sabato 21 dicembre 2013

COMUNONE/DYNAMONE, LO SCORNO-REFERENDUM, IL PD MONTANO DI NUOVO ALL’ATTACCO E UN PO’ DI STORIA DEL… DISASTRO


di GRILLO PARLANTE

A ritroso da Gambetta Vianna fino all’accordo destre-sinistre per far fuori Riccardo Rastelli Ma quale sarebbe il vero obiettivo della Kme-Dynamo Camp?

MONTAGNA. Com’è noto il Consiglio Regionale ha deciso di gettare alle ortiche il progetto di legge per l’istituzione del Comunone-Dynamone (quello che avrebbe dovuto fondere in unico Comune Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello pistoiese) presentato da Antonio Gambetta Vianna il consigliere regionale che, gira e rigira, dopo essere stato eletto in Lega Toscana è poi passato a Più Toscana, dopodiché nella Federazione dei Cristiano Popolari ed, infine approdato al “Nuovo Centrodestra” di Alfano.

La decisione del Consiglio Regionale – supportata da tutto il gruppo del Pd regionale (con l’eccezione dei consiglieri Gianfranco Venturi e Aldo Morelli) – ha provocato un vero terremoto all’interno del Comitato per il Comune Unico Montagna Pistoiese ed ha indotto Giuliano Tonarelli, attuale presidente del sodalizio, ad alzare alte lamentazioni per il voltafaccia del Pd regionale il cui capogruppo – a detta del Tonarelli – in occasione di ripetuti incontri in sede regionale aveva assicurato di essere favorevole all’accoglimento.
«Stento a credere – dichiarò Tonarelli in un comunicato stampa diramato dopo la “bocciatura” – che la maggioranza del consiglio regionale, tranne qualche esponente, abbia respinto la proposta. È l’affondamento della nostra montagna». Aggiunse poi: «Sono amareggiato e dispiaciuto perché ancora una volta la politica ha deluso. Si parla di risparmio a livello nazionale, ma come è possibile se non si ha il coraggio di cominciare nemmeno da quattro piccoli comuni? Vorrei sapere, e lo dico da cittadino non iscritto ad alcun partito, cosa ne pensa Matteo Renzi di un Pd che a livello regionale nega ai cittadini il diritto di espressione sull’assetto futuro del loro territorio». Tonarelli concludeva comunicando che il Comitato a breve si sarebbe riunito per decidere cosa fare per il futuro.
A quanto ci riferisce una vocina carbonara, questo incontro sarebbe già avvenuto presenti il presidente Giuliano Tonarelli, la vice presidente Albarosa Nesti, quasi tutti i componenti del direttivo composto da: Andrea Tonarelli, Carla Strufaldi, Claudio Arcangeli, Fabio Nesti, Giampaolo Merciai, Giuliano Tonarelli, Luca Tanganelli, Marco Bonomini, Marco Ferrari, Mirco Filoni, Roberto Orlandini, Valerio Sichi.
Data la discrezione della fonte e la carenza di comunicati stampa al riguardo, non è dato sapere se all’incontro avessero o meno partecipato gli altri soci fondatori (tra cui il Sindaco di Cutigliano, Carluccio Ceccarelli, con gli assessori Paolo Pistolozzi e Lorenzo Pieracci) così come non è dato sapere se fosse, o meno, presente il sindaco di Piteglio né quale siano stati, oltre alla volontà espressa di continuare a tener in vita il Comitato, gli altri argomenti discussi.
Vero è che il voto negativo del Consiglio Regionale ha colpito in modo particolare il gruppo dirigente piddìno di San Marcello pistoiese vuoi perché propedeutico alla probabile e auspicata rottamazione di chi, da amministratore della Comunità Montana, ne ha (volutamente o all’insaputa?) determinato il fallimento, vuoi per le tante riunioni e assemblee private fatte per reclutare sostenitori senza spiegare compiutamente cosa si veniva ad acquisire o a perdere con la fusione resa obbligatoria dalla legge dello Stato per i soli Comuni di Abetone, Cutigliano e Piteglio.
Tutto questo darsi da fare ha fatto scattare l’interrogativo su a chi giovasse questa fusione comprendente il Comune di San Marcello, e quale ruolo avessero :
 – il Pd sanmarcellino
 – Roberto Orlandini, direttore del Dynamo Camp e notoriamente uomo di fiducia dell’imprenditore Lorenzo Manes
 – Carluccio Ceccarelli, sindaco di Cutigliano, prima dirigente di An ed ultimamente esponente del Pdl
 – chi ha fatto calare sulla testa dell’elettorato la forzata inclusione di San Marcello.
La carenza di convincenti spiegazioni da parte degli interessati, ha dato la stura ad una serie di interpretazioni:
a) per i dirigenti del Pd sanmarcellino viene dato per certo l’obiettivo di “salvarsi il culo” da eventuali chiamate di corresponsabilità da parte della Magistratura inquirente per la disastrosa e disastrata gestione dell’ex Comunità Montana
b) per Roberto Orlandini si sostiene che la Kme (società di Manes) vuol trasformare gli ex poderi della scomparsa Smi in agriturismi e/o cementificare la vasta area dell’Oasi Dynamo e che questa operazione sia osteggiata da Silvia Cormio, Sindaco di San Marcello ed in aperto dissenso con i vari Albarosa Nesti, Valerio Sichi, Adamo Bugelli e via di seguito
c) per Carluccio Ceccarelli torna a galla l’inciucio da lui consumato con Graziano Nesti segretario del Pd cutiglianese in occasione delle amministrative del 1999. Si disse che i due si accordarono per levarsi dai piedi Riccardo Rastelli, il dispotico sindaco di Abetone, e per non far riconfermare Enzo Lenzini a Cutigliano. In questo modo – convogliando i voti del Pds di Abetone sul candidato di centrodestra e dirottando quelli controllati a Cutigliano da An su Graziano Nesti – Giuseppe Montagna divenne Sindaco di Abetone mentre Nesti, dopo una pressoché ininterrotta serie cinquantennale di sindaci democristiani, riuscì a riportare le sinistre alla guida del Comune.
Alla luce di quanto allora circolò tra la gente, questa discussa soluzione, da un lato, riempì di soddisfazione i dirigenti Pc sanmarcellini e cutiglianesi poiché determinò l’allontanamento di Rastelli, potente ed imperioso uomo dell’apparato del Pc pistoiese inviato come proconsole in montagna e, dall’altro, soddisfece trasversalmente molti cutiglianesi che non condividevano né le notevoli (e pur dovute sforbiciate applicate al bilancio comunale per pagare somme lasciate insolute dalla precedente e coeva amministrazione) e neppure i modi bruschi con cui Lenzini rimbrottava i dipendenti.
E, dal momento che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, e che la vendetta è un piatto da servire freddo, la contestata decisione regionale non potrebbe essere collegata allo “scuorno” e assunta per far pagare il conto ai tanti inossidabili dirigenti sanmarcellini che brindarono all’allontanamento di Rastelli per caparbiamente e pretestuosamente assicurarsi la guida della Montagna sapendo o ignorando di condurla nel burrone dove ora è precipitata?
Ma, questi improvvisati e incapaci pasticcioni credono davvero, con questi curricula, che la gente si fidi ancora di loro?

