domenica 6 ottobre 2013

I TOSCANI? PELATI COME POMODORI, MA COSTRETTI A BATTERE LE MANI ALLA “SANITÀ DELLA PERFEZIONE” DI ROSSI E MARRONI


di FELICE DE MATTEIS

I tagli e la ‘spending review’ sono il modo per poter spalmare i buchi delle ruberie sugli strati più deboli del popolo

NONOSTANTE le veline ufficiali che a pioggia, quasi in forma anestetizzante, l’Asl3 ci propina, adesso anche l’ufficio stampa della regione toscana si conforma alla volgare prosecuzione di fare passare per eccellente ciò che ancora deve dimostrare di esserlo e, sbattendosene bellamente delle proteste della popolazione, prosegue nella famosa spending review sanitaria, camuffando sotto questo inglesismo l’obbiettivo reale: giustificare furti, ruberie, incapacità gestionale e uso improprio di denaro pubblico che hanno devastato la Sanità Toscana negli anni passati.

Si massacrano ospedali efficienti in tutta la Regione – e l’Ospedale Pacini di San Marcello ne è un tangibile esempio – e si blatera su servizi che, come abbiamo già detto, debbono ancora dimostrare di essere migliori di quelli tolti.
Lo si fa in base al principio che il bello e il buono ha un colore preciso, il rosso; e un nome preciso, Enrico Rossi, figlio di quella degradata cultura che voleva far passare sotto il vaglio e il preventivo consenso popolare anche i vespasiani pubblici, e che dichiarava che la proprietà privata era un furto.
Rossi ed i suoi fratelli e sodali, in questo, avevano ragione: la proprietà privata è un furto perché la loro sanità, resa “cosa loro” e quindi privata, va avanti a suon di scandali e furti.
Da Massa al pantano di Pistoia, alle nomine politiche di dirigenti e primari, quest’ultime tolte ai baroni di un tempo, in virtù non di competenze acclarate e pubblici bandi, ma per intollerabile appartenenza partitica. Con l’obbiettivo raggiunto che anche i signori nominati sono “cosa loro” ed essendo tali, accondiscendenti e proni ai diktat dei loro padroni in camicia un tempo rossa ed oggi bianca di appretto e rigorosamente in polsini e gemelli: come i signori di una volta, che questi gran figli della Sanità Toscana cercano di scimmiottare, se non altro nell’abbigliamento ma senza riuscirvi, perché il sangue non è acqua!
Ridateci i baroni, ridateci i concorsi pubblici per dirigenti e primari, che tornino a chiamarsi tali e non dirigenti di U.O. (!). Vogliamo che i professionisti della sanità, nella stragrande maggioranza competente e preparata, tornino a richiedere rispetto per le funzioni svolte ed autonomia professionale, senza doversi ridurre a plaudenti mimi o grigi burocrati costretti a perdere il loro tempo fra computer, protocolli e controlli di prescrizioni mediche che non superino il budget previsto e non sforino la spesa super controllata per poi tappare i buchi delle ruberie massesi.
Leggetevi l’articolo nell’immagine e dite un po’ se in un paese serio certa gente non sarebbe di già nelle patrie galere!
E, invece, tutti in prima fila a tagliare nastri inaugurali e a scassarci i Marroni con la loro idea di Azienda Sanitaria, Case e Società della Salute, Botteghe della salute e amenità simili a seguire.
Se certa gente avesse rubato meno e fosse finita nelle patrie galere siccome gli compete, non ci troveremmo nell’attuale situazione; e se qualcuno dice che questo è qualunquismo, io rispondo che chi lo afferma ciò è un emerito cretino.
La realtà è tale quando a fronte di ciò che è – il fallimento della Sanità Toscana – si vuole dimostrare ciò che non è: un servizio sanitario efficiente e dislocato sul territorio-.
Ridateci anche i comunisti, quelli veri di un tempo che magari dicevano che gli asini volavano perché l’aveva scritto l’Unità, ma avevano nelle loro file fior di galantuomini che al denaro pubblico, quello del popolo, portavano assoluto rispetto.
Poi vennero i Vannini – e quando nessuno li avrebbe più voluti, li mandarono in trasferta-porcellum a Torino.
Ma questa è un’altra storia…

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Domenica 6 ottobre 2013 | 09:14 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Bravo De Matteis!
    Analisi lucida e spietata del comportamento di questi burocrati della Sanità.Bene anche quel: "Ridateci i comunisti..." Non me lo sarei aspettato da uno come Lei. Ma dietro quel sarcasmo c'è un messaggio vero a questi signori, che la dice molto lunga...
    Piero Giovannelli
    P.S: quanto all'ospedale di CastelFiorentino, speriamo che la magistratura si muova davvero, come per quello da poco inaugurato in fretta e furia a Prato, evidentemente per timore di contestazioni; dove domenica scorsa è stato rinviato il trasferimento dei degenti perchè ci pioveva dentro. E, naturalmente, speriamo che si muova anche a Pistoia.

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