Esposte le opere del Maestro
toscano e di alcuni dei suoi “padri putativi” – Fiesole unisce in un’unica
mostra le opere del maestro toscano e quelle dei grandi artisti del secolo
scorso, come Carrà, Sironi, De Chirico, Rosai e Viani, che hanno ispirato la
poesia e la pittura di Scuffi
FIESOLE. Dal 27 settembre al 28 ottobre nella Sala del
Basolato del Comune di Fiesole (piazza Mino) sarà, infatti, ospitata l’esposizione
“Marcello Scuffi. Il mio Novecento”, curata da Giovanni Faccenda.
La mostra verrà inaugurata
giovedì 27 settembre alle ore 18 e resterà aperta dalle 10 alle 19 a settembre
e dalle 10 alle 18 ad ottobre.
Toscano di nascita, Scuffi inizia
a dipingere molto giovane per diletto, durante gli anni del Seminario cui l’aveva
indirizzato il padre. Ben presto la pittura diventa una passione così forte
tanto da fargli abbandonare gli studi. La sua arte dapprima ispirata dagli
antichi Maestri, come Giotto, Masaccio e Piero della Francesca viene poi
influenzata dai classici italiani del 900, quali Carrà, Rosai e De Chirico fino
a divenire una pittura senza tempo.
I temi ricorrenti nei suoi quadri sono i paesaggi toscani, le marine deserte, le nature morte e i paesaggi cristallizzati nel tempo: tutte immagini dove l’uomo è assente e dove il tempo sembra essersi fermato in un’attesa senza oggetto.
I temi ricorrenti nei suoi quadri sono i paesaggi toscani, le marine deserte, le nature morte e i paesaggi cristallizzati nel tempo: tutte immagini dove l’uomo è assente e dove il tempo sembra essersi fermato in un’attesa senza oggetto.
“Risaltano, in ogni caso, per il
chiarissimo conio toscano, le radici espressive di Scuffi – spiega Faccenda –
così come è dato apertamente di cogliere nell’opera, suggestiva, di questo
virtuoso artefice. La sua pittura, nel dipanarsi delle stagioni, ha tratto
linfa vitale e florido giovamento da quelle lontane fascinazioni che, agli
esordi, ebbero ad allagargli l’anima: l’austerità delle architetture e gli
azzurri di Giotto; la sacralità e il silenzio dei luoghi di Masaccio; la luce e
la dimensione metafisica del tempo negli enigmatici scenari di Piero della
Francesca. Riferimenti, questi, divenuti imprescindibili, intorno alla prima
metà del secondo decennio del Novecento, anche per alcuni autori, come Soffici,
Carrà, Severini e Sironi, che, per primi, avvertirono l’improcrastinabile
urgenza di un immediato ‘ritorno all’ordine’ al volgere dell’epopea futurista”.
La mostra ha il patrocinio di:
Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Primo Conti, Società Dantesca
Italiana, Fondazione Giovanni Spadolini, Provincia di Firenze, Soprintendenza
per il Polo Museale della Città di Firenze, Ministero per i Beni e le Attività
Culturali.
Marcello Scuffi è nato a Tizzana,
in provincia di Pistoia, nel 1948. Vive e lavora tra Quarrata e Marina di
Pietrasanta, in Versilia.
Autodidatta, dipinge dal 1970:
nelle sue tele, così come negli affreschi e negli acquerelli si riconosce,
paradossalmente, una mano immutata nel tempo, seppur le opere dei primi anni
risultino più luminose e più chiare.
All’inizio degli anni Settanta,
finalmente, la pittura diventa la sua professione, riuscendo a vivere di quello
pur non senza difficoltà.
Fino dal 1970 è stato presente in
varie collettive e dal 1972 ha all’attivo più di trenta personali. Nel 1977 e
nel 1981 ha soggiornato a Bruxelles e vi ha a lungo dipinto. Oltre che in
Italia, il suo lavoro è conosciuto in Francia, Belgio e Svizzera.
“Marcello Scuffi. Il mio
Novecento” – Sala del Basolato del Comune di
Fiesole (Piazza Mino) – Dal 27 settembre al 28 ottobre
2012. Orario: 10-19 settembre; 10-18 ottobre
[25/09/2012 15.40
Comune di Fiesole]
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[Mercoledì 26 settembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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