di LUIGI SCARDIGLI
Al di sotto di ogni previsione – Pochissimi spettatori per l’unica
data italiana del tour di Liam Gallagher, ex Oasis, band leader dei Beady Eye
PISTOIA. Peggio di così, non poteva andare. E anche se stasera, per
la quinta ed ultima serata della 34esima edizione del Festival di Pistoia, la
piazza si gremisse fin sopra i tetti, Giovanni Tafuro e il suo staff avrebbero
poco di che sorridere.
Era comunque difficile, impossibile,
aggiungo, ipotizzare che a sentire i Beady Eye di Lian Gallagher, il brit degli
ex Oasis, venissero in così pochi. Nemmeno le seggioline azzurre, ieri sera,
che a qualcosa sono servite venerdì con i Van der Graaf Generator e Steven
Wilson, avrebbero evitato il naufragio. Peccato, perché i detrattori del
Festival, lunedì mattina, aspetteranno chi di dovere al varco presentandogli il
conto del flop: salatissimo, posso
dedurre.
Però, al di là di ogni ragionevole
(s)previsione, bisogna anche aggiungere che Lian Gallagher, se desidera
continuare a fare il cantante, farebbe meglio a riposarsi un po’, o a straviziare
meno, perché sentirlo e vederlo impacciato e stonato come un principiante, fa
solo tanta tenerezza.
Una nota a margine.
Il caos acustico che ha regnato sovrano
in questi cinque giorni puzza
terribilmente di regime. Prima e dopo il Festival, vietano cinguettare, dopo le
23, onde evitare di veder piombare, sul luogo del misfatto, una pattuglia dei
vigili urbani in tenuta anti sommossa pronta a sedare, con ogni mezzo, la violenza
delle note. Da mercoledì a stasera, invece, la città è stata ed è ostaggio di
chiunque decida di fare rumore. Un po’ come succede la domenica attorno agli
stadi.
La storia è vecchia: fateli mangiare e
fateli divertire. Poi, ci pensiamo noi!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 7 luglio 2013 | 07:17 - © Quarrata/news]
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