di Luigi
Scardigli
Ieri sera affollatissimo incontro in
Comune fra genitori e Sindaco – Bertinelli e la Giunta pronti a riconsiderare
la questione – Ma la mossa, forse, è stata poco ‘calibrata’
PISTOIA. La rabbia è femmina e quando c’è da combattere, urlare e difendere
i diritti, soprattutto dei più piccoli, in trincea ci sono le mamme.
Certo, i papà, ieri sera, saranno rimasti a casa ad accudire
i pargoli mentre tante delle loro compagne (da un punto di vista strettamente
sentimentale, eh) sono arrivate leggermente adirate in Sala Maggiore di Palazzo
Comunale, al confronto pubblico con il Sindaco, Samuele Bertinelli, reo di uno
spropositato rincaro delle tariffe-mensa scolastiche.
Non era solo, il primo cittadino. Con lui, per questo
aperto, vibrante e in alcuni momenti teso faccia-a-faccia, voluto a tutti i
costi dalle famiglie alle quali è arrivata l’ennesima mannaiata figlia
di accorgimenti suggeriti da questo Governo tecnico, c’erano anche l’assessore
Elena Becheri e Giovanni Lozzi, che per tutta la serata si sono limitati a fare
cenni con le rispettive teste: facendole oscillare, per acconsentire, dall’alto
verso il basso quando parlava il Sindaco, e da destra a sinistra, per
dissentire, quando a parlare erano le mamme, inferocite.
Ingiustificato e assurdo, l’aumento, perché la mensa
scolastica è una tariffa di un servizio, che costa al Comune 4,18 euro, e non
si può chiedere non ai più ricchi, ma anche semplicemente ai meglio messi, di
pagare un surplus (fino a 6,50 euro) anche per i più poveri; a questo ci
pensa, o meglio, ci dovrebbe pensare, in un sistema fiscale proporzionale ed
equo – dove gli evasori non patteggiano il maltolto, ma pagano il
doppio del non dichiarato onde evitare le forche
caudine –, uno Stato di diritto che, in nome
della solidarietà e dello Stato sociale, garantisce a tutti i fruitori il
medesimo servizio.
Ingiustificato e assurdo, l’aumento, anche perché, questi rincari
delle tariffe-mensa sono prezzi previsionali, lanciati in orbita e sui
bollettini da pagare presso gli uffici postali in virtù di modelli Isee (una
sottomarca dei 730, 740 e Unici, che gli evasori non considerano nemmeno) divisi
in undici categorie economiche che perverranno al Comune.
Al momento, però, nelle stanze degli amministratori della
Giunta, ne sono arrivati appena il 30%: pochi per un bilancio attendibile, ma
sufficienti, pare, per stabilire che si debbano ritoccare le quote. In rialzo,
naturalmente.
Strano. Perché questa Giunta, al di là di ogni ragionevole
umorismo, di tagli ne ha già fatti, eccome: gli assessori sono scesi da otto a
cinque, i Dirigenti da sedici a dieci e i risparmi di queste ghigliottine, macchina da guerra di Roberto
Bartoli alle Primarie, sono già stati quantificati nella non certo modica cifra
di 444.000 euro.
Lungi da questo Blog voler dietrologicamente condannare l’operato
della precedente Amministrazione, ma se quei risparmi (mezzo milione di euro serviti
chissà a far cosa, prima) fossero stati, prima di ogni altro settore,
rinvestiti nelle mense, probabilmente, i bambini, quest’anno, avrebbero
mangiato gratis!
E anche un po’ meglio, tra l’altro. Perché le mamme presenti
ieri sera in Sala Maggiore – quasi nessuna in sovrappeso, occorre aggiungere:
dunque attendibili – hanno all’unisono ribadito che il cibo distribuito nelle
mense non è affatto buono, è cotto male, avaro e modesto nel peso e anche pessimamente
distribuito, tanto che parecchio di questo viene sistematicamente cestinato.
Non è certo colpa del Sindaco se il cibo non è tra i
migliori, né tanto meno se le porzioni sono sproporzionate: i contratti di
appalto, però, al cospetto di manifeste incapacità o pessime gestioni – e
questa, all’apparenza, sembra appartenere ad una di queste categorie –, si possono tranquillamente rescindere affidando il
servizio ad altri più efficienti fornitori.
È vero, la serata si è conclusa, tutto sommato, con una
promessa e un impegno: rivedere al più presto quote, categorie economiche e esenzioni
per poi promulgare, quanto prima, un nuovo editto.
Il Sindaco, in realtà, si è scusato per aver dovuto agire
alla chetichella a proposito dell’aumento delle tariffe delle mense
scolastiche, ma il provvedimento è piovuto in Sala Maggiore il 10 luglio e si
sa, le scuole, in quei giorni, sono chiuse.
I giornali e tutti i mezzi di informazione, no, però. E due
righe, forse, sarebbe stato il caso di farle scrivere da parte della Giunta.
Pazienza, inutile piangere sul latte versato, soprattutto
ora che questo Governo tecnico sembra essere giunto al capolinea e dal quale,
anche ieri sera, in preda a furore propagandistico, Samuele Bertinelli ha voluto
prendere le debite distanze.
Lo tsunami Renzi
ha un fascino irresistibile!
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Foto di Luigi Scardigli.
[Martedì 25 settembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Cronaca efficace: mitici i cenni delle teste.
RispondiEliminaChissà perchè - in una città sempre governata da sinistra/centrosinistra e che si fregia del titolo di "città a misura di bambino" - neosindaco e neoassessore (che tenerezza quella "bambina" mandata allo sbaraglio, dal sindaco, in Piazza Duomo tra mamme inferocite a balbettare chissà cosa), hanno gestito in modo così inadatto una questione così scottante.
Certe cose, oggi, si governano anche in termini di comunicazione istituzionale, si spiegano, si illustrano.
E - magari - si prende atto o che ci si è spiegati male o che il provvedimento era perfettibile e, dunque, lo si può cambiare ...
Inesperienza di politici "nuovi"? Presunzione di politici "vecchi"?