di LORENZO CRISTOFANI
Rompere definitivamente la cortina
di ipocrisie e falsità che circonda l’argomento
TRENTO. Il Creato e le vie di
comunicazione vecchie e nuove. Cammini, incroci e reti a partire dalle Dolomiti è stato il filo conduttore del Decimo
Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, organizzato
da Greenaccord e svoltosi a Trento tra il
27 e il 30 giugno scorsi. La sessione mattutina di venerdì 28 ha in particolare
affrontato, a conferma di quanto sia piccolo il mondo, un tema certamente
attuale anche nel circondario
pistoiese e nella vicina area montana a cavallo con l’Emilia, ovvero Il ruolo delle ferrovie storiche nelle
Dolomiti e la loro dismissione. Nel dibattito a margine delle relazioni c’è
stato un intervento dalla platea che ha spostato l’attenzione sulla questione
della Tav in Val Susa e sull’opportunità, per il mondo dell’informazione, di
rompere definitivamente la cortina di ipocrisie e falsità che circonda e ha l’argomento.
Ad oggi infatti solo una puntata di Off the
Report ha avuto il coraggio di dimostrare, citando studi
scientifici e facendo parlare esperti del settore – come l’ingegnere Angelo
Tartaglia del Politecnico di Torino, che in Val Susa non c’è un problema che cerca soluzione ma una soluzione che cerca un
problema che la possa così giustificare. In realtà anche L’Espresso, dedicandogli la
copertina, ha condotto un inedito approfondimento
sulla comunità dei 40mila valsusini che ha letteralmente dato vita ad un
fenomeno di civismo unico e rivoluzionario in Italia per innovazione sociale e
risultati raggiunti (vedi).
Senza dimenticare i cattolici per la vita
della valle e le innumerevoli associazioni che sostengono ragioni
inconfutabili e di buon senso contro quella che è divenuta, come amaramente
paventato del vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enrico Paissan nell’ambito
del medesimo Forum tridentino, strumento di tutela di interessi impropri: la
stampa ufficiale. E la dimostrazione di ciò l’hanno data in parte i due dei
relatori, forse inconsapevoli o poco informati – Ugo Pistoia e Witti Mitterer – glissando con qualche imbarazzo sullo stimolo proposto. Per
fortuna ha però rimediato il presidente del comitato scientifico di
Greenaccord, Andrea Masullo, soffermandosi dopo il dibattito a parlare con
alcuni interessati e ricordando anche i contributi scientifici del suo amico Sergio
Ulgiati, professore anch’egli al Politecnico di Torino, che sostanzialmente
confermano quanto la Tav Torino-Lione non sarebbe economicamente redditizia né
remunerativa quindi nemmeno giustificata nell’ottica di un’utilità futura o di
un benessere di sistema (ascolta qui). Non si sta a
ricordare che i grandi flussi commerciali, che arrivano in Europa con le navi
container, seguono – e lì cresceranno, come crescerà la portualità- le
direttrici nord-sud attraverso Svizzera e Austria, non certo l’asse est-ovest,
ovvero Italia-Francia. Del resto tutti gli organi di stampa, sotto sotto, sanno
perfettamente – come anche i politici italiani- che la Francia si è tirata
fuori da quel progetto ormai ventennale e superato: peccato che il nostro blog
sia trai pochi a ricordarlo!
Rimanendo comunque in termini di
viabilità montana e Dolomiti l’informazione da veicolare all’opinione pubblica
pare proprio che sia quella relativa all’abbandono dei collegamenti internazionali
col nord-est da parte dello stato italiano. Riguardo a questo handicap, su cui
sempre Report ha prodotto un servizio,
è doveroso denunciare che un patrimonio dell’Unesco come le Dolomiti dovrebbe
avere una maggiore accessibilità generale. Il che non significa ripristinare l’Orient
Express ma semplicemente rendere prioritari investimenti pubblici volti a
ricreare il collegamento di Venezia e Trieste con l’estero: si pensi, per la
cronaca, che fino a pochi anni fa i passeggeri erano centinaia di miglia l’anno
e che oggi la regione Friuli Venezia Giulia gestisce in via sperimentale una
linea ferroviaria con gli austriaci! Le politiche dei trasporti e delle
infrastrutture, come tutte le altre, seguita negli ultimi anni dal nostro paese
hanno creato disservizi e smantellato una serie di sistemi economici
funzionanti e di livello. Solo con una forte coscienza delle dinamiche accadute
potrà partire una fase nuova e finalmente migliorativa. Alternative non se ne
vedono proprio.
[Lorenzo Cristofani era presente per
noi su invito di Greenaccord, che ringraziamo]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 4 luglio 2013 | 16:56 - © Quarrata/news]
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