di FELICE DE MATTEIS
I tagli e la ‘spending review’ sono il modo
per poter spalmare i buchi delle ruberie sugli strati più deboli del popolo
NONOSTANTE le veline ufficiali che a pioggia, quasi in forma
anestetizzante, l’Asl3 ci propina, adesso anche l’ufficio stampa della regione
toscana si conforma alla volgare prosecuzione di fare passare per eccellente
ciò che ancora deve dimostrare di esserlo e, sbattendosene bellamente delle
proteste della popolazione, prosegue nella famosa spending review sanitaria,
camuffando sotto questo inglesismo l’obbiettivo reale: giustificare furti, ruberie,
incapacità gestionale e uso improprio di denaro pubblico che hanno devastato la
Sanità Toscana negli anni passati.
Si massacrano ospedali efficienti in
tutta la Regione – e l’Ospedale Pacini di San Marcello ne è un tangibile
esempio – e si blatera su servizi che, come abbiamo già detto, debbono ancora
dimostrare di essere migliori di quelli tolti.
Lo si fa in base al principio che il
bello e il buono ha un colore preciso, il rosso; e un nome preciso, Enrico
Rossi, figlio di quella degradata cultura che voleva far passare sotto il
vaglio e il preventivo consenso popolare anche i vespasiani pubblici, e che
dichiarava che la proprietà privata era un furto.
Rossi ed i suoi fratelli e sodali, in
questo, avevano ragione: la proprietà privata è un furto perché la loro sanità,
resa “cosa loro” e quindi privata, va avanti a suon di scandali e furti.
Da Massa al pantano di Pistoia, alle
nomine politiche di dirigenti e primari, quest’ultime tolte ai baroni di un
tempo, in virtù non di competenze acclarate e pubblici bandi, ma per intollerabile
appartenenza partitica. Con l’obbiettivo raggiunto che anche i signori nominati
sono “cosa loro” ed essendo tali, accondiscendenti e proni ai diktat dei loro
padroni in camicia un tempo rossa ed oggi bianca di appretto e rigorosamente in
polsini e gemelli: come i signori di una volta, che questi gran figli della
Sanità Toscana cercano di scimmiottare, se non altro nell’abbigliamento ma
senza riuscirvi, perché il sangue non è acqua!
Ridateci i baroni, ridateci i concorsi
pubblici per dirigenti e primari, che tornino a chiamarsi tali e non dirigenti
di U.O. (!). Vogliamo che i professionisti della sanità, nella stragrande
maggioranza competente e preparata, tornino a richiedere rispetto per le
funzioni svolte ed autonomia professionale, senza doversi ridurre a plaudenti
mimi o grigi burocrati costretti a perdere il loro tempo fra computer,
protocolli e controlli di prescrizioni mediche che non superino il budget
previsto e non sforino la spesa super controllata per poi tappare i buchi delle
ruberie massesi.
Leggetevi l’articolo nell’immagine e
dite un po’ se in un paese serio certa gente non sarebbe di già nelle patrie
galere!
E, invece, tutti in prima fila a tagliare
nastri inaugurali e a scassarci i Marroni con la loro idea di Azienda
Sanitaria, Case e Società della Salute, Botteghe della salute e amenità simili a
seguire.
Se certa gente avesse rubato meno e
fosse finita nelle patrie galere siccome gli compete, non ci troveremmo nell’attuale
situazione; e se qualcuno dice che questo è qualunquismo, io rispondo che chi lo
afferma ciò è un emerito cretino.
La realtà è tale quando a fronte di ciò
che è – il fallimento della Sanità Toscana – si vuole dimostrare ciò che non è:
un servizio sanitario efficiente e dislocato sul territorio-.
Ridateci anche i comunisti, quelli veri
di un tempo che magari dicevano che gli asini volavano perché l’aveva scritto l’Unità,
ma avevano nelle loro file fior di galantuomini che al denaro pubblico, quello
del popolo, portavano assoluto rispetto.
Poi vennero i Vannini – e quando nessuno li avrebbe più voluti, li mandarono in trasferta-porcellum
a Torino.
Ma questa è un’altra storia…
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Domenica 6 ottobre 2013 | 09:14 - © Quarrata/news]
Bravo De Matteis!
RispondiEliminaAnalisi lucida e spietata del comportamento di questi burocrati della Sanità.Bene anche quel: "Ridateci i comunisti..." Non me lo sarei aspettato da uno come Lei. Ma dietro quel sarcasmo c'è un messaggio vero a questi signori, che la dice molto lunga...
Piero Giovannelli
P.S: quanto all'ospedale di CastelFiorentino, speriamo che la magistratura si muova davvero, come per quello da poco inaugurato in fretta e furia a Prato, evidentemente per timore di contestazioni; dove domenica scorsa è stato rinviato il trasferimento dei degenti perchè ci pioveva dentro. E, naturalmente, speriamo che si muova anche a Pistoia.