di EDOARDO BIANCHINI
Tanto per rimettere a posto la verità
effettuale della vicende Aias-Bardelli-Apr – Uno stralcio significativo della sentenza di Roma
PISTOIA. Luigi Egidio Bardelli, il
cavaliere della luce, dopo la sentenza di Roma che distrugge il primo
step dei suoi passi traballanti intrapresi a dispetto degli uomini e dei santi,
ieri, sul Tirreno, ha dato la sua lettura degli eventi con un «Va bene così» che è la somma dell’assoluta
mancanza di logica e di buonsenso: d’altronde, forse, aspettarsi di più sarebbe
stato anche troppo, da chi – a quanto pare – la ragione non sembra mai averla
avuta.
Il padrone-direttore
responsabile-commentatore di Tvl-Tv Libera Pistoia, ma al tempo stesso
Presidente dell’Aias,
• ma poi dei ribelli ex-Aias
(estromesso/i),
• ma poi, come Aias/ribelle,
costruttore – su suggerimento del Prof. Zamagni e del Terzo Settore – della nuova (e assolutamente diversa e assolutamente estranea)
Apr che si appropriò dell’attività ex-Aias (questo tenetelo presente: serve tra
poco) con le delibere assembleari da Pallacorda all’Auditorium della
Provincia il 16 aprile 2011 (salvo errori),
• ma poi “legittimato” (fra virgolette;
e non dalla dottoressa Borgogni, in via legittima, ma dal Sindaco Berti, con un
colpo di mano contro la Borgogni: extra ordine, dunque) presso la
Regione Toscana di Enrico Rossi a prendersi ogni mese 550mila euro circa dei
nostri denari di contribuenti,
• ma poi delegittimato a prendersi
questi quattrini pubblici, da un’ordinanza
del Tribunale di Roma che lui, folgorato
sulla via di Damasco, non ha mai rispettato, forse perché si sente al
di sopra di tutto e di tutti, tribunali e legge comprese;
bene: questo signore che da una vita a
Pistoia sta facendo come vuole e come crede, a cui nessuno (neppure il Vescovo)
osa chiedere spiegazioni, ieri ha sentenziato (suonino i doppi in gloria di Dio
da San Zeno!) che è bene così, che è giusto così, che è tutto
a posto.
Capperi, per non dir peggio! E perché
ha fatto il diavolo a quattro per trascinare tutto e tutti in Tribunale?
Se questo era il suo punto di vista,
non avrebbe fatto meglio a farla meno lunga? E soprattutto, abbia la compiacenza
di raccontarci la verità e non delle frottole, lui che si fregia di essere una
sorta di unto del Signore: ci racconti, cioè, anche che, prima di far partire
tutta questa guerra serbo-bosniaca, una bella mattina in Comune a Pistoia si
ritrovarono, per risolvere i suoi pasticci, il Vescovo Bianchi, il Sindaco
Berti, il Presidente della Provincia Fratoni e il Presidente Nazionale Aias Lo
Trovato, proprio quello stesso che – nella sbrigativa dichiarazione di ieri al Tirreno
– Luigi Egidio ricorda che ha, in questo momento, problemi di indagato per la
sede Aias di Barcellona in Sicilia.
E dato che c’è – e che dei problemi di Lo Trovato in Sicilia a noi non
interessa in fico secco, perché è lui, Bardelli, a utilizzare i nostri
quattrini delle nostre tasse in contrasto con un’ordinanza di Tribunale
che glielo dovrebbe impedire –, ci racconti anche
che, in quell’incontro, fu deciso e stabilito che se lui, Luigi Egidio Bardelli,
avesse ritirato querele e contenziosi vari, il tutto sarebbe rientrato senza
trascinare nel casino e nel fango né l’Aias, né i suoi dipendenti, né –
tantomeno – gli assistiti: quegli ultimi di cui Luigi Egidio, in una sorta di
delirio di onnipotenza, non si preoccupò affatto andando avanti per la sua
strada come la famosa locomotiva di Guccini.
E ora riprendiamo il filo del discorso.
