Venturi (Pd): «Facciamo di tutto per scongiurare un esito disastroso»
FIRENZE. [cl.ba.] Riorganizzazione produttiva ed esuberi. Il
caso del Kme, l’azienda del rame che nei giorni scorsi ha annunciato la cassa
integrazione per 275 lavoratori degli stabilimenti toscani: è approdato in
Regione.
Una mozione presentata dai consiglieri regionali del Pd, Gianfranco
Venturi, Caterina Bini, Ivan Ferrucci Ardelio Pellegrinotti e Marco Remaschi,
ai quali si sono associati in aula anche i Consiglieri Giani, Staccioli e
Benedetti, è stata approvata oggi alla unanimità dal Consiglio regionale. Al
centro del documento i provvedimenti annunciati dal gruppo Kme in nome della
competitività - ma che non sembrano essere dettate da una situazione di crisi
economica, il gruppo è infatti considerato tra i principali leader a livello
mondiale nel settore del rame - e che colpiscono, in modo particolare, le
realtà produttive montane della Toscana.
“Vogliamo inviare un segnale di
piena solidarietà a tutti lavoratori che vedono avvicinarsi la prospettiva
della cassa integrazione a zero ore, ma allo stesso tempo intendiamo
sollecitare l’impegno delle istituzioni regionali affinché questo scenario
possa essere scongiurato” – spiega Gianfranco Venturi –. “Occorre un impegno concreto da parte della giunta
regionale nei confronti della direzione del gruppo, al fine di verificare ogni
alternativa possibile rispetto alla prospettiva degli esuberi annunciati. In un
momento così difficile per l’economia, non solo del nostro territorio ma
dell’intero Paese, è necessario agire affinché possa essere evitata la perdita
di ulteriori posti di lavoro, e al tempo stesso, assicurare la presenza
produttiva in tutti i siti attuali della nostra regione”.
Uno scenario quello prospettato
dalla Kme, ricorda la mozione approvata, che oltre ad aggravare la situazione
occupazionale a livello regionale, andrebbe a colpire direttamente la
situazione socio economica dei territori montani (la cassa integrazione
riguarda 95 lavoratori del sito di Serravalle Scrivia, 142 in quello di Fornaci
di Barga e 38 delle officine di manutenzione Lime di Campo Tizzoro), territori
già fortemente provati dai tagli dei servizi della spending review del governo,
e nei quali la possibilità di trovare alternative di lavoro risulta ancora più
difficile.
ufficio stampa pd – [comunicato]
Consiglio
Regionale della Toscana
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[Mercoledì 16 gennaio 2013 | 16:56 - © Quarrata/news]
Giustissimo!
RispondiEliminaMa se, inoltre, Regione Toscana desse un segnale - politico - di bloccare l'intesa a suo tempo sottoscritta (con l'associazione "Dymnamo Camp", diretta filiazione del filanttopismo di Manes e soci) sul sostegno al "Dynamo Camp" di Limestre, sarei più contento (anche per via delle milionate in stockoption che Manes "il buono", mentre decide di mandare a casa così tanti lavoratori, si stacca per sé e per i suoi manager).
Non trovate?