sabato 21 dicembre 2013

BARDELLI AL ‘REDDE RATIONEM’: «VA BENE COSÌ». MA IN REALTÀ NON VA BENE PROPRIO NULLA


di EDOARDO BIANCHINI

Tanto per rimettere a posto la verità effettuale della vicende Aias-Bardelli-Apr Uno stralcio significativo della sentenza di Roma

PISTOIA. Luigi Egidio Bardelli, il cavaliere della luce, dopo la sentenza di Roma che distrugge il primo step dei suoi passi traballanti intrapresi a dispetto degli uomini e dei santi, ieri, sul Tirreno, ha dato la sua lettura degli eventi con un «Va bene così» che è la somma dell’assoluta mancanza di logica e di buonsenso: d’altronde, forse, aspettarsi di più sarebbe stato anche troppo, da chi – a quanto pare – la ragione non sembra mai averla avuta.

Il padrone-direttore responsabile-commentatore di Tvl-Tv Libera Pistoia, ma al tempo stesso Presidente dell’Aias,
• ma poi dei ribelli ex-Aias (estromesso/i),
• ma poi, come Aias/ribelle, costruttore – su suggerimento del Prof. Zamagni e del Terzo Settore – della nuova (e assolutamente diversa e assolutamente estranea) Apr che si appropriò dell’attività ex-Aias (questo tenetelo presente: serve tra poco) con le delibere assembleari da Pallacorda all’Auditorium della Provincia il 16 aprile 2011 (salvo errori),
• ma poi “legittimato” (fra virgolette; e non dalla dottoressa Borgogni, in via legittima, ma dal Sindaco Berti, con un colpo di mano contro la Borgogni: extra ordine, dunque) presso la Regione Toscana di Enrico Rossi a prendersi ogni mese 550mila euro circa dei nostri denari di contribuenti,
• ma poi delegittimato a prendersi questi quattrini pubblici, da un’ordinanza del Tribunale di Roma che lui, folgorato sulla via di Damasco, non ha mai rispettato, forse perché si sente al di sopra di tutto e di tutti, tribunali e legge comprese;
bene: questo signore che da una vita a Pistoia sta facendo come vuole e come crede, a cui nessuno (neppure il Vescovo) osa chiedere spiegazioni, ieri ha sentenziato (suonino i doppi in gloria di Dio da San Zeno!) che è bene così, che è giusto così, che è tutto a posto.
Capperi, per non dir peggio! E perché ha fatto il diavolo a quattro per trascinare tutto e tutti in Tribunale?
Se questo era il suo punto di vista, non avrebbe fatto meglio a farla meno lunga? E soprattutto, abbia la compiacenza di raccontarci la verità e non delle frottole, lui che si fregia di essere una sorta di unto del Signore: ci racconti, cioè, anche che, prima di far partire tutta questa guerra serbo-bosniaca, una bella mattina in Comune a Pistoia si ritrovarono, per risolvere i suoi pasticci, il Vescovo Bianchi, il Sindaco Berti, il Presidente della Provincia Fratoni e il Presidente Nazionale Aias Lo Trovato, proprio quello stesso che – nella sbrigativa dichiarazione di ieri al Tirreno – Luigi Egidio ricorda che ha, in questo momento, problemi di indagato per la sede Aias di Barcellona in Sicilia.
