di FELICE DE MATTEIS
E gli strani contributi per la “infrastrutturazione sociale
del Mezzogiorno”
PISTOIA. Avverto subito che
non stiamo parlando della lettera “stalinista” di cui a un precedente post.
Quella che vi proponiamo è la lettera
di auguri inviata ai “valvassini” dell’Assemblea dei Soci Caripit, da Re Ivano
I. Ai “vassalli” e “valvassori” è arrivata un’altra missiva; altro rango e
quindi altre considerazioni e, si dice, altro tono.
Comunque la lettera inviata ai
valvassini è ugualmente indicativa del Paci-pensiero (?) perché ci fa
comprendere la “spontaneità” di una missiva sicuramente ponderata.
Dunque, dalla lettura si evince che: “si
aggravano problemi che credevamo superati,
etc.” e quindi in quel credevamo è
raccolto tutto il Paci-pensiero. Lui credeva, non in senso mistico ma in quello
più prosaico ed attinente le sue mansioni di gran tesoriere dell’Ordo
Pistoriensis, ovvero la “sua” Fondazione, che i tempi orribili fossero
terminati, mentre anche i cretini (in senso etimologico) sanno, perché
quotidianamente lo vivono, che questo tempo è drammaticamente operante ed i
suoi effetti ben lungi dal poter essere definiti e conclusi. Io, cretino, lo
comprendo: Lui, il Gran Tesoriere di Pistoia, Professore di Tecnica Bancaria, no.
Invio la nota all’ultimo Gran Maestro
dell’Ordine del Micco da me conosciuto, per una eventuale onorificenza, goliardicamente
e rigorosamente da attribuirsi secondo i canoni della Res Publica Florentina,
Madre (snaturata, ovviamente) di tutta la Goliardia toscana. Con buona pace
anche del Prefetto che dà le sue (nostre?) benemerenze civili in Cattedrale.
Proseguendo nella lettura, qualche rigo
sotto, non dopo mesi, si legge: “La comunità nazionale e quella locale appaiono quasi estenuate e sfibrate
dagli effetti di una crisi che non sembra aver fine”.
Dunque, scusate, ma se le cose che “si
credono” superate, subito dopo qualche rigo “appaiono” (o sono?) estenuate e
sfibrate, non siamo dinnanzi a quella che si chiama dissociazione?
Debbo dire la verità: ho smesso di
leggerla, questa lettera, tanto più perché si versano, per me, false lacrime
per i giovani e per gli adulti senza lavoro anche se non ho chiaro quale sia il
discrimine per Ivano I, fra giovane e adulto. Forse gli ottanta anni dove sono
“ingabbiati” i soci onorari non votanti?
L’avvicinarsi del Natale, non so
perché, mi rende nervoso e il leggere a pag. 36 la relazione sulla Gestione
2012 – punto 3 a) Fondazione con il Sud (già Fondazione per il Sud) €.
1.705.157,67 con quota annuale 2012 di €. 179.550,00 da parte della Fondazione
Caripit, mi rasserena.
In fondo Ivano I è buono; dà i “nostri
dindi” anche ai fratelli Italiani del Sud. Ha cominciato a darglieli il 22 novembre
del 2006 per la “infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno”.
Ci auguriamo che siano stati spesi bene
e sicuramente senza secondi fini perché se Parigi valeva bene una Messa, una
cattedra… non vale i nostri soldi. Se richiesti, ci torniamo sopra.
Va bene, anzi male; finiamola qui. Non
ho concluso la lettura della lettera perché continuo a pensare che in certe
circostanze “un bel tacer non fu mai scritto”: se gli avvoltoi del Presidente
Caripit, Prof. Ivano Paci, pensano però che qualcuno contribuisca a spianare
loro il cammino per la inevitabile “successione”, hanno pensato in maniera
distorta.
Sta veramente e finalmente finendo un
mondo: vada come vada, ma che si possa veramente cambiare perché se il
cambiamento in Pistoia è il ragazzo/vecchio comunista Bertinelli ed i suoi
furbastri seguaci, allora, Prof. Paci, resista, resista, resista!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 24 dicembre 2013 | 09:26 - © Quarrata/news]
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