA. Un eccezionale intervento di chirurgia minivasiva – laparoscopica
è stato eseguito stamattina nel presidio Ospedaliero di Pistoia. Ad una giovane
donna, pistoiese, affetta da carcinoma al collo uterino è stata praticata l’isterectomia
radicale con conservazione delle fibre nervose. I chirurghi sono intervenuti
attraverso un minuscolo foro, più piccolo di un’asola. È stata eseguita un’incisione
cutanea di pochi millimetri che ha permesso ai chirurghi di inserire il
laparoscopio – un tubo sottile dotato all’estremità di un canale ottico che
ingrandisce l’immagine interna su di un monitor – e
di effettuare tutte le delicate manovre operatorie in maniera più semplice e
chiara.
Era la prima volta che a Pistoia veniva
eseguito un intervento di chirurgia oncologica ginecologica così all’avanguardia.
Il tutto effettuato con un bisturi ad ultrasuoni senza il ricorso all’energia
elettrica.
L’intervento è stato eseguito professor
Enrico Vizza, direttore della unità operativa di ginecologia oncologica dell’Istituto
Nazionale Tumori “Regina Elena” di Roma, nonché esperto nazionale di chirurgia
ginecologica robotica. Il Professor Vizza è stato coadiuvato dal direttore
della unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Pistoia
dottor Gianfederico Trebbi e dal dottor Mauro Magni, della stessa unità
operativa e dal dottor Francesco Tarsitano dell’Università di Napoli.
Tutta dell’Ospedale di Pistoia l’equipe
in sala operatoria. L’anestesia è stata condotta dal dottor Leandro Barontini,
direttore della unità operativa di anestesia e rianimazione. L’équipe
infermieristica era composta da: Marilena Solenne (strumentista) Riccardo
Menici, Raffaele Cippolini, coordinati da Michele Trinci.
Il Professor Vizza ha spiegato che l’intervento
ha avuto complessivamente una durata di circa 3 ore e che la donna, quando si è
svegliata dall’anestesia, era già in fase di recupero. L’utero, le ovaie e
parte della vagina ed i linfonodi sono stati asportati preservando l’innervazione
della vescica e dell’intestino per non compromettere la qualità della vita
della paziente. Il tutto senza l’apertura dell’addome e per i medici
sicuramente il decorso post operatorio sarà ridotto e con minore dolore
rispetto ad intervento tradizionale. Trebbi e Magni hanno inoltre evidenziato
che la cicatrice fra qualche mese sarà praticamente invisibile e anche l’aspetto
estetico influirà positivamente sullo stato psicologico della donna e, di
conseguenza, anche sulla velocità complessiva di guarigione. Durante l’intervento
è stato eseguito anche l’esame istologico estemporaneo dei linfonodi per la
valutazione sull’aggressività della patologia tumorale.
Per molte donne affette da tumore all’apparato
genitale l’intervento eseguito oggi a Pistoia rappresenta una speranza e una
qualità della vita migliore.
L’intervento per la sua particolarità,
ha rappresentato un momento formativo principalmente per gli operatori dell’area
materno infantile e quelli dell’area chirurgica, provenienti anche da altre
aziende sanitarie della regione Toscana che lo hanno potuto seguire in diretta
da una sala appositamente allestita.
Daniela Ponticelli
Ufficio Stampa Ausl 3 –
[comunicato]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nella foto (di repertorio) una équipe
in sala operatoria.
[Venerdì 19 ottobre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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