E dato che c’è – e che dei problemi di Lo Trovato in Sicilia a noi non interessa in fico secco, perché è lui, Bardelli, a utilizzare i nostri quattrini delle nostre tasse in contrasto con un’ordinanza di Tribunale che glielo dovrebbe impedire –, ci racconti anche che, in quell’incontro, fu deciso e stabilito che se lui, Luigi Egidio Bardelli, avesse ritirato querele e contenziosi vari, il tutto sarebbe rientrato senza trascinare nel casino e nel fango né l’Aias, né i suoi dipendenti, né – tantomeno – gli assistiti: quegli ultimi di cui Luigi Egidio, in una sorta di delirio di onnipotenza, non si preoccupò affatto andando avanti per la sua strada come la famosa locomotiva di Guccini.
E ora riprendiamo il filo del discorso. La sentenza di Roma ci dice a chiare lettere (anche se al dottor Bardelli non piace punto) che lui, Luigi Egidio, non era affatto legittimato a citare né l’Aias Nazionale, né quella locale pistoiese commissariata da Bagnale, perché ormai lui, l’ex-Presidentissimo tuttofare, era assolutamente fuori in ogni senso dall’Aias e dal gioco: e ci si era messo da sé. Lo potete vedere e leggere anche nel riquadro che segue.
E allora, se Bardelli era fuori da tutto (e lui stesso oggi dice che va bene così):
• in che veste il 16 aprile operò lo scisma dell’Auditorium e si appropriò (cristianamente e giustamente?) del non-suo?
• E con quale diritto Berti (seguito da Bellandi di Montecatini) lo consacrò Imperatore del Sacro Romano Impero Pistoiese?
• E con quale diritto, ancora, la Regione Toscana, con la benedizione di Rossi, lo autorizzò a prendere 550mila euro al mese da Scarafuggi (quello che dovette dimettersi, ma che prese ugualmente il premio di produzione…) e dall’Asl 3?
• E come è stato possibile, poi, che, nonostante l’ordinanza del Tribunale di Roma, nessuno, a Pistoia – dalla Procura, al Vescovado, al Comune, alla Provincia, all’Asl 3, alla Prefettura (che anzi lo ha premiato) – abbia fatto parola di una sequela di irregolarità che, se verificatesi nella spregiata Germania della Merkel, avrebbe portato a una raffica di azioni giudiziarie a effetto domino e con serie conseguenze senza sconti a nessuno?
E soprattutto:
• come si può pretendere che, dinanzi a una con-fusione di illeciti e conflitti di interesse e di ogni genere di questa portata, i cittadini che lavorano e che sudano e che si arrabattano per pagare l’Imu e le tasse e mantenere la politica e i parassiti, possano da una parte credere in Dio e dall’altra credere e rispettare devotamente le Sante Istituzioni che hanno dato sì gran prova di sé?
O va bene così e così deve essere, come oggi ha l’ardire di dire il Signor cavaliere della luce?