La sentenza di Roma ci dice a chiare lettere (anche se al dottor Bardelli non
piace punto) che lui, Luigi Egidio, non era affatto legittimato a citare né l’Aias
Nazionale, né quella locale pistoiese commissariata da Bagnale, perché ormai
lui, l’ex-Presidentissimo tuttofare, era assolutamente fuori in ogni senso dall’Aias
e dal gioco: e ci si era messo da sé. Lo potete vedere e leggere anche nel
riquadro che segue.
E allora, se Bardelli era fuori da
tutto (e lui stesso oggi dice che va bene così):
• in che veste il 16 aprile operò lo
scisma dell’Auditorium e si appropriò (cristianamente e giustamente?) del
non-suo?
• E con
quale diritto Berti (seguito da Bellandi di Montecatini) lo consacrò Imperatore
del Sacro Romano Impero Pistoiese?
• E con
quale diritto, ancora, la Regione Toscana, con la benedizione di Rossi, lo
autorizzò a prendere 550mila euro al mese da Scarafuggi (quello che dovette
dimettersi, ma che prese ugualmente il premio di produzione…) e dall’Asl 3?
• E come
è stato possibile, poi, che, nonostante l’ordinanza del Tribunale di Roma,
nessuno, a Pistoia – dalla Procura, al Vescovado, al Comune, alla Provincia, all’Asl
3, alla Prefettura (che anzi lo ha premiato) – abbia
fatto parola di una sequela di irregolarità che, se verificatesi nella spregiata
Germania della Merkel, avrebbe portato a una raffica di azioni giudiziarie a
effetto domino e con serie conseguenze senza sconti a nessuno?
E soprattutto:
• come si può pretendere che, dinanzi a
una con-fusione di illeciti e conflitti di interesse e di ogni genere di questa
portata, i cittadini che lavorano e che sudano e che si arrabattano per pagare
l’Imu e le tasse e mantenere la politica e i parassiti, possano da una parte
credere in Dio e dall’altra credere e rispettare devotamente le Sante
Istituzioni che hanno dato sì gran prova di sé?
O va bene così e così deve
essere, come oggi ha l’ardire di dire il Signor cavaliere della luce?
E NON CONTENTO
LUIGI EGIDIO AGGIUNSE…
«L’AIAS
nazionale e l’AIAS Pistoia in persona del commissario Giulio Bagnale si sono
costituiti eccependo l’improcedibilità della domanda per violazione del
disposto dell’art. 28 dello statuto dell’AIAS, da qualificarsi clausola
compromissoria che rimetteva la decisione al collegio dei probiviri dell’associazione,
la nullità della citazione e del giudizio per la mancata partecipazione del
Pubblico Ministero, da ritenersi necessaria, trattandosi di impugnazione di
delibera di associazione riconosciuta, e il difetto di legittimazione degli
attori, non potendosi considerare l’AIAS di Pistoia validamente rappresentata
dal Bardelli, che aveva perso ogni potere in conseguenza della delibera di
commissariamento, e dovendosi ritenere che gli altri associati avevano perso
la loro qualità di soci, avendo versato una quota associativa inferiore
rispetto a quella stabilita. Nel merito, hanno contestato quanto sostenuto
dagli attori e hanno chiesto il rigetto delle domande da essi spiegate.
In fase istruttoria, su ordine del
giudice istruttore, è stato integrato il contraddittorio nei confronti del
Pubblico Ministero al quale è stato notificato l’atto di citazione in data
20/6/11, e quindi, precisate le conclusioni come in epigrafe, la causa è
stata rimessa al collegio per la decisione sulle produzioni documentali delle
parti.
Al riguardo occorre preliminarmente
rilevare che l’AIAS di Pistoia che ha agito come attrice nel presente
giudizio in persona del presidente Egidio Luigi Bardelli – unitamente alle
persone fisiche sopra indicate che hanno agito in qualità di associati — non
può considerarsi validamente rappresentata dallo stesso Bardelli e dall’avv.
