di LUIGI SCARDIGLI
Da giovedì 26esima edizione del festival guidato da Graziano
Uliani
PORRETTA. La montagna ha
due versanti: quello che sta male è quello che guarda Pistoia; l’altro, quello
che sorride a Bologna, se la passa così bene che attorno al Porretta Soul Festival, che giovedì
prossimo, 18 luglio, inaugurerà la sua 26esima edizione, l’omonima
amministrazione ha costruito, attorno all’evento, una serie di iniziative
turistiche che trasformano il Festival, gemellato con lo Stax Museum of
American Soul Music di Memphis e con il Center For Southern Folklore di
Memphis, in un vero e proprio lungo week end di spettacolo.
Oltre alla carrellata di musicisti (molte donne,
molte) che si esibiranno sul palco del Parco Rufus Thomas – il giardino di
Porretta così intitolato da un’Amministrazione attenta – e si confonderanno,
per quattro giorni, tra gli indigeni e i turisti, nel Comune bolognese si
scatena la felicità, con una città garbatamente e intelligentemente grata ad
una manifestazione che molti altri vorrebbero poter ospitare e vantare.
E’ vero, molto dipende dalla cura del suo Direttore
artistico, Graziano Uliani, un vecchio
malato cronico di soul che il 10 dicembre 1987, dopo aver partecipato alle
celebrazioni per il ventesimo anniversario della morte di Otis Redding, in
Georgia, decise di organizzare un festival in suo onore. Il resto è una serie
di fortuite e volute combinazioni, quelle che hanno portato Porretta alla
ribalta del panorama mondiale del soul e che ha tutta l’intenzione di
proseguire imperterrita in questo piacevolissimo cammino musicale.
Certo, i nomi che si succederanno nella quattro giorni
non sono quelli divorati dalla macchina discografica internazionale, ma sono
scelte accurate da chi, nella musica e della musica, è solito cibarsi; certo,
con qualche centinaio di persone, il Parco Rufus Thomas è gremito in ogni suo
posto, ma il resto della città balla con lui: ci sono offerte di pernottamento
in camera comfort, ingresso nella piscina con acqua miracolosa, camere-day anche durante l’arco della giornata con
prezzi ridotti rispetto a tutti gli altri giorni dell’anno, che sono sempre
particolarmente ambiti, vista la pregiata localizzazione del noto centro
termale.
Nel primo dei quattro giorni del Festival, ad esempio,
l’ingresso è gratuito; nelle restanti tre serate, il tagliando costa 25 euro,
65 in abbonamento. I controlli sono di ordinaria amministrazione; il Sindaco
non ha mai dovuto invitare gli spettatori a rispettare le norme elementari
della sicurezza e non si è mai sognato di vietare la somministrazione di
alcolici, evidentemente trangugiati con sobrietà.
Di questa edizione vi consiglio, caldamente, la voce
bianca di Bruce James, di Austin e quella di colore della sua compagna di
palco, Bella Black, oltre, naturalmente, a tutte le altre stelle soul di prima
grandezza che impreziosiranno anche questa manifestazione: Osaka Monaurail,
Calvin Bridges, Falisa Jannayè e molti altri.
Al termine di ogni singola serata, sul palco del Parco
Rufus Thomas resteranno solo le attrezzature indispensabili alla giornata
successiva: niente code estranee, niente dj-set.
A Porretta, il Soul, basta. E avanza.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 16 luglio 2013 | 17:10 - © Quarrata/news]
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