E NON CONTENTO
LUIGI EGIDIO AGGIUNSE…


«L’AIAS nazionale e l’AIAS Pistoia in persona del commissario Giulio Bagnale si sono costituiti eccependo l’improcedibilità della domanda per violazione del disposto dell’art. 28 dello statuto dell’AIAS, da qualificarsi clausola compromissoria che rimetteva la decisione al collegio dei probiviri dell’associazione, la nullità della citazione e del giudizio per la mancata partecipazione del Pubblico Ministero, da ritenersi necessaria, trattandosi di impugnazione di delibera di associazione riconosciuta, e il difetto di legittimazione degli attori, non potendosi considerare l’AIAS di Pistoia validamente rappresentata dal Bardelli, che aveva perso ogni potere in conseguenza della delibera di commissariamento, e dovendosi ritenere che gli altri associati avevano perso la loro qualità di soci, avendo versato una quota associativa inferiore rispetto a quella stabilita. Nel merito, hanno contestato quanto sostenuto dagli attori e hanno chiesto il rigetto delle domande da essi spiegate.
In fase istruttoria, su ordine del giudice istruttore, è stato integrato il contraddittorio nei confronti del Pubblico Ministero al quale è stato notificato l’atto di citazione in data 20/6/11, e quindi, precisate le conclusioni come in epigrafe, la causa è stata rimessa al collegio per la decisione sulle produzioni documentali delle parti.
Al riguardo occorre preliminarmente rilevare che l’AIAS di Pistoia che ha agito come attrice nel presente giudizio in persona del presidente Egidio Luigi Bardelli – unitamente alle persone fisiche sopra indicate che hanno agito in qualità di associati — non può considerarsi validamente rappresentata dallo stesso Bardelli e dall’avv. Vittorio Bologni, cui il primo ha conferito la delega quale legale rappresentante, risultando dagli atti e non essendo in contestazione che il Bardelli non è più, e non era neppure all’epoca del conferimento del mandato, il legale rappresentante dell’associazione in forza della delibera di commissariamento adottata dall’AIAS nazionale la cui impugnazione costituisce l’oggetto del giudizio. La stessa AIAS di Pistoia, d’altra parte, era stata convenuta in giudizio dagli attori – e, quindi, contraddittoriamente, da sé stessa – in persona del commissario Giulio Francesco Bagnale ed è parte del presente giudizio per essersi regolarmente costituita in persona dell’effettivo legale rappresentante all’epoca della costituzione, poi sostituito dall’attuale presidente in forza della sopravvenuta e non contestata rinnovazione degli organi associativi».
[Fonte: sentenza di Roma, pp. 4-5, vedi e scarica qui]
• • •
FACCIAMO parlare i testi e non lasciamoci prendere in giro. Da nessuno.
Prima leggetevi cosa Bardelli ha aggiunto alla vicenda che lo accusa, sul Tirreno di stamattina, 21 dicembre, dove sostiene che non ha perso in giudizio, ma che anzi è lui che esce vincitore dall’arengo tribunalizio.
Poi, però, analizzate attentamente cosa dice la sentenza, soprattutto nelle parti in neretto.
E capirete che Bardelli non era nulla, non era nessuno: e se nulla era e nessuno, non era neppure legittimato a muoversi, cosa che ha invece fatto con estrema disinvoltura, su suggerimento di Zamagni e del Terzo Settore (poi fortunatamente cancellato – unica cosa ben fatta da Monti) e con il supporto dell’avvocato Bologni.
E se non era legittimato a muoversi, la sentenza va contro di lui, non contro altri: e ciò a prescindere dalla compensazione delle spese.
Se infine Bardelli non era nulla e nessuno per potersi e doversi muovere, allora delle tre o l’una, o due, o tutt’e tre:
• non ha mai capito niente
• ha fatto il diavolo a quattro solo per intorbidare le acque e menare il can per l’aia
• ha scelto un patrono incapace di capire come stavano le cose in termini legali ovvero concorde con lui ad allungare il brodo
E qui è meglio non andare oltre, perché, per chi capisce e comprende a fondo, le chiavi di lettura di questa inqualificabile vicenda ci sono tutte: e tutte da dover far arrossire una città e le sue istituzioni – da quelle che hanno lasciato fare, a quelle che hanno perfino conferito diplomi di benemerenza al singor cavaliere della luce…
e.b.

[Questi interventi sono pubblicati come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Sabato 21 dicembre 2013 | 11:57 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Edoardo Bianchini potrà anche essere esagerato e colorire un po' troppo (d'altronde in un blog che è anche dichiaratamente di "satira politica", il linguaggio può anche consentirsi, in genere, qualche presa-per-i-fondelli anche perchè se no che sugo ci sarebbe a essere ... toscani?), ma il tentativo bardelliano di smimuire questa sentenza risulta singolare.

    E se lo scavo giornalistico non fosse limitato al solo QN e venisse portato avanti anche da altri (questo è, o dovrebbe essere, giornalismo), magari riusciremmo a capirne di più in questa lunga vicenda.

    Una vicenda che intreccia il dolore di tante famiglie, i conflitti di interesse fra una associazione di riabilitazione e una televisione privata (sono curioso di sapere se Tvl ha, ad esempio, dato notizia circa la sentenza romana), l'esercizio quarantennale di un potere nelle stesse mani, una consistente mole di denaro pubblico, le ipocrisie di una città piccola.

    Alle domande poste da Bianchini dopo questa sentenza di un Tribunale della Repubblica Italiana, perchè non risponde nessuno? Perchè non rispondono, ad esempio, il Comune o l'ASL?

    E mentre si è in attesa di un'altra sentenza, com'è stato possibile - essendo aperti in Tribunale procedimenti giudiziari - lo strano passaggio, certo non di noccioline o di santini, fra Apr e quella fondazione così volgarmente intitolata alla Madre di Gesù?

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