di FELICE DE MATTEIS
Quando il Comune di San Marcello
(Sindaco Seghi) vendette Villa Vittoria alla disciolta Comunità Montana
(Presidente Seghi) – Unioni, Fusioni e Comunoni: solo un gioco per cancellare le
ruberie e far sparire i responsabili che stentano a venir fuori?
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Vorremmo tornare sull’ “affare” Comunità Montana.
Lo chiamo volutamente affare perché
trasporta al suo interno i connotati affaristici/speculatici/politici che sono
gli ingredienti principali della gestione malavitosa che ha caratterizzato
questo Ente.
Sinteticamente: la Comunità Montana è stata fatta fallire. Assumeva in
sé tutti quei servizi che l’Unione dei Comuni (che si deve fare per legge),
poteva attivare per rappresentare le istanze e le necessità dei vari Comuni.
Tutto ciò non è accaduto perché, dovendo passare le funzioni della Comunità
Montana all’Unione dei Comuni “qualcuno” si sarebbe sicuramente reso conto
delle malversazioni, dei furti e della allegra gestione dell’Ente. Meglio
sopprimerla, come è accaduto.
Il Sig. “G.S.”, reo confesso, ha
ribaltato paradossalmente il piatto e la relazione Eller, castrata sul più
bello per mancanza di fondi (!) dalla Giunta dei Sindaci, ha però messo in
chiaro che qualcuno con la Comunità Montana ha fatto gli affari suoi e non solo
il reo confesso.
L’unica ad avere subito un danno,
speriamo non irreversibile, è stata la Montagna.
Scoppiato il “bubbone” Comunità
Montana, si è pensato di poter azzerare il tutto con la fusione dei Comuni, ovvero
il Comunone/Dynamone, un barattolo dai dubbi contorni dove, in base al
principio che chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, si sarebbe tutto
abbuiato e si sarebbe ripartiti da “zero” per ricominciare a fare gestire ai
soliti noti il futuro di un territorio oramai allo stremo.
Anche questo disegno non è andato in
porto e le lamentele di quanti affermano che solo di referendum si sarebbe
trattato e non di fusione dei Comuni Montani – con San Marcello che non c’entra
un fico – sono il disperato tentativo di un gruppetto di cariatidi che non
hanno compreso che il gioco del magna-magna è terminato.
Il gioco è terminato perché la
Provincia è stata costretta a prendersi carico della gestione della ex Comunità
Montana, e sta svelando le carte della mala gestione di questo ente, non solo e
non tanto nei suoi aspetti tecnici e contabili, quanto nella efferatezza di
certe decisioni politiche e relativi impegni di spesa assunti negli anni e che troveranno
scadenza addirittura nel 2026 o 2035: leggi Macello in Val di Casio o Villa
Vittoria.
Gli amici, se mi si consente la
confidenza, che hanno sostenuto il Comunone/Dynamone e lo hanno fatto in buona
fede, non sono certo quelli che nella maggioranza lo hanno creato e sostenuto
solo per non dovere rendere conto della loro valentia politica negli Enti
precedentemente frequentati per anni e in qualche caso decennio.
Se le elezioni del maggio 2014 nei
Comuni di Abetone, Piteglio e Cutigliano riusciranno ad esprimere una
rappresentanza integra e sana, il progetto potrebbe riprendere quota dopo un’accurata
verifica dei pro e dei contro che un affrettato referendum non
avrebbe certo generato.
Prima elezioni di rinnovamento e poi
eventuali atti a “beneficio” della Montagna e non di qualche camaleonte che è
morto e vecchio (politicamente) e non più vergine.
Alcuni piccoli (!) esempi a sostegno:
1. Villa
Vittoria in San Marcello. Doveva diventare la sede della Comunità Montana ed
era di proprietà del Comune di San Marcello. Nel 2001, Sindaco Moreno Seghi, fu
venduta alla Comunità Montana, di cui era Presidente Moreno Seghi.
Erano già gli anni nel quale le
sinistre, certe sinistre, sbraitavano contro il conflitto di interessi… e
arditamente si affidavano ai mutui per le loro operazioni. Villa Vittoria c’è
ancora: con un mutuo contratto il 18 settembre 2001 di €. 208.648,59, con
scadenza nel 2016 e un residuo da pagare di €. 64.352,17.
Tanto per gradire, Villa Vittoria è
gravata anche da un mutuo stipulato il 24 marzo 2005 di €. 462.899,32, scadenza
2025 (!) e con residuo debito di €. 320.386,61.
Le cifre sono di fonte della Provincia
e riguardano la delibera con oggetto: “Estinta Comunità Montana. Subentro nei
prestiti contratti con la cassa depositi e prestiti S.p.A. e M.E.F.”
2. Macello
intercomunitario in Castel di Casio, gloria e vanto del Gualtierotti, nel quale
la Comunità Montana vanta il 6% del capitale, del costo complessivo di €. 1.600.000
alla quale somma contribuisce la “nostra” Comunità Montana con circa €. 200.000
e che, fino al 2016, continueremo a pagare annualmente con circa €. 7.000.
Ci dicono gli atti relativi a questo
macello che là, in Castel di Casio, si macella anche secondo il metodo islamico:
in compenso non abbiamo notizia di quanti utenti della nostra zona abbiano
usufruito di questo “pietoso” impianto.
Il “cuore” di tutto questo argomentare
è che, dopo le elezioni del 2014, le amministrazioni che verranno, tramite l’Unione
dei Comuni che ex lege andrà fatta, si adoperino per la riacquisizione
dei beni enormemente rilevanti che la C.M. possedeva e si riattivino quelle
forme di introiti, a partire dalla forestazione, che procuravano un buon
guadagno all’Ente.
Al lordo, ovviamente delle ruberie!
Chiedo scusa per la lungaggine del
post. Tante altre “cose documentate” sono da dire.
Il Comunone può attendere! Anche la
neve all’Abetone!
Situazione economico-finanziaria della ex-Comunità Montana: vedi e scarica.
Situazione economico-finanziaria della ex-Comunità Montana: vedi e scarica.
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 28 dicembre 2013 | 11:35 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.