di
Edoardo Bianchini
PISTOIA. È il caso di prendere spunto, stamattina, da due notizie
distanti, ma strettamente legate ambedue dal filo rosso-Breda/politica.
Nicola Riva della Fiom inizia a parlare (o, se preferite, continua)
con i toni e con i contenuti che avrebbero dovuto guidare tutta l’interlocuzione
e la dialettica sindacale fino dagli anni in cui i vertici del Pci/Pd svendevano
lo stabilimento di Pistoia a Napoli e al signor Bassolino – anche con la complicità dei poteri regionali: e il
sindacato lo sa bene, mentre sembra che non lo sappiano la stampa e l’informazione…
Dice, Riva, quello che noi stiamo dicendo (ignorati e
ghettizzati: ma si capisce bene perché) da anni, ormai.
Il sindacalista si è accorto che le belle parole di
Manfellotto sulla Cina, nascondevano la trappola: si esporta e si svende
tecnologia italico-pistoiese in un Paese e a un Paese (la grande Cina è
vicina degli anni della contestazione illusa e inutile) che sembra nato
apposta per copiare – anche i peli che abbiamo sotto le ascelle.
Bene, si direbbe, ma tardi.
A questo si aggiunga una riflessione interrogativa che perfino
un cervello monocellulare saprebbe mettere sul tavolo, pur con un unico
neurone: è possibile parlare di risanamento e consolidamento – e, quindi, di rilancio – di un’azienda
che svende la sua tecnologia ai maxi-inquinatori della Terra? Agli industriali
più deregolamentati e anarchici che esistano al mondo?
A rincalzo, il Governo – come scrivevamo anche un po’ di tempo
fa – se ne frega altamente della Breda. L’incontro con Orsi non si fa. Monti ha
da pensare a quelle che ha definito le sue ‘operazioni brutali’: de minimis
Monti (come il pretore) non curat. I calli, insomma, il
neurochirurgo, non può trattarli: li lascia al cerusico di periferia o, peggio,
di favela.
La seconda notizia – anch’essa
non meno tragica – è quella dell’autopsia a Mario Taschini, presunta vittima
dell’amianto, di cui ci parla, stamattina, Marco Vettori.
Sono – anche se non pare – due aspetti dello stesso sistema
Italia o sistema don Abbondio o Gabibboland o come diavolo
volete dire.
È la prova provata di quell’abbraccio mortale che ha legato
industria pubblica, politica e finanza, con un nodo puttanesco, in questo Paese
senza senso e senza speranza che è semplicemente la rappresentazione di una
realtà da Harry Potter: un fantasy, ahinoi, reale e nefasto, guidato da sedicenti
maghi e druidi laici di un partito che, alla fine, ha distrutto la classe
operaia e i lavoratori per i quali era nato.
E solo per voler andare al Governo ad ogni costo.
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[Venerdì 19 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Che teatrino : i politici, locali e nazionali, continuano a ripetere che l'importante è non svendere l'azienda ...
RispondiEliminaIl rischio vero, tuttavia, è che si arrivi al paradosso che alla fine sarà la Cina a fabbricare e a vendere i treni nel nostro paese e negli altri mercati europei.