di ALESSANDRO
ROMITI
Il
Consigliere più votato preferisce mantenere il silenzio imposto dall’ultradecennale
Artioli
AGLIANA. Dopo diverse
telefonate a vuoto abbiamo tentato la fortuna che, questa volta, ci ha
assistito. Carlo Niccolai era in ufficio, s’accingeva ad uscire ma è stato
cortese, e, avvisato dalla segretaria, ci ha concesso un rapidissimo incontro.
Dopo
aver acceso il microfono, ho avviato una serie di domande, inutilmente (ma non
del tutto, in realtà): Niccolai ha cercato di non rispondere.
Il
nuovo e indemocratico Cd della Mise ha intanto stabilito una cosa: i rapporti
con la stampa saranno tenuti da un addetto stampa all’uopo dedicato (ci è
balzata sùbito agli occhi la commissione degli esaminatori che dovrà valutare il
candidato – vedi); poi abbiamo cercato di
immaginare quanto il fortunato vincitore dovrà anche essere, elastico, ma soprattutto comprensivo con i dirigenti.
Niccolai
– dicevamo - è stato gentile e non ha fatto come gli altri suoi confratelli che
ci hanno sbattuto il telefono in faccia, qualcuno con delle imprecazioni e delle espressioni d’insofferenza.
Con
Niccolai ci siamo subito dati del “tu” e ci ha ispirato immediata fiducia a pelle; è stato per questo che
ingenuamente – direte voi –
lo abbiamo esortato a tenere alto il controllo sulla gestione dentro il nobile
consesso misericordioso. Niccolai ci ha chiesto di fare una “tregua”, perché il
Cd intende mettersi a lavorare e, comunque, ha còlto l’occasione per
rimproverarci per le note dedicate ai nuovi consiglieri, farcite di commenti
biografici: peccato che nessuno dei coinvolti nell’operazione
Misericordia-Agliana, voglia capire (nonostante la presenza della
sbandieratissima vicepresidente avvocata penalista Ilaria Signori) che chiunque
si dedica alla vita pubblica è, giustamente,
più di altri soggetto alla lente d’ingrandimento e all’analisi. Dal che
viene da chiedersi cosa insegnino agli avvocati nelle aule delle facoltà di
Giurisprudenza!
L’intervista
ha una certa rilevanza proprio per quello che “non è stato detto”.
Il
Cd, ha deliberato intanto d’evitare ogni contatto con il mondo dell’informazione
e così i soci si sono impegnati a non fare commenti di alcun tipo: e cominciamo
subito bene, sul piano della trasparenza e della libertà personale, con questa
coercizione limitativa grave, che, a nostro giudizio, offende i consiglieri e
ribadisce l’intrinseca insicurezza e ambiguità delle attività del consiglio (l’opacità
è “pericolosa” per il danno all’immagine che induce nei confronti di chi la
esercita?) e garantisce l’affermazione più indemocratica dell’asse artioliano
negli indirizzi di Confraternita, Unimise e Fondazione.
Ecco
alcune delle domande rivolte al consigliere Niccolai:
– Come mai il consigliere più votato non
è stato eletto presidente?
– Alcune impressioni sulle vicende
emerse a seguito dell’inchiesta giornalistica, le puoi formulare?
– Come giudichi la bocciatura della signora
Adele all’iscrizione a socio?
– Che mi dici della imbarazzante
posizione dei coniugi Vagnozzi, esclusi dal novero dei soci?
– E delle note espresse dal Dott.
Santini, cosa pensi?
Nessun
commento, ma il volto del consigliere ci è parso imbarazzato.
Prima
di spegnere il microfono che ha registrato il “niente”, abbiamo fatto la
domanda da un milione: «Avete designato il nuovo correttore
morale?».
Ma
di questo ne parliamo in post a parte…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 7 luglio 2013 | 12:27 - © Quarrata/news]
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