sabato 28 dicembre 2013

QUATTRINI, QUATTRINI & QUATTRINI (DELLA FU COMUNITÀ MONTANA, FORSE MACELLATA A CASTEL DI CASIO...)


di FELICE DE MATTEIS

Quando il Comune di San Marcello (Sindaco Seghi) vendette Villa Vittoria alla disciolta Comunità Montana (Presidente Seghi) Unioni, Fusioni e Comunoni: solo un gioco per cancellare le ruberie e far sparire i responsabili che stentano a venir fuori?

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Vorremmo tornare sull’ “affare” Comunità Montana.
Lo chiamo volutamente affare perché trasporta al suo interno i connotati affaristici/speculatici/politici che sono gli ingredienti principali della gestione malavitosa che ha caratterizzato questo Ente.

Sinteticamente: la Comunità Montana è stata fatta fallire. Assumeva in sé tutti quei servizi che l’Unione dei Comuni (che si deve fare per legge), poteva attivare per rappresentare le istanze e le necessità dei vari Comuni. Tutto ciò non è accaduto perché, dovendo passare le funzioni della Comunità Montana all’Unione dei Comuni “qualcuno” si sarebbe sicuramente reso conto delle malversazioni, dei furti e della allegra gestione dell’Ente. Meglio sopprimerla, come è accaduto.
Il Sig. “G.S.”, reo confesso, ha ribaltato paradossalmente il piatto e la relazione Eller, castrata sul più bello per mancanza di fondi (!) dalla Giunta dei Sindaci, ha però messo in chiaro che qualcuno con la Comunità Montana ha fatto gli affari suoi e non solo il reo confesso.
L’unica ad avere subito un danno, speriamo non irreversibile, è stata la Montagna.
Scoppiato il “bubbone” Comunità Montana, si è pensato di poter azzerare il tutto con la fusione dei Comuni, ovvero il Comunone/Dynamone, un barattolo dai dubbi contorni dove, in base al principio che chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, si sarebbe tutto abbuiato e si sarebbe ripartiti da “zero” per ricominciare a fare gestire ai soliti noti il futuro di un territorio oramai allo stremo.
Anche questo disegno non è andato in porto e le lamentele di quanti affermano che solo di referendum si sarebbe trattato e non di fusione dei Comuni Montani – con San Marcello che non c’entra un fico – sono il disperato tentativo di un gruppetto di cariatidi che non hanno compreso che il gioco del magna-magna è terminato.
Il gioco è terminato perché la Provincia è stata costretta a prendersi carico della gestione della ex Comunità Montana, e sta svelando le carte della mala gestione di questo ente, non solo e non tanto nei suoi aspetti tecnici e contabili, quanto nella efferatezza di certe decisioni politiche e relativi impegni di spesa assunti negli anni e che troveranno scadenza addirittura nel 2026 o 2035: leggi Macello in Val di Casio o Villa Vittoria.
Gli amici, se mi si consente la confidenza, che hanno sostenuto il Comunone/Dynamone e lo hanno fatto in buona fede, non sono certo quelli che nella maggioranza lo hanno creato e sostenuto solo per non dovere rendere conto della loro valentia politica negli Enti precedentemente frequentati per anni e in qualche caso decennio.
Se le elezioni del maggio 2014 nei Comuni di Abetone, Piteglio e Cutigliano riusciranno ad esprimere una rappresentanza integra e sana, il progetto potrebbe riprendere quota dopo un’accurata verifica dei pro e dei contro che un affrettato referendum non avrebbe certo generato.
Prima elezioni di rinnovamento e poi eventuali atti a “beneficio” della Montagna e non di qualche camaleonte che è morto e vecchio (politicamente) e non più vergine.
Alcuni piccoli (!) esempi a sostegno:
1. Villa Vittoria in San Marcello. Doveva diventare la sede della Comunità Montana ed era di proprietà del Comune di San Marcello. Nel 2001, Sindaco Moreno Seghi, fu venduta alla Comunità Montana, di cui era Presidente Moreno Seghi.
Erano già gli anni nel quale le sinistre, certe sinistre, sbraitavano contro il conflitto di interessi… e arditamente si affidavano ai mutui per le loro operazioni. Villa Vittoria c’è ancora: con un mutuo contratto il 18 settembre 2001 di €. 208.648,59, con scadenza nel 2016 e un residuo da pagare di €. 64.352,17.
Tanto per gradire, Villa Vittoria è gravata anche da un mutuo stipulato il 24 marzo 2005 di €. 462.899,32, scadenza 2025 (!) e con residuo debito di €. 320.386,61.
Le cifre sono di fonte della Provincia e riguardano la delibera con oggetto: “Estinta Comunità Montana. Subentro nei prestiti contratti con la cassa depositi e prestiti S.p.A. e M.E.F.”
2. Macello intercomunitario in Castel di Casio, gloria e vanto del Gualtierotti, nel quale la Comunità Montana vanta il 6% del capitale, del costo complessivo di €. 1.600.000 alla quale somma contribuisce la “nostra” Comunità Montana con circa €. 200.000 e che, fino al 2016, continueremo a pagare annualmente con circa €. 7.000.
Ci dicono gli atti relativi a questo macello che là, in Castel di Casio, si macella anche secondo il metodo islamico: in compenso non abbiamo notizia di quanti utenti della nostra zona abbiano usufruito di questo “pietoso” impianto.
Il “cuore” di tutto questo argomentare è che, dopo le elezioni del 2014, le amministrazioni che verranno, tramite l’Unione dei Comuni che ex lege andrà fatta, si adoperino per la riacquisizione dei beni enormemente rilevanti che la C.M. possedeva e si riattivino quelle forme di introiti, a partire dalla forestazione, che procuravano un buon guadagno all’Ente.
Al lordo, ovviamente delle ruberie!
Chiedo scusa per la lungaggine del post. Tante altre “cose documentate” sono da dire.
Il Comunone può attendere! Anche la neve all’Abetone!

Situazione economico-finanziaria della ex-Comunità Montana: vedi e scarica.

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 28 dicembre 2013 | 11:35 - © Quarrata/news]

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