di LUIGI SCARDIGLI
«Non so quanti saremo e dove, ma
accenderemo le luci, i riflettori e le telecamere e porteremo fuori dalle
stanze della politica quello che succede dentro: i ladri agiscono di notte;
quando c’è luce, preferiscono non muoversi».
PISTOIA. Non ha rivali, Beppe Grillo; è ancora il più grande,
nonostante l’età (65 anni a luglio) incalzi e le disillusioni, chimiche,
croniche e circoscritte a questo Paese sempre più piccolo, avanzino
inesorabilmente.
E anche oggi pomeriggio, in piazza del
Duomo, a Pistoia, il Comico – con la C maiuscola, perché è immenso – genovese,
degno erede del maestro Gilberto Govi, ha dato nuovo lustro alla propria vis,
incantando la platea, migliaia di persone accorse ad acclamarlo, sostenerlo,
tributargli l’àncora della salvezza.
La gente, quella normale, che è la
maggior parte della popolazione che è costretta a subire soprusi, furti,
angherie, violenze morali e fisiche da parte dei pochi tiranni che detengono il
potere, non ne può più; l’unica voce fuori dal coro, che arriva direttamente
dalle piazze e non dagli studi televisivi, del resto, è la sua e allora, sotto
con Grillo e con il suo Movimento 5 Stelle, un manipolo che cresce con impressionante
frequenza geometrica ogni giorno e che corre davvero il rischio di soppiantare,
del tutto, il vergognoso assetto sul quale, da circa mezzo secolo, questo
agglomerato pseudo urbano alimenta se stesso e i suoi indegni privilegi.
«Non so quanti saremo e dove arriveremo
– ha detto il funambolo ligure durante il comizio-spettacolo –, ma sicuramente
accenderemo le luci, i riflettori e le telecamere e porteremo fuori dalle
stanze della politica quello che succede dentro: i ladri agiscono di notte; quando
c’è luce, preferiscono non muoversi».
Grillo – lo ribadisco per quelli con i
quali non ho mai parlato negli ultimi dieci anni – sostiene quello che
dovrebbe, ancestralmente, appartenere alla politica e a chi decide di farla, i
politici: essere al servizio di, essere anello di congiunzione tra la base e i
vertici, occupare i vertici, renderli pubblici, in modo che nessuno possa
sentirsi autorizzato a fare qualcosa che la base ignori o detesti, essere
artefici temporanei e passeggeri di un’idea che non si concluda al nostro
mandato, ma che sia fonte di ispirazione e onesta per quelli che ci
sostituiranno e che lo faranno dopo due legislature al massimo, non di più, per
un servizio che non avrà alcun riconoscimento monetario, ma solo morale di aver
fato, fino in fondo, il dovere di chi ha creduto in te.
Succede esattamente il contrario, tanto
di qua dal Tevere, quanto sopra l’Adda e il Mincio, come alle falde dell’Etna e
del Vesuvio.
Lo ha ribadito anche stasera, il Grillo
acclamato come un Messia, più dai giornalisti che non lo facevano scendere dal
Camper, per calca, che dal suo popolo, per l’ennesima volta, che il nostro ex
Belpaese è ormai alla frutta. L’ovvio di Grillo ha tanto il sapore e il colore
dell’uovo di Colombo: così normale che chi di dovere si è sistematicamente
dimenticato di osservarlo, conducendo 65 milioni di italiani sull’orlo del
baratro. Già aperto e che sta solo aspettando di vedere la salma rotolarci
dentro affinché i becchini di turno possano finalmente sigillare la bara e
sotterrarla.
Ma il Grillo-pensiero lo conosciamo
tutti, nonostante il suo megafono non sia privilegiato da Vespa e Santoro, da
Mediaset o dalla Rai, dalle emittenti nazionali più accreditate a quelle con le
frequenze più modeste; voglio raccontarvi ancora della sua inarrestabile carica
esplosiva, quella di un pensionato che ha ancora voglia di suggerire agli amici
un po’ più giovani di lui di aprire gli occhi e guardare con maggior attenzione
quello che sta succedendo, con le Banche che si mangiano e si riproducono l’una
con l’altra all’ombra e al riparo di una terminologia semplicemente
incomprensibile e intraducibile, ma che decreta false crisi e veri indebiti
appropri.
Ha parlato un quarto d’ora abbondante
con la stampa che lo ha aspettato, giù dal camper, come se avesse pezzi di pane
da distribuire agli affamati, e ha ribadito quanto raccontato da vero leader
(lo è nel sangue, che lo voglia o meno) ai colleghi, alla piazza osannante; una
volta sul palco però ha perso quell’aplomb che gli darebbe solo ragione e non
plebisciti e appalusi a scena aperta; e ha indossato i suoi abiti, quelli fatti
su misura solo per lui, da onemanshow inimitabile, che ha deciso di rendere
parte di quello che ha guadagnato, con pieno merito, quando le piazze lo
aspettavano solo per ridere.
E ridere fa ancora, mettendo alla
berlina le vittime di turno, che sono, indistintamente, quelli di qua e quelli
di là, senza distinzioni di sorta. Ora però, al posto dei personaggi
immortalati dalla sua telecamera ai tempi di Te la do io l’America e Te
lo do io il Brasile, o di Fantastico 7, la trasmissione che gli
valse la cacciata dalla Rai, ci sono quelli con i quali siamo costretti ad
imbatterci quotidianamente aspettando di sentire, con le nostre orecchie,
pronunciate dalle loro bocche, parole che non siano progetti vacui a lunga e
inverificabile distanza.
Ha sei figli, Beppe Grillo: due avuti
dalla prima moglie e due dalla seconda, che era a sua volta già madre di due
pargoli. Li ha presi tutti e sei, se lo può permettere, del resto e ha provato
ad insegnare loro come vivere nel miglior modo possibile: non ci sono
istruzioni d’uso paterno; un padre ha solo una possibilità, dare esempi. È
quello che chiede Grillo ai politici che verranno, di smettere di parlarne e di
iniziare a fare qualcosa. Ha ragione, lo dico perché sono padre.
Ah, dimenticavo. Su questo blog curo la
pagine della cultura e degli spettacoli, Beppe Grillo.
Qualora il tuo progetto-idea non
dovesse andare a buon fine o esser meno di quello che lasciavi presagire, ti
prego, anche se con meno irruenza, torna a ripopolare le piazze e i teatri, a
pagamento, anche perché non è da escludere che il Pd, presto, chieda aiuto a
Roberto Benigni e se anche lui dovesse iniziare a leggere la Costituzione o
recitare a mente la Divina Commedia per qualche deputato in più, siamo nella
cacca.
Anzi, nella merda, siamo onesti.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Martedì 15 gennaio 2013 | 22:12 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.