mercoledì 16 gennaio 2013

SANITÀ. E SE INVECE DELLE CHIRURGIE TAGLIASSIMO IL MUCCHIO DEI DIRIGENTI AMMINISTRATIVI?

Ippocrate

di FELICE DE MATTEIS

Il paradosso della Sanità che vive trascinata da impiegati e sottratta ai discendenti di Ippocrate

PISTOIA. Leggendo il post “Ospedale Pacini, un colpo di mannaia inevitabile” (vedi) osservo che nella conferenza stampa indetta dai vertici Asl non si fa alcun riferimento ad un altro aspetto critico, il più rilevante – direi – che questo elefante Asl ha partorito e cioè il “problema amministratori” e l’incidenza che queste professionalità, partorite dai partiti e solo dai partiti, e non dalle singole competenze, produce nella gestione pecuniaria di questo carrozzone.

Non una parola su questo argomento che, a mio modesto avviso, è il primario.
Secondo una moda sinistrorsa, a parole il cittadino dovrebbe essere il terminale del servizio sanitario, ma nella pratica è solo la scusa e l’oggetto insignificante che giustifica il malaffare che governa la sanità in Toscana e non solo. In altri termini si è “usato” un concetto – la salute del cittadino – per rimpolpare la tasca di pochi eletti dai partiti che, vedi Scarafuggi a Massa e per digestivo a Pistoia, continuano imperterriti nel loro costante ‘risucchio’.
In questi giorni in Montagna è accaduto ciò che da sempre accade in Montagna: neve, gelo, alberi divelti e strade interrotte con il sovrappiù di mancanza di energia elettrica e quant’altro. Ciononostante l’Ospedale Pacini deve chiudere, con la complicità degli incapaci Sindaci interessati, perché non rispondente alle percentuali di degenza stabilite dalla Regione Toscana e pedissequamente fatte calare sulla nostra collettività. Il tutto con il beneplacito degli obbedienti vertici della locale Asl, che sarebbero poi il sociologo Abati, che non comprendo cosa c’entri con l’organizzazione e l’amministrazione (non era meglio un laureato “indipendente” in economia e commercio?) e l’ineffabile dott.ssa Turco, transitata dai cortei di Lotta Continua (mi permetta un po’ di gossip) al grido di “è ora, è ora, potere a chi lavora”, al compito di fare lavorare gli altri per poche lire e molti disagi.
Già, gli amministrativi. Di tagliare, soprattutto i vertici di questi ultimi, nella conferenza stampa, non ho trovato traccia: e invece non si comprende che proprio da quello dovremmo partire.
Il dott. Abati e la sua collega compagna di tagli, dovrebbero dirci quale è il rapporto stipendiale di medici ai vari livelli che operano in Asl, e quello dei vari dirigenti di settore del carrozzone: e quindi la percentuale fra costi e benefici che è la regola prima di una buona amministrazione.
Non ce lo diranno, però, perché l’ambiente medico e paramedico è subordinato, in termini soprattutto economici, alla regola dell’ubi maior minor cessat, quando, onestamente, le parti andrebbero invertite. Ma questo di oggi non è forse il mondo del rovescio sotto ogni punto di vista?
Il giuramento
di Ippocrate
Mi permetto una annotazione strettamente personale: mio padre, fino al 1980, è stato Direttore Generale e Segretario Amministrativo degli Spedali Riuniti di Pistoia. Dirigeva amministrativamente attraverso due segretarie addette (due) e altre circa venti unità di impiegati, un nosocomio di circa ottocento posti letto con inservienti, infermieri e medici in numero elevato e a pieno servizio: il suo stipendio, rapportato alla moneta attuale, non avrebbe superato i 4.500 euro al mese. Era laureato a Firenze in Economia e Commercio e andava con la sua macchina a Firenze al Comitato di Controllo, facendosi rimborsare solo la benzina; in accordo con il Presidente, comunista/galantuomo Piero Banfi, rifiutò la spesa dell’auto di servizio che con l’avvento dei democristiani nel Consiglio di Amministrazione si sarebbe voluto acquistare. Piccoli segni presaghi del marcio di poi! Dimenticavo: il Direttore Sanitario era allo stesso livello economico del Direttore Amministrativo, con il solo benefit ulteriore di un appartamento nell’ala degli uffici, in virtù della delicatezza della mansione.
Dopo venne il caos, il SSN con la sua L. 833/1978, la Saub, l’Usl, altre sigle, fino all’attuale Asl 3, ai suoi Scarafuggi, Abati, Turco. La realtà è sotto gli occhi di tutti: medici burocrati e non per loro colpa, professionisti dediti al giuramento di Ippocrate se non nella misura del tempo libero dalle scartoffie e dai questionari che loro rimane; e, diciamocelo francamente, nemmeno loro indenni dalla spartizione politico/partitica vergognosa attuata sulla pelle del malato.
Non sono forse quelli un tempo chiamati primari, nella stragrande maggioranza, nominati direttamente dal Sig. Enrico Rossi e dal suo amico Vannino Chiti, migrante povero, quest’ultimo, in Piemonte per “un tozzo” di pane?
E il paziente? La funzione altamente sociale della Sanità? Il principio di solidarietà?
Tutto disperso nelle decine di migliaia di euri che i vari caposervizi, responsabili di area, dirigenti, funzionari – tutti amministrativi – si pappano con arroganza e con il marchio di unti dal Signore (Rossi/Vannino).
Mi viene voglia di fare una domanda cattiva anche a me: «Dottoressa Turco, ci viene con i cittadini in corteo a cantare “è ora, è ora, chiudiamo questa gora!”?»

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[Mercoledì 16 gennaio 2013 | 16:09 - © Quarrata/news]

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