domenica 29 dicembre 2013

BUONA LA ‘QVINTA’


di LUIGI SCARDIGLI

Un’esilarante tragica rappresentazione al Moderno di Agliana

AGLIANA. Si spoglia in platea, lasciando in dote ad alcuni spettatori, scarpe, calzini, pantaloni e camicia. Quando arriva sul palco, è in mutande e canottiera. Ad attenderlo c’è solo lei, la Qvinta, un sipario a fisarmonica nero e spesso, con degli strappi funzionali, polveroso, anonimo, la mattatrice muta e sorda dell’omonima rappresentazione andata in scena, ieri sera, al Moderno di Agliana.

Attorno a questa immaginaria ma ingombrante linea di demarcazione spettacolare, reale e tangibile in ognuno di noi nella vita di tutti i giorni, ci sono i quattro personaggi che hanno già trovato un autore ma che sono in cerca di pubblico e risate: Riccardo Goretti, Aldo Gentileschi, Armando Sanna e Pasquale Scalzi, che diventano puntualmente altro e altri oltrepassando, di là dallo sguardo, la linea di confine. Si spogliano e si vestono, terrorizzati dall’idea di essersi trasformati al solo passaggio da quella frontiera scomparsa, che li spoglia e li riveste, gli offre in pegno, più che in dono, arnesi e mezzi con i quali non hanno la minima idea di cosa poterci mai fare.
Il pubblico, ingiustificatamente modesto, dal solo punto di vista numerico, ride e commenta, a voce alta: lo consente l’umore familiare della scena, ma soprattutto lo sprigiona il fatto che ognuno, in sala, si riconosce perfettamente nell’incubo che i quattro protagonisti mettono alla berlina. L’esordio, molto mister Bean, lascia presagire un riadattamento ridoliniano del cinema muto, che invece prende improvvisamente corpo e voce, confondendo ulteriormente le acque.
Che sono calme, a differenza dei suoi naviganti, nervosi e nevrotici, ingabbiati dallo spazio, angusto, dell’entra e esci di scena: dietro la Qvinta si prende fiato, ci si prepara, ci si traveste: si ingrassa e si dimagrisce, ci si spettina e ci si bea della nostra calvizie, si allunga una mano e si celebra un’epopea; fuori da questa, si sputano paure e si chiede aiuto al pubblico, che ride, costretto ad interagire fisicamente, in maniera scomposta, quasi irriverente, esaltando, alla lettera, le ragioni della commedia.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 29 dicembre 2013 | 15:51 - © Quarrata/news]

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