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[Sabato 21 dicembre 2013 | 19:32 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Albarosa? Adamo? Valerio? Carluccio?
    Ma, così avanti con gli anni, già comunisti e fascista nei lontani anni Settanta del secolo scorso, non hanno una panchina ai giardinetti in cui riposarmi un pochino?

    PS)- E qualcosa mi dice che la "bontà" della "Dynamo" è davvero vagamente ... pelosa.

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  2. L'accordo Ceccarelli Carluccio - Nesti Graziano del 1999 perchè quest'ultimo riprendesse il comune di Cutigliano, non riguradava solo una ricompensa "politica" all'Abetone, ma risulta dalle voci paesane una più ricca e personale cambiale a vantaggio di Ceccarelli, pagata dal Nesti - o meglio da tutti noi - pochi anni dopo con l'assegnazione in modo rocambolesco della concessione per la centrale idroelettrica, quella che oggi ha il nome di Energreen. Sono ormai passati oltre 10 anni, ma l'intreallazzo c'è stato e come. Nesti, la vediamo in sofferenza, nella situazione di chi, pur mettendocela tutta, non riesce a riprendere quota, forse ache per un pesante fardello che Le sta sulle spalle da molti anni, Si liberi da quel fastidioso peso raccontandoci qualcosa degli intrallazzi sia in comune che nella ex Comunità Montana degli ultimi 20 - 25 anni. Qualcosa Lei e gli altri dovete pur sapere, non potevano uscire sacchi di soldi senza che nessuno se ne accorgesse,

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