Vittorio Bologni, cui il primo ha conferito la delega quale legale
rappresentante, risultando dagli atti e non essendo in contestazione che il
Bardelli non è più, e non era neppure all’epoca del conferimento del mandato,
il legale rappresentante dell’associazione in forza della delibera di
commissariamento adottata dall’AIAS nazionale la cui impugnazione costituisce
l’oggetto del giudizio. La stessa AIAS di
Pistoia, d’altra parte, era stata convenuta in giudizio dagli attori – e,
quindi, contraddittoriamente, da sé stessa – in persona del commissario
Giulio Francesco Bagnale ed è parte del presente giudizio per essersi regolarmente
costituita in persona dell’effettivo legale rappresentante all’epoca della
costituzione, poi sostituito dall’attuale presidente in forza della
sopravvenuta e non contestata rinnovazione degli organi associativi».
[Fonte: sentenza di Roma, pp. 4-5, vedi
e scarica qui]
• • •
FACCIAMO parlare i testi e non lasciamoci prendere in giro. Da
nessuno.
Prima leggetevi cosa Bardelli ha
aggiunto alla vicenda che lo accusa, sul Tirreno di stamattina, 21
dicembre, dove sostiene che non ha perso in giudizio, ma che anzi è lui che esce
vincitore dall’arengo tribunalizio.
Poi, però, analizzate attentamente cosa
dice la sentenza, soprattutto nelle parti in neretto.
E capirete che Bardelli non era
nulla, non era nessuno: e se nulla era e nessuno, non era
neppure legittimato a muoversi, cosa che ha invece fatto con estrema
disinvoltura, su suggerimento di Zamagni e del Terzo Settore (poi
fortunatamente cancellato – unica cosa ben fatta da Monti) e con il supporto
dell’avvocato Bologni.
E se non era legittimato a muoversi, la
sentenza va contro di lui, non contro altri: e ciò a prescindere dalla
compensazione delle spese.
Se infine Bardelli non era nulla e
nessuno per potersi e doversi muovere, allora delle tre o l’una, o due, o
tutt’e tre:
• non ha mai capito niente
• ha fatto il diavolo a quattro solo
per intorbidare le acque e menare il can per l’aia
• ha scelto un patrono incapace di
capire come stavano le cose in termini legali ovvero concorde con lui ad
allungare il brodo
E qui è meglio non andare oltre,
perché, per chi capisce e comprende a fondo, le chiavi di lettura di questa
inqualificabile vicenda ci sono tutte: e tutte da dover far arrossire una
città e le sue istituzioni – da quelle che
hanno lasciato fare, a quelle che hanno perfino conferito diplomi di
benemerenza al singor cavaliere della luce…
e.b.
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[Questi interventi sono pubblicati come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Sabato 21 dicembre 2013 | 11:57 -
© Quarrata/news]
Edoardo Bianchini potrà anche essere esagerato e colorire un po' troppo (d'altronde in un blog che è anche dichiaratamente di "satira politica", il linguaggio può anche consentirsi, in genere, qualche presa-per-i-fondelli anche perchè se no che sugo ci sarebbe a essere ... toscani?), ma il tentativo bardelliano di smimuire questa sentenza risulta singolare.
RispondiEliminaE se lo scavo giornalistico non fosse limitato al solo QN e venisse portato avanti anche da altri (questo è, o dovrebbe essere, giornalismo), magari riusciremmo a capirne di più in questa lunga vicenda.
Una vicenda che intreccia il dolore di tante famiglie, i conflitti di interesse fra una associazione di riabilitazione e una televisione privata (sono curioso di sapere se Tvl ha, ad esempio, dato notizia circa la sentenza romana), l'esercizio quarantennale di un potere nelle stesse mani, una consistente mole di denaro pubblico, le ipocrisie di una città piccola.
Alle domande poste da Bianchini dopo questa sentenza di un Tribunale della Repubblica Italiana, perchè non risponde nessuno? Perchè non rispondono, ad esempio, il Comune o l'ASL?
E mentre si è in attesa di un'altra sentenza, com'è stato possibile - essendo aperti in Tribunale procedimenti giudiziari - lo strano passaggio, certo non di noccioline o di santini, fra Apr e quella fondazione così volgarmente intitolata alla Madre di Gesù?