giovedì 4 luglio 2013

ALL’INSEGNA DEL PIACERE CON IL ROCK DEI BLACK CROWE


di LUIGI SCARDIGLI

Ma solo un paio di migliaia di spettatori che non coprono i troppi angoli della piazza

PISTOIA. Non c’è alcuna relazione tra l’entusiasmo numerico dei fruitori e il valore dell’opera offerta loro. I Black Crowe, mattatori della seconda serata della 34esima volta del Festival di Pistoia, sono un signor gruppo di rock and roll, che non lasciano tracce indelebili sulla cute di nessuno dei loro numerosissimi spettatori che li acclamano, da molto tempo, in tutto il mondo, ma non hanno davvero nulla da imparare. Da nessuno.

Somigliano molto i Rolling Stones, vero, ricordano parecchio i Led Zeppellini, altra constatazione difficilmente opinabile, ma questo vuol dir poco. Anzi, vuol dire parecchio, moltissimo, a mio avviso, visto che nonostante trasudino quella memoria, non sono mai carta carbone. Formazione classica, in tutti i sensi, con il band leader, uno dei due fratelli Robinson, che è la voce del gruppo e che, ovviamente, raccoglie tutte le diagonali del palcoscenico, sulla bisettrice angolare dei riflettori; alla sua sinistra, la chitarra acustica, alla sua destra quella elettrica e il basso. Alle spalle, la batteria e al fianco del drummista, una tastiera.
Si sarebbero potuti ascoltare per molto altro tempo ancora, i Black Crowe e non solo ieri sera. Una melodia affatto invasiva, un rock and roll energico, per nulla intimorito, ma che conosce le buone maniere, rispetta lo spazio altrui, trasuda eleganza. Anche fisicamente, i sei componenti, sono sì l’equazione, inevitabile, di una band nata negli anni ‘80, ma sono felici e la loro allegria è decisamente contagiosa. Assoli di tutto rispetto, raccordi con l’armonica piacevolissimi e anche da lontano, da dove vi sto scrivendo, l’effetto è il medesimo incantevole godimento.
Un’armonia in perfetto equilibrio, tra la voglia e la dimostrazione lampante di appartenere, debitamente, alla meravigliosa e numerosa famiglia rockettara e una sana educazione: i Black Crowe sono davvero un gruppo di gente per bene, che conoscono a menadito il valore della musica e che sanno quale privilegio sia poterla offrire, vivendoci.
La Piazza, quella del Duomo, non ha risposto con le dovute e meritate vibrazioni: troppi e troppo vuoti molti spicchi del terreno de La Giostra, anche se a quelli che c’erano, di chi ha preferito disertare, non sarà fregato assolutamente nulla.
Tafuro e company, consapevoli come il nome dei Black Crowe sfugga alle piantine dei Festival con una denominazione così imponente come lo è quello di Pistoia, avranno forse messo in conto che il secondo appuntamento dei cinque in scaletta della manifestazione sarebbe potuto essere l’anello più debole: il pubblico, in realtà, è andato al di sotto di ogni più funerea previsione.
Io, però, c’ero. E vi assicuro che non li dimenticherò, i Black Crowe.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 4 luglio 2013 | 23:02 - © Quarrata/news]

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