di EDOARDO BIANCHINI
Querele e cause per cercare di fermare
il giornalismo d’inchiesta e la vera informazione
PISTOIA. Il nostro bravo Lorenzo Cristofani, sempre attento a ogni
spirar di vento, ogni tanto ci invia qualche utile spunto di riflessione.
Stavolta ci suggerisce le vicende – tristissime, perché degne solo di un Paese incivile come ormai
è diventata la nostra indefinibile Repubblica – che riguardano una collega che
ho conosciuto per la questione della Quick Parcking (Napoletana Parcheggi) e
San Bartolomeo sotterraneo: Graziella Di Mambro, vicedirettore di Latina
Oggi, il quotidiano che ha affrontato (ed evidentemente continua ad
affrontare) aspetti che non piacciono punto alla politica e ai suoi faccendieri.
Leggete cosa scrive, a tale proposito, il
Formia Libera.it. E
leggete anche, cliccando
su questo link, l’intervento della collega che non si lascia certo
intimidire dalla gragnola di querele raccattate dalla Provincia di Latina.
Già… perché spesso sono proprio le
istituzioni e le entità di rilevanza pubblica o che operano nel pubblico, quelle
che dovrebbero garantire trasparenza e legalità che, alla fine e il più delle
volte, sono l’ostacolo maggiore al raggiungimento degli obiettivi legali: dato
che ogni potere è, comunque, dispotico e zarista a prescindere – ed era questo
il motivo per cui, in certo comunismo, era teoricamente prevista come necessaria
una rivoluzione permanente perché nessuno facesse l’abitudine al poter
fare quel che gli pareva…
Cristofani ci ha suggerito, in questa
circostanza, il proverbio tutto il mondo è paese.
Ha perfettamente ragione. E anche a
Pistoia non si scherza a questo proposito.
Anche qui, da noi, nella città di
tutti, nella città a misura d’uomo, nella città al 72° posto (o
quello che è) del Sole-24 Ore, quando si dà noia si viene subito colpiti
da querele, pressioni e intimidazioni (vedi, per esempio, la reazione della Misericordia
di Agliana e non solo).
Con un distinguo: che a Latina certe
cose finiscono per venir cestinate, mentre qua non sempre fanno la degna e
doverosa fine dei rifiuti – cioè nel bidone della spazzatura, sia pur
differenziata o porta-a-porta.
E anche questo è sintomo di qualcosa
che non quadra nell’organizzazione morale e civile di una città (e di una
provincia) in cui istituzionalmente non accade mai niente e, se anche accade,
alla fine tutti gli “avelli scoperchiati e fetidi di cadavere” finiscono per
essere più o meno immediatamente ri-coperti dalle colate di cemento così odiose
a parole per tutti, ma così apprezzate, alla fine, da tutti.
Piena solidarietà alla bravissima
collega e buon 2014 a Pistoia.
Siamo convinti che ne abbia tanto,
tanto bisogno.
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 27 dicembre 2013 | 09:32 - © Quarrata/news]
Strana città, Pistoia e provincia.
RispondiEliminaPulluliamo di associazioni, gruppi, persone, personalità sempre in prima linea nei nobilissimi combattimenti per la legalità e contro le criminalità più o meno organizzate. Ottimo e giusto. Giusto e lodevole.
Peccato però che tutto questo sdegno si fermi, quasi intimidito, davanti a vicende locali di legalità tradita (penso, ad esempio, al caso "Comunità Montana") che forse un po' di attenzione meriterebbero.
Quando poi qualcuno (specie se si intitola "Misericordia") reagisce con l'arma della querela ad attività giornalistiche che potranno pure sembrare sopra le righe (quante volte, in Pistoia e dintorni, il giornalismo è ... sotto le righe senza che nessuno si lamenti ?!?!?) ma alle quali, in un contesto normale, si reagisce dando spiegazioni e lasciando parlare la trasparenza non certo tentando di intimidire giornalisti, quando questo accade, uno si chiede perchè mai i lottatori per la legalità siano così appisolati ...