Le cornee del giovane, morto all’improvviso
a San Marcello, trapiantate a Pisa e Siena – Mamma Renata racconta la sua
esperienza di consenso
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Aveva solo 38 anni Fabio quando, dopo un
caffè, è morto all’improvviso lasciando nella disperazione la mamma Renata, i
suoi cari amici e i soci del Club iuventino che proprio lui, grande tifoso
bianco nero, aveva fondato. Tutta San Marcello si ricorda ancora di quel triste
giorno: era lo scorso 27 luglio Fabio Neri è al lavoro nell’agenzia turistica
di cui è titolare quando cade improvvisamente a terra senza vita e restano
inutili anche i tentativi di rianimazione del 118.
Mamma Renata, già vedova, aveva
riversato in quell’unico figlio tutto il suo amore. “Il dolore è ancora grande
–dice - ma è in parte risarcito sapendo che le cornee di Fabio hanno ridato la
vista a due persone. Quando il dottor Girardi mi ha comunicato questa notizia è
stata una grandissima consolazione”.
La signora Renata Tonarelli, che è
molto conosciuta anche perché è stata per molti anni caposala all’Ospedale
Pacini, desidera ringraziare pubblicamente il dottor Eufrasio Girardi,
coordinatore della Ausl per la donazione e i trapianti e il necroforo Roberto
Zaccarelli: “Sono stati loro a ricordarmi il giorno in cui mio figlio è morto
di rispettare la sua volontà: la sera prima di morire Fabio mi espresse il
desiderio di diventare donatore di sangue. Ancora oggi quando ricordo questa
coincidenza mi vengono i brividi”.
Le cornee di Fabio sono state
trapiantate a Pisa e a Siena permettendo a due persone malate di riacquistare
la vista. “Molti concittadini mi hanno chiesto come ho fatto ad essere
favorevole al prelievo – racconta ancora mamma Renata –, è io ho risposto che è un’operazione semplicissima: gli
occhi dei nostri congiunti sono preservati e il prelievo è ricompensato dalla
gratificazione di sapere che la donazione è andata a buon fine, come nel mio
caso. Purtroppo nei confronti di questa decisione – conclude – persistono ancora
molti pregiudizi invece la cultura della donazione dovrebbe essere coltivata in
ogni famiglia”.
A questo proposito il dottor Girardi
sottolinea: “Donare le cornee dopo la morte è un gesto di grande rilevanza
sociale perché si possono curare persone con gravi problemi di vista, le cornee
possono essere donate da tutte le persone al di sotto dei 75 anni e la legge
prevede che siano i familiari aventi diritto ad esprimere il consenso al
prelievo. Ricordo, inoltre, che l’autorizzazione alla donazione può esser
espressa anche in vita, attraverso la compilazione dell’apposito modulo
reperibile presso l’ufficio relazioni con il pubblico della Ausl3 o presso le
sezioni provinciali dell’Aido”.
“L’importante – prosegue il medico – è parlarne e divulgare il più possibile questo importante
messaggio di altruismo in ogni occasione pubblica come facciamo noi, attraverso
il coordinamento, ad esempio con gli incontri pubblici e le iniziative nelle
scuole organizzate in collaborazione con le associazioni di volontariato e gli
enti pubblici territoriali”.
Daniela Ponticelli
Ufficio Stampa Ausl 3 – [comunicato]
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[Venerdì 28 settembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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