Ippocrate |
di FELICE DE MATTEIS
Il paradosso della Sanità che vive
trascinata da impiegati e sottratta ai discendenti di Ippocrate
PISTOIA. Leggendo il post “Ospedale Pacini, un colpo di mannaia
inevitabile” (vedi)
osservo che nella conferenza stampa indetta dai vertici Asl non si fa alcun
riferimento ad un altro aspetto critico, il più rilevante – direi – che questo
elefante Asl ha partorito e cioè il “problema amministratori” e l’incidenza che
queste professionalità, partorite dai partiti e solo dai partiti, e non dalle
singole competenze, produce nella gestione pecuniaria di questo carrozzone.
Non una parola su questo argomento che,
a mio modesto avviso, è il primario.
Secondo una moda sinistrorsa, a parole
il cittadino dovrebbe essere il terminale del servizio sanitario, ma nella
pratica è solo la scusa e l’oggetto insignificante che giustifica il malaffare
che governa la sanità in Toscana e non solo. In altri termini si è “usato” un
concetto – la salute del cittadino – per rimpolpare la tasca di pochi eletti
dai partiti che, vedi Scarafuggi a Massa e per digestivo a Pistoia, continuano
imperterriti nel loro costante ‘risucchio’.
In questi giorni in Montagna è accaduto
ciò che da sempre accade in Montagna: neve, gelo, alberi divelti e strade
interrotte con il sovrappiù di mancanza di energia elettrica e quant’altro. Ciononostante
l’Ospedale Pacini deve chiudere, con la complicità degli incapaci Sindaci
interessati, perché non rispondente alle percentuali di degenza stabilite dalla
Regione Toscana e pedissequamente fatte calare sulla nostra collettività. Il
tutto con il beneplacito degli obbedienti vertici della locale Asl, che
sarebbero poi il sociologo Abati, che non comprendo cosa c’entri con
l’organizzazione e l’amministrazione (non era meglio un laureato “indipendente”
in economia e commercio?) e l’ineffabile dott.ssa Turco, transitata dai cortei
di Lotta Continua (mi permetta un po’ di gossip) al grido di “è ora, è ora, potere
a chi lavora”, al compito di fare lavorare gli altri per poche lire e molti
disagi.
Già, gli amministrativi. Di tagliare,
soprattutto i vertici di questi ultimi, nella conferenza stampa, non ho trovato
traccia: e invece non si comprende che proprio da quello dovremmo partire.
Il dott. Abati e la sua collega
compagna di tagli, dovrebbero dirci quale è il rapporto stipendiale di medici
ai vari livelli che operano in Asl, e quello dei vari dirigenti di settore del carrozzone:
e quindi la percentuale fra costi e benefici che è la regola prima di una buona
amministrazione.
Non ce lo diranno, però, perché
l’ambiente medico e paramedico è subordinato, in termini soprattutto economici,
alla regola dell’ubi maior minor cessat, quando, onestamente, le parti
andrebbero invertite. Ma questo di oggi non è forse il mondo del rovescio sotto
ogni punto di vista?
Il giuramento di Ippocrate |
Mi permetto una annotazione strettamente
personale: mio padre, fino al 1980, è stato Direttore Generale e Segretario
Amministrativo degli Spedali Riuniti di Pistoia. Dirigeva amministrativamente
attraverso due segretarie addette (due) e altre circa venti unità di impiegati,
un nosocomio di circa ottocento posti letto con inservienti, infermieri e
medici in numero elevato e a pieno servizio: il suo stipendio, rapportato alla
moneta attuale, non avrebbe superato i 4.500 euro al mese. Era laureato a
Firenze in Economia e Commercio e andava con la sua macchina a Firenze al
Comitato di Controllo, facendosi rimborsare solo la benzina; in accordo con il
Presidente, comunista/galantuomo Piero Banfi, rifiutò la spesa dell’auto di
servizio che con l’avvento dei democristiani nel Consiglio di Amministrazione
si sarebbe voluto acquistare. Piccoli segni presaghi del marcio di poi!
Dimenticavo: il Direttore Sanitario era allo stesso livello economico del
Direttore Amministrativo, con il solo benefit ulteriore di un appartamento
nell’ala degli uffici, in virtù della delicatezza della mansione.
Dopo venne il caos, il SSN con la sua
L. 833/1978, la Saub, l’Usl, altre sigle, fino all’attuale Asl 3, ai suoi
Scarafuggi, Abati, Turco. La realtà è sotto gli occhi di tutti: medici
burocrati e non per loro colpa, professionisti dediti al giuramento di
Ippocrate se non nella misura del tempo libero dalle scartoffie e dai
questionari che loro rimane; e, diciamocelo francamente, nemmeno loro indenni
dalla spartizione politico/partitica vergognosa attuata sulla pelle del malato.
Non sono forse quelli un tempo chiamati
primari, nella stragrande maggioranza, nominati direttamente dal Sig.
Enrico Rossi e dal suo amico Vannino Chiti, migrante povero,
quest’ultimo, in Piemonte per “un tozzo” di pane?
E il paziente? La funzione altamente
sociale della Sanità? Il principio di solidarietà?
Tutto disperso nelle decine di migliaia
di euri che i vari caposervizi, responsabili di area, dirigenti, funzionari –
tutti amministrativi – si pappano con arroganza e con il marchio di unti dal
Signore (Rossi/Vannino).
Mi viene voglia di fare una domanda
cattiva anche a me: «Dottoressa Turco, ci viene con i cittadini in corteo a
cantare “è ora, è ora, chiudiamo questa gora!”?»
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 16 gennaio 2013 | 16:09 - © Quarrata/